Oblivion
di
Roberto Vicario
La fantascienza é un genere decisamente inflazionato sotto più di un aspetto. Nella lunghissima storia dell'industria cinematografica americana, moltissimi registi si sono cimentanti in pellicole che trattano il futuro prossimo o remoto. Kubrick, Scott, Spielberg, Emmerich giusto per citare cineasti discretamente recenti hanno cercato di dare una visione personale di quello che sarà e di cosa succederà tra viaggio nello spazio, alieni e pianeti sconosciuti.
La new age del genere può contare registri che offro prospettive differenti, mischiando realtà e futuro in un miscuglio che, tenuto insieme dalla computer grafica, riesce a creare prospettive sia narrative che visive decisamente interessanti. District 9 di Neill Blomkamp ne é un esempio. A dare ulteriore linfa vitale ci pensa anche Joseph Kosinski (Tron: Legacy) con il suo Oblivion, progetto nato originariamente su carta sotto forma di graphic novel (in realtà, mai pubblicata), e successivamente adattato al grande schermo dopo che Tom Cruise si é letteralmente innamorato del soggetto.
La storia parla di una terra completamente distrutta dopo che una razza aliena, chiamata scavenger, ha distrutto la luna facendo collassare il clima e provocando una miriade di calamità naturali. La salvezza per la razza umana é però rappresentata da Titanium un pianeta con un clima adatto alla razza umana. Sulla terra rimangono solo due tecnici che effettuano manutenzione di sentinelle con la funzione proteggere dei potenti macchinari che prosciugano l'acqua dei mari utile a fornire energia per il proliferare della vita sul nuovo pianeta. Tutto cambierà quando sulla terra atterrerà una navicella con dentro scienziati umani, che le sentinelle riconosceranno come nemici.
Nelle due ore e mezza che accompagnano la proiezione, Kosinski ci offre una visione post apocalittica della terra, un lavoro sicuramente meno sperimentale di quello fatto con Tron: Legacy ma che allo stesso tempo gioca ancora a favore del reparto audio visivo, sacrificando qualcosa in termini di trama, ma creando contesti d'impatto e suggestivi ed in grado di avvolgere lo spettatore, con grande merito anche della splendida fotografia ad opera del premio oscar Claudio Miranda. Una serie di location realistiche e decisamente nostalgiche che fanno trasparire il carattere e la volontà del personaggio di tornare ad un passato che non c'é più, si alternano a suggestivi paesaggi creati ad hoc con l'usufrutto della computer grafico ed in grado di sprigionare tutta la visionaria immaginazione di Kosinski.
In tutto questo Jack Harper (Tom Cruise) si muove con la classica disinvoltura dell'eroe in grado di trovare sempre la cosa giusta fare, un ruolo quasi sempre riuscito a Cruise e che in questa pellicola torna prepotentemente alla ribalta. Il buono, nostalgico e ardito ricercatore della verità, nonostante una opinabile banalità di fondo, calza a pennello sulla pelle dell'attore americano, che grazie ad un plot narrativo “Cruisecentrico”, porta sullo schermo quel carisma che in più di una pellicola ha saputo distinguerlo dai suoi colleghi.
La derivazione del fumetto é comunque percepibile e la dinamicità e la velocità con la quale si susseguono i fotogrammi in più di una occasione rimandano in maniera netta e spregiudicata alle dinamiche tipiche dei comic movie.
In parole povere ci troviamo quindi davanti ad un Kosinski che abbandona la sperimentazione a favore invece di una canonizzazione del prodotto. Ed é forse questo che evita l'effetto noia, ma anzi spinge lo spettatore a scoprire il puzzle semplice ma coinvolgente che la sceneggiatura ed il montaggio sono stati abili a costruire. Si poteva osare sicuramente qualcosa di più ma in linea di massima ci riteniamo soddisfatti di quello che é stato realizzato. Tornando sempre ad una valutazione tipica dei parametri di critica cinematografica ci sentiamo di affibbiare ad Oblivion un validissimo 3/5. Voi cosa ne pensate?
La new age del genere può contare registri che offro prospettive differenti, mischiando realtà e futuro in un miscuglio che, tenuto insieme dalla computer grafica, riesce a creare prospettive sia narrative che visive decisamente interessanti. District 9 di Neill Blomkamp ne é un esempio. A dare ulteriore linfa vitale ci pensa anche Joseph Kosinski (Tron: Legacy) con il suo Oblivion, progetto nato originariamente su carta sotto forma di graphic novel (in realtà, mai pubblicata), e successivamente adattato al grande schermo dopo che Tom Cruise si é letteralmente innamorato del soggetto.
La storia parla di una terra completamente distrutta dopo che una razza aliena, chiamata scavenger, ha distrutto la luna facendo collassare il clima e provocando una miriade di calamità naturali. La salvezza per la razza umana é però rappresentata da Titanium un pianeta con un clima adatto alla razza umana. Sulla terra rimangono solo due tecnici che effettuano manutenzione di sentinelle con la funzione proteggere dei potenti macchinari che prosciugano l'acqua dei mari utile a fornire energia per il proliferare della vita sul nuovo pianeta. Tutto cambierà quando sulla terra atterrerà una navicella con dentro scienziati umani, che le sentinelle riconosceranno come nemici.
Nelle due ore e mezza che accompagnano la proiezione, Kosinski ci offre una visione post apocalittica della terra, un lavoro sicuramente meno sperimentale di quello fatto con Tron: Legacy ma che allo stesso tempo gioca ancora a favore del reparto audio visivo, sacrificando qualcosa in termini di trama, ma creando contesti d'impatto e suggestivi ed in grado di avvolgere lo spettatore, con grande merito anche della splendida fotografia ad opera del premio oscar Claudio Miranda. Una serie di location realistiche e decisamente nostalgiche che fanno trasparire il carattere e la volontà del personaggio di tornare ad un passato che non c'é più, si alternano a suggestivi paesaggi creati ad hoc con l'usufrutto della computer grafico ed in grado di sprigionare tutta la visionaria immaginazione di Kosinski.
In tutto questo Jack Harper (Tom Cruise) si muove con la classica disinvoltura dell'eroe in grado di trovare sempre la cosa giusta fare, un ruolo quasi sempre riuscito a Cruise e che in questa pellicola torna prepotentemente alla ribalta. Il buono, nostalgico e ardito ricercatore della verità, nonostante una opinabile banalità di fondo, calza a pennello sulla pelle dell'attore americano, che grazie ad un plot narrativo “Cruisecentrico”, porta sullo schermo quel carisma che in più di una pellicola ha saputo distinguerlo dai suoi colleghi.
La derivazione del fumetto é comunque percepibile e la dinamicità e la velocità con la quale si susseguono i fotogrammi in più di una occasione rimandano in maniera netta e spregiudicata alle dinamiche tipiche dei comic movie.
In parole povere ci troviamo quindi davanti ad un Kosinski che abbandona la sperimentazione a favore invece di una canonizzazione del prodotto. Ed é forse questo che evita l'effetto noia, ma anzi spinge lo spettatore a scoprire il puzzle semplice ma coinvolgente che la sceneggiatura ed il montaggio sono stati abili a costruire. Si poteva osare sicuramente qualcosa di più ma in linea di massima ci riteniamo soddisfatti di quello che é stato realizzato. Tornando sempre ad una valutazione tipica dei parametri di critica cinematografica ci sentiamo di affibbiare ad Oblivion un validissimo 3/5. Voi cosa ne pensate?