Past Lives, recensione: un debutto “triangolare” straordinario
Celine Song firma uno dei debutti più belli degli ultimi anni con Past Lives, che racconta con sorprendente efficacia come l’amore e il senso di appartenenza non funzionino a compartimenti stagni.
Insieme a Passages di Ira Sachs, Past Lives è il film che più di ogni altro ha saputo raccontare la contemporaneità nel 2023. Nessun altra pellicola infatti ha catturato con tanta precisione e con uno sguardo altrettanto acuto cosa significhi avere una relazione nel tempo di Internet, del multiculturalismo, dei confini e degli stereotipi di genere sempre più porosi.
Considerando che Celine Song è qui al debutto in veste di regista cinematografica, pur avendo un’importante carriera teatrale alle spalle, Past Lives diventa un traguardo ancor più impressionante. Fatte salve un paio si brevi scene in cui si percepisce un certo senso di “posticcio” per come si muove la cinepresa e come sono disposte le comparse infatti, questo lungometraggio si sviluppa con un senso visivo per la narrazione e un livello di ricercatezza che raramente si trovano nei debutti.
Quella scena del bar di Past Lives Celine Song l’ha vissuta per davvero
Ad aiutare Song c’è forse il fatto che questa storia l’ha tirata fuori dal suo vissuto personale. Il film si apre con una potentissima rottura della quarta parete. I tre protagonisti del film, che ancora non conosciamo, sono seduti al bancone di un elegante bar newyorkese. Due personaggi fuori campo, di cui sentiamo solo le voci, li spiano e tentano di capire quale sia il rapporto tra di loro. La bella donna asiatica che conversa con il giovanotto coreano al suo fianco sta con lui? Perché allora si volta e parla con un ragazzo bianco e sembra reggere il moccolo ai due? Che sia lui il compagno di lei e l’altro l’amante in una relazione aperta? A un certo punto Nora si gira verso la cinepresa e ci guarda dritto negli occhi,comunicando col suo sguardo mistero, malizia, orgoglio.
Dietro Nora c’è Celine Song. La scena del bar le è capitata davvero quando si è ritrovata a fare da interprete tra il marito Justin Kuritzkes (nuovo sceneggiatore di fiducia di Luca Guadagnino) e il suo primo amore, che non parlava che pochissime parole d’inglese. In merito all’esperienza che ha ispirato questo film, Song ha dichiarato: “Ero seduta lì tra questi due uomini che mi amavano in modi diversi, in due lingue diverse e due culture diverse. E io ero l'unico motivo per cui questi due uomini parlavano tra loro”.
In Past Lives Celine Song rielabora questa esperienza in un film che dimostra una sensibilità non comune nel rappresentare come il luogo in cui viviamo, la vita che conduciamo plasmino noi e l’amore che proviamo verso gli altri. Nora è originaria della Corea, dove da bambina si innamora di un compagno di scuola, ricambiata. I due vengon separati dalla partenza della famiglia di Nora, che si trasferisce prima in Canada, poi negli Stati Uniti. Il film fotografa tre momenti distinti della vita di Nora: il presente, che la vede sposata a un ragazzo newyorkese ebreo, il momento in cui 12 anni prima conosce il futuro marito e quello in cui, 24 anni prima, viene divisa da quello che, chissà, forse sarebbe stato suo marito se la sua famiglia fosse rimasta in Corea.
In effetti la lontananza è il fattore principale che tiene separati Hae Sung e Nora. O almeno così sembra dopo 12 anni dalla loro separazione, quando lei viene ricontattata da lui via social. Si sentono su Skype, rientrano uno nella vita dell’altra. L’impressione è che Nora non fosse mai uscita davvero dalla mente di Hae. Nora è irretita dal ritorno di Hae, dalla relazione speciale che s’instaura con lui in via virtuale. Entrambi però sono ambiziosi e finiscono per dimostrarsi più innamorati di sé e del proprio futuro che dell’altro.
12 anni più tardi, quando lui arriva a New York per una vacanza che in realtà è il suo tentativo di mettere fine a una dipendenza affettiva - in un modo o per l’altro - gli equilibri sono ancora una volta cambiati.
L’amore tra geografia e tecnologia
Past Lives infatti non è un semplicistico racconto di come due anime gemelle vengano separate, anzi. È, proprio come Passages, una storia iper-contemporanea di come la geografia e la tecnologia plasmino le nostre identità e i nostri amori. Nel film si parla di una leggenda coreana che vuole che due anime possano avere una connessione tale da ritrovarsi, vita dopo vita, sfiorandosi o amandosi. Nei fatti però Past Lives va esattamente nella direzione opposta. Questa influenza la esercitano la lingua, la società, la tecnologia che ci circondano. Song mette insieme un film acutissimo nel raccontare il cambiamento di una persona nata in un contesto culturale ma poi cresciuta in un altro, la sua “differenza” sia rispetto a chi è rimasto sia rispetto a chi conosce solo la lingua del luogo in cui vive.
Past Lives scrive in questo senso pagine bellissime. La maturità e il grado di sfumature con cui affronta i suoi temi sono resi evidenti da come venga ritratto il marito caucasico. John Magaro nei panni di Arthur non è né il cattivo della situazione né l’uomo insensibile e geloso. Anzi, è proprio lui ad aiutare Nora a mettere a fuoco i suoi sentimenti, a spingerla a vedere l’altro. C’è una scena potentissima in cui Nora e Arthur discutono dell’arrivo del primo amore di lei e lui le rivela come il fatto di non capire la lingua in cui lei sogna, il coreano, per lui sia motivo di dolore. Arthur prova insicurezza perché non è certo di avere per Nora il ruolo rilevante, fondamentale che lei ha per lui nella sua vita e lo confessa con un senso di fragilità commovente. ****C’è una parte di Nora che è solo sua, che né gli amici statunitensi né i parenti coreani colgono.
Particolarmente incisivo è anche il passaggio in cui Nora racconta l’incontro con Hae Sung al marito, continuando a ripetergli quanto l’ex sia così coreano, tanto coreano, irrimediabilmente coreano. Anche lei è coreana, ma in modo così differente che l’incontro con l’ex, di contro, ne ha aumentato il senso di appartenenza al contesto statunitense. Non c’è bisogno di essere coreani in America per capire quando Song faccia centro. Basta essersi trovati una volta in un contesto culturale differente dal proprio, a tentare di spiegare qualcosa in una lingua non propria e un altro che può capire fino a un certo punto di che si sta parlando.