Recensione Ad Astra - Missione Classificata

Cosa c'è fermamente di nuovo, dalle parti del Red Carpet e del pianeta Nettuno?

Roy (Brad Pitt) è completamente dedito al lavoro.

Nel nuovo mondo (sia in tempi di pace sia in tempi di guerra) l'esplorazione dello spazio arriva ormai a livelli quasi industriali, quasi turistici. E Roy rappresenta plasticamente l'uomo nella nuova era delle esplorazioni spaziali. Non ha famiglia. Ha una compagna spesso e volutamente assente. Non ha figli perché "meglio non coinvolgere nessuno" in cose così rischiose. E viaggia continuamente tra stelle e pianeti. Strane radiazioni da Nettuno però (sì, l'uomo è arrivato anche lì) portano a danni e rischi per la Terra.


E Roy è contattato dall'agenzia spaziale americana per un viaggio verso quel lontano pianeta (80 giorni di viaggio...se parti da Marte!) verso quegli azzurri lidi. Ci sta un dettaglio: a guidare la piattaforma sperimentale su Nettuno era il padre di Roy, pioniere delle spedizioni spaziali e scomparso ormai da decenni. Ma questi strani sbalzi da Nettuno, fanno credere che il padre di Roy possa addirittura essere ancora vivo.

Brad Pitt nella veste di produttore si cuce questo film-abito su misura. Sceglie Liv Tyler come (assente) compagna, Tommy Lee Jones come padre e Donald Sutherland come sodale. Ne esce fuori un prodotto di artigianato fantascientifico in cui James Gray si muove secondo un canovaccio tradizionale. Così tradizionale da cedere ai più biechi stereotipi del genere commerciale: scimmie spaziali che attaccano gli umani, ammutinamenti su Bounty interplanetari e finali scontati ma che non sveleremo.


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