Povere creature! regala a Emma Stone la performance della vita: la recensione del film
Nel ruolo di una novella creatura di Frankenstein, Emma Stone vola verso il suo secondo Oscar: Lanthimos ancora una volta la fa brillare in Povere creature. La recensione.
Bella, di nome e di fatto, una mostruosa erede della creatura di Frankenstein: Emma Stone in "Povere Creature!" si appropria di un ruolo iconico. Fortunatamente, il romanzo di Alasdair Gray da cui è tratta la pellicola è un testo visionario e barocco che richiede un regista avvezzo a una dimensione visiva surreale e onirica. In sala stampa, scherzando, si diceva che se non fosse stato per Lanthimos, probabilmente questo adattamento se lo sarebbe accaparrato un Tim Burton, un Jonathan Glazer o uno dei loro epigoni.
Invece è stato il regista greco a metterci le mani, uno capace di costruirsi una solida carriera hollywoodiana senza rinunciare alla sua spiccata voce autoriale. Così, dopo "The Lobster" e "La Favorita", Lanthimos torna a bussare alla porta degli Oscar, rinnovando il suo sodalizio artistico con l'attrice de "La La Land". Entrambi qui raggiungono vette altissime e tirano fuori il meglio l'uno dall'altra. Stone deve a Lanthimos il passaggio dall’essere una star a un'attrice presa davvero sul serio, Lanthimos è riuscito ad arrivare al grande pubblico anche grazie a lei.
In "Povere Creature!" lui le cuce addosso un ruolo iconico con un affetto simile alla venerazione in un film che la proietta in testa alla corsa per la statuetta di miglior attrice. Lanthimos regala a Stone uno di quei ruoli per cui, si dice, "un'attrice ucciderebbe". Esattamente come era accaduto per “La favorita”, ma con una magnitudo ancora maggiore. Lei lo ripaga con una performance fenomenale, che conferma, certifica e cementifica ancora di più il suo status di grande interprete, proiettandola tra i nomi che definiscono una generazione.
Un grande film, quindi, "Povere Creature!", destinato forse a perdere il Leone d'Oro: il destino di tutte le grandi pellicole che partono favorite per il papato veneziano, ma escono dal conclave della giuria della Mostra ancora da vescovi. Il punto è proprio questo, però: "Povere Creature!" è così riuscito che questo premio lo può solo perdere.
Continua a leggere la recensione di "Povere Creature!" di Yorgos Lanthimos:
La trama di "Povere Creature!"
Bella Baxter (Emma Stone) è una giovane donna con la mente di una bambina di appena 5 anni. Frutto di un grottesco esperimento scientifico del dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe), Bella vive rinchiusa in una casa dove ogni giorno cresce intellettivamente di diversi mesi, così da diventare un'adolescente e poi una giovane donna in pochi mesi. Della vita precedente del suo corpo, Bella non ha memoria, a causa dell'esperimento.
Cresciuta al fianco di uno scienziato curioso ed eccentrico, Bella ha un modo buffo di parlare e una prospettiva ancora più bizzarra sul mondo: l'essere cresciuta lontano dalle convenzioni sociali la rende imprevedibile, acuta. Con l'aumentare della sua maturità, diventa impossibile tenerla confinata in casa. Bella strappa il permesso di lasciare Londra insieme all'avventuriero Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), partendo per un viaggio alla scoperta del mondo e del suo corpo di donna.
Wedderburn, Godwin e il promesso sposo McCandless tentano di controllare più o meno consapevolmente Bella, ma lei si dimostra impermeabile ai condizionamenti, rimanendo comunque una creatura curiosa, empatica, mai spaventata dall'esperienza, anche se potenzialmente negativa.
L'avventura che affronta Bella la riporta alle sue origini, passando in rapida successione attraverso tutte le fasi della sua maturità, guardando al lato più oscuro dell'essere umano e trovando sempre, incredibilmente, la luce della speranza.
