Recensione The vanishing - Il mistero del faro
Un thriller ripercorre il mistero dei guardiani del faro delle isole Flannan
Il mistero del faro di Eilean Mòr ha solleticato la fantasia di scrittori e artisti sin dal dicembre 1900, quando un piroscafo di passaggio vicino all’inospitale isola delle Ebridi Esterne (al largo della costa occidentale della Scozia) notò che la struttura non era in funzione. La luce del faro non brillava, anche se sull’isola inospitale (poco più di uno scoglio, senza alcun tipo di risorsa) erano presenti tre uomini incaricati di mantenerla sempre in funzione.
Isolati dal mondo per sei settimane tra le consegne cadenzate di provviste alimentari e generi di conforto, James Ducat, Thomas Marshall e “l’occasionale” Donald MacArthur non vennero mai più rivisti. Quando a fine mese arrivarono le nuove riserve di cibo, gli uomini incaricati di consegnarle scoprirono che l’isola era deserta. L’isola venne setacciata da cima a fondo, si cercarono i corpi dei tre in mare, ma i tre guardiani del faro erano scomparsi senza lasciar traccia. Il diario di Marshall riportava brevi appunti riguardanti una terribile tempesta abbattutasi su Eilean Mòr sin dal 12 dicembre, spaventando a morte i tre uomini e conclusasi solo il 15 dicembre, proprio nel giorno dell’avvistamento del faro spento. L’ultima frase recitava “Dio è sopra ogni cosa”.
La stampa dell’epoca diede grande risalto alla vicenda e le ipotesi più improbabili cominciarono a circolare. L’investigazione ufficiale accertò che con tutta probabilità i tre uomini erano stati inghiottiti da un’onda spaventosa mentre cercavano di fissare alcune attrezzature con le funi ritrovate su un’estremità dell’isola, ma non mancò chi parlò di terribili mostri marini o della follia omicida e suicida di uno dei tre guardiani. Dai poeti scozzesi fino ai Genesis, in tanti hanno usato l’enigma senza risposta del faro di Eilean Mòr come punto di partenza per la loro creazione artistica. Stavolta è il turno del regista danese Kristoffer Nyholm, che dopo i successi televisivi di Taboo e The Killing dirige un thriller cinematografico, The Vanishing.
I tre protagonisti di questo thriller di fattura classica e dall’ambientazione da lupi di mare sono proprio i tre uomini del caso di cronaca, interpretati dai redivivi Gerard Butler e Peter Mullan, con l’aggiunta di Connor Swindells (appena visto in Sex Education). Il ragazzo è Donald, un giovane lavoratore occasionale che approda per la prima volta sull’isola con i veterani Thomas e James, che via via gli spiegano come affrontare un lavoro che può essere brutale. L’isola è brulla e spoglia, il tempo da lupi, la notte percorsa dall’incessante ticchettio dei meccanismi del faro e dalle occasionali urla di Thomas, perseguitato dal ricordo della moglie e delle figlie morte.
Una mattina il cane che fa compagnia ai tre sull’isola annuncia abbaiando l’arrivo di una novità inaspettata, un imprevisto. Donald e gli altri corrono a uno degli scogli a picco sul mare e vedono nella piccola calla sottostante una scialuppa distrutta, il corpo di un uomo apparentemente senza vita e una misteriosa cassa di legno. Quella di The Vanishing è chiaramente una ricostruzione fittizia che, a partire dal risultato finale (la scomparsa dei tre guardiani dall’isola) e dalle premesse realistiche del loro arrivo in un luogo tanto inospitale, tesse una storia personale, ad uso e consumo degli amanti del thriller.
La tensione comincia a salire, grazie a un paio di svolte narrative selezionate dal catalogo delle casistiche più classiche (e più efficaci) del genere. Cosa contiene la cassa? Chi era l’uomo che la trasportava? Cosa fare del suo cadavere, come avvertire la terra ferma con la radio fuori uso? The Vanishing attinge con generosità alla mitologia dei fari e dei loro guardiani: tempeste ululanti, notti infinite, una solitudine che attanaglia e può persino rendere folli. Prevedibilmente le incognite introdotte dalla cassa di legno e dallo sconosciuto morto cambiano gli equilibri nel terzetto dei protagonisti, rivelando le debolezze di un terzetto di reietti dalla società, costretti per sopravvivere a svolgere uno dei lavori meno desiderabili sul mercato.
Come già dimostrato nella sua lunga carriera televisiva, Kristoffer Nyholm è un profondo conoscitore della tensione su schermo e sa quali fili tirare per trasformare un luogo inospitale e tetro una trappola mentale in cui ogni ombra nasconde un segreto inconfessabile, una paura mortale. Anche i tre interpreti fanno il giusto, con facce già scavate profondamente dalla salsedine e da dolori antichi e nuovi, risultando credibili nel ruolo dei tre guardiani. Quindi? Quindi The Vanishing è il classico film che fa tutto bene (scivolando giusto un po’’ nel finale su una chiusa “bizzarra”, gestita non nel migliore dei modi) e purtroppo nulla più.