Recensione Sofia
Sofia, ritratto di una società spietata, e della forza delle donne.
Esce un sala il 14 marzo, distribuito da Cineclub Internazionale Distribuzione, Sofia, il film premio per la miglior sceneggiatura nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2018. Scritto e diretto dalla regista marocchina Meryem Benm'Barek, classe 1984, opera prima dopo cinque cortometraggi, é uno di quei film che vorremmo vedere in più sale. Proposto, giustamente, solo in lingua originale con sottotitoli, in 85 minuti da' un affresco esaustivo e spietato della società, in questo caso marocchina, ma facilmente "esportabile" pressoché ovunque, delle dinamiche di potere che si verificano tre le varie classi sociali, e della complessità della figura femminile, ancora una volta vittima di una cultura patriarcale, ma capace di trovare le risorse per autodeterminarsi.
Sofia (Maha Alemi, attrice non professionista, perfetta nel ruolo) ventenne di Casablanca, vive con i suoi genitori, che stanno per fare il "salto" sociale tanto atteso. Durante un pranzo di famiglia la giovane accusa forti crampi allo stomaco, e la cugina Lena, ricca studentessa in medicina, capisce subito che la ragazza é incinta senza saperlo (un caso, non isolato, di "diniego di gravidanza" , meccanismo psicologico di difesa). Il problema é che in Marocco, l'articolo 490 del codice penale prevede da un mese ad un anno di reclusione per le relazioni sessuali al di fuori del matrimonio.
Attorno a questa "spada di Damocle" si sviluppa il film, che, in cerca di un padre "legittimo" indaga senza filtri l'ipocrisia che spesso regge i rapporti umani, governati da differenze di classe profonde, che non lasciano scampo e riducono gli spazi di libertà delle persone. Spiega infatti la regista :"la mia storia é nata in modo spontaneo quando ho iniziato a domandarmi come un dramma di questo tipo potesse essere rivelatore del funzionamento di una società i tutti i suoi aspetti" - ricordandosi di una storia simile sconvolgente che la madre le aveva raccontato quando lei era ancora adolescente.
Ed é così che la giovane Benm'Barek riesce a girare un piccolo film che contiene tanti e grandi temi: il patriarcato, ma la forza delle donne che seppur "piegate" socialmente riescono a volgere a proprio favore le situazioni, diventando "matriarche" strategiche, e avendo un grande senso della sorellanza e della solidarietà. Il fascino della storia infatti,sta nella figura di Sofia, che non accetta di considerarsi "vittima" , ma con una forte determinazione lotta per avere ciò che le spetta e ciò che la società pretende che lei abbia. Un film profondo, che scava nella diseguaglianza e la mostra in tutta la sua "ingiustizia". Un film decisamente "politico" e necessario.