Perché "Povere Creature!" è un film fenomenale
A rendere straordinario "Povere Creature!" e a catturare l'attenzione del pubblico sarà probabilmente Emma Stone, che offre la migliore interpretazione della sua carriera. Bella è una bambina intrappolata nel corpo di una donna, che soffre di una mancata coordinazione tra gli arti. Cammina in modo che ricorda un soldatino caricato a molla, gli occhi e le sopracciglia sembrano spesso muoversi in modo disordinato, l'articolazione della voce e la costruzione del suo linguaggio sono parimenti strani ma affascinanti. Stone dimostra un controllo eccezionale sul proprio corpo, rendendo in maniera incredibilmente naturale la camminata, lo sguardo e la parlata estremamente artificiale e robotica del personaggio.
Bella è inoltre una persona empatica e carismatica, il tipo di donna di cui tutti finiscono per innamorarsi. Stone cattura l'attenzione dello spettatore e conquista il suo affetto, rendendo appassionante e coinvolgente la sua storia anche nei passaggi più audaci, autoriali e difficili.
Al suo fianco c'è un Willem Dafoe nei panni di uno scienziato anti-convenzionale con un passato traumatico: un ruolo a rischio di stereotipo, che l'attore supera con facilità, costruendo un rapporto filiale bellissimo con la protagonista.Anche Mark Ruffalo e Ramy Youssef contribuiscono a arricchire la galleria di uomini che insegnano a Bella cosa la società si aspetti da una donna.
Lanthimos, con un passato cinico e castigatore che guarda con sfiducia al genere umano, qui punta tutto sull'empatia senza mai cedere al buonismo, anzi. Il punto è che Bella è una persona eccezionale e attraverso il suo vissuto in due ore, riflette su quanto sia difficile essere sinceri con se stessi, su quanto mentiamo in società e su come scappiamo per paura dal dolore. Bella, invece, prende di petto anche le esperienze peggiori, fino ad affrontare il boss finale del genere maschile: un uomo crudele, possessivo e manipolatorio.
Lanthimos, pur confezionando un film centrato su una donna che ne esalta la prospettiva e l'acume, non è qui per dirci "tutti gli uomini sono orrendi". Alcuni sono insalvabili e preferiscono cadere nella follia o nell'omicidio piuttosto che cedere di un millimetro sulla loro concezione di mascolinità. Altri, invece, riescono a reinventarsi, a mettere a fuoco i propri errori, spinti dall'eccezionalità di Bella, resi più forti dal suo affetto. Allo stesso modo, "Povere Creature!" è una risposta straordinaria a un certo nichilismo usato come scusa per rimanere indifferenti agli orrori del mondo.
Cosa dire poi della decisione, controcorrente in questi tempi, di Bella di scoprire sé stessa e il mondo attraverso il sesso,di capire la ricchezza facendo esperienza della povertà? Bella ricerca il piacere e prova di tutto, non rifugge dal dolore, ma sa come farne tesoro senza vivere nella paura, fino a capire chi sia e cosa fare per migliorare la società. Anche se a un certo punto le fa orrore e la trasforma in una sorta di Mercoledì parigina e disinibita.
Scrittura e regia straordinarie si affiancano a ottime performance, con un comparto tecnico all'altezza: le musiche di Jerskin Fendrix sono esuberanti e visionarie come la fotografia di Robbie Ryan, accompagnate dai costumi emblematici della maturazione della protagonista firmati da Holly Waddington.
Voto
Redazione
Povere creature! regala a Emma Stone la performance della vita: la recensione del film
Povere creature! è un nuovo piccolo di maturità, una punta d’eccellenza sia per Lanthimos sia per Stone. È un film provocante, graffiante e disinibito, che guarda dentro l’anima nera dell’umanità ma al contempo rassicura sulla possibilità di costruire un mondo migliore, senza risposte facili, ma senza arrendersi. Autoriale sì, ma godibilissimo e travolgente: da non perdere.