Recensione Avengers Endgame

Fine dei giochi?

di Roberto Vicario

La recensione che vi accingete a leggere è completamente priva di Spoiler. Una forma di rispetto nei vostri confronti che, in questi giorni, andrete al cinema per gustarvi l’epico finale di Avengers. Torneremo sui dettagli di trama e personaggi in un secondo articolo, tra qualche giorno.

Ventitré film. Undici anni di pellicole. Un unico, grande epilogo. Basterebbe probabilmente questo per descrivere Avengers: Endgame. Non un semplice film; non una semplice chiusura di un ciclo narrativo. Più semplicemente, l’epica conclusione di una vera e propria era cinematografica targata Marvel Studios.

Federico Buffa (noto giornalista sportivo di Sky), in uno dei suoi famosi video disse questa frase:”I mondiali hanno scandito i tempi della nostra vita”. Prendendo in prestito questo concetto, possiamo tranquillamente affermare che l’MCU ha scandito i tempi della vita di noi appassionati storici, di chi ha imparato ad amare i cinecomics proprio grazie a questi film, e di tante altre persone che portano nel loro cuore e nella loro mente momenti e personaggi di questo incredibile universo cinematografico.


Tutto questo si chiama Endgame e  i Russo - i registi di questa pellicola e del precedente Infinity War - si sono presi con coscienza l’ingrato compito di realizzare qualcosa che celebrasse, esaltasse e desse una prima epica chiusura a questo universo cinematografico.

Proprio per i motivi sopracitati, è difficile parlare di questo film senza incappare in spoiler, senza raccontarvi qualcosa che rovinerebbe un momento cruciale della lunghissima visione (ben 181 minuti). Perché, al di là di qualsiasi tipologia di analisi (che affronteremo in un secondo articolo, tra qualche giorno) Avengers: Endgame è un concentrato di emozioni, estreme, violente e non sempre piacevoli.

I Russo, sapendo di avere una vera e propria bomba ad orologeria tra le mani, hanno scelto la strada più diretta e coraggiosa, esagerando in tutto. E così troveremo picchi di epicità; estremi sentimentalismi con copiose lacrime che vi sfioreranno le guance; esagerati momenti comici a tratti quasi fastidiosi. Tutto, dall’inizio alla fine è un grande giro sulle montagne russe (o Russo, concedeteci la battuta). Una di quelle feste esagerate, quasi fastidiose per via dei loro eccessi, ma che alla fine ti coinvolge e ti fa godere di essere uno dei presenti alla festa.


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Il film, va detto, in alcuni momenti ha problemi di ritmo. La cottura che porta all’epico finale è di quelle lente e, tra una battuta e l’altra, forse, qualcosina si poteva anche tagliare. Nulla che rovini il film sia chiaro, ma che in qualche modo va ad impattare sullo stato psicologico dello spettatore. D’altronde, dopo l’incredibile cliffhanger di Infinity War, la tavola sembrava già piuttosto imbandita agli occhi dello spettatore, ed invece i Russo ci sorprendendo anche sotto questo aspetto, sparecchiando e apparecchiando nuovamente e cambiando alcuni ingredienti; e questi cambiamenti, richiedono del tempo per essere imbanditi.  

Ecco quindi che nuove figure - mancanti in Infinity War - entrano in gioco, prendendosi il loro spazio. Portando avanti un filone narrativo forse inedito per la saga, e proprio per questo motivo in grado di spiazzare inizialmente lo spettatore, che vedrà molte delle sue teorie probabilmente disattese. Va anche detto che, mentre in Infinity War si cercava di dare il giusto spazio ad ogni singolo supereroe, in questo Endgame  il minutaggio dei singoli soggetti si piega al volere della sceneggiatura. Una parola va spesa anche sulla regia dei Russo che, anche in questo capitolo finale della saga, dimostrano di essere perfettamente in grado di gestire in maniera praticamente impeccabile le scene corali, regalando momenti action di assoluto spessore visivo, supportati da una CGI di livello piuttosto elevato.

Insomma i difetti non mancano, e sarebbe stato quasi utopistico pensare alla perfezione. C’è così tanto in gioco che è innegabile che non a tutti piacerà quello che vedranno, come è assolutamente corretto affermare che le emozioni, a prescindere da fanatismi o meno, non mancheranno ed è in questo che Endgame si esalta.

Insomma, è davvero difficile giudicare Avengers: Endgame per quello che è. Semplicemente perché non parliamo di un film, ma di tanti film in uno. Di storie, personaggi, momenti e superpoteri che si intrecciano tra loro creando una instabile quanto piacevole serie di emozioni imperfette. E forse, proprio perché profondamente imperfette, sono quelle emozioni che ci porteremo dentro per tantissimo tempo, ricordando negli anni momenti come quelli visti. Solo questo, non vale il prezzo del biglietto?