Pan - Viaggio sull'Isola che Non C'è
Classici letterari per ragazzi e origin stories, il termine inglese con cui si definiscono i prodotti che approcciano racconti noti da angolazioni differenti e pregresse. Un'accoppiata a cui ultimamente nessuna major sembra poter resistere, anche se la capofila dell'operazione nostalgia é ovviamente Disney, depositaria delle più note e amate fiabe su pellicola.
A un certo punto anche Warner é voluta essere della partita in qualità di distrutrice di Pan, un grande film avventuroso e comico che si proponeva di narrarare la prima infanzia di Peter Pan, il ragazzo che mai divenne adulto e rimase sull'Isola che non c'é. A posteriori, avrebbe fatto bene a non lasciarla: con un primo weekend da 15 milioni di euro negli Stati Uniti a fronte di un budget di 155 milioni da recuperare, Pan é il grande flop dell'anno, inserito in quel filone di colossali buchi nell'acqua cominciato nel 2012 dalla micidiale doppietta John Carter / Battleship, che ha distrutto la carriera di Taylor Kitsch.
Quali carriere stroncherà Pan? Sicuramente non farà bene alla parabola già discendente di Joe Wright, regista il cui nome fin da subito é sembrato associato al progetto più per motivi di corvée che per sincero attaccamento al progetto. Il regista inglese si muove da sempre superbamente negli adattamenti letterari di livello (vedi il migliore Orgoglio & Pregiudizio al cinema da svariati decenni, o lo struggente Espiazione), soprattutto quando ambientati in madrepatria o fortemente legati all'originale. Già il recente Anna Karenina non aveva convinto, ma qui con un pubblico per famiglie e svolte ridanciane non é palesemente a suo agio. Bellissime le riprese con i galeoni volanti, ma sono sporadiche boccate d'aria in una pellicola che fatica a trattenere l'attenzione degli spettatori maggiorenni.
La colpa però é soprattutto di chi ha deciso di produrre un film a grosso budget sull'esile sceneggiatura di Jason Fuchs, fregandosene dell'andamento non esaltante di tutti i precedenti tentativi di riportare Peter al cinema.
Come é arrivato Peter sull'Isola che non c'é, come ha conosciuto Giglio Tigrato e Capitan Uncino? Potrebbero essere anche presupposti interessanti, se non ricadessero sul barbosissimo motivo del ragazzino prescelto, speciale e migliore di tutti perché lo ha detto qualcuno in una profezia. Senza contare che le domande più importanti (tra cui perché l'Uncino interpretato dal promettente Garrett Hedlund diventerà malvagio?) vengono accuratamente congelante per un sequel, rendendo il film ancor più sfilacciato e vacuo. Aggiungiamoci che il piccolo protagonista Levi Miller non é così fluido e naturale come la Saoirse Ronan bambina protagonista di Espiazione e il quadro é tutto fuorché roseo.