Regression

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A distanza di 6 lunghi anni dalla sua ultima apparizione cinematografica, Alejandro Amenàbar, torna a dirigere un film in lingua inglese (il terzo della sua carriera) tornando ad esplorare tematiche e immagini che lo hanno reso famoso sin dal suo esordio e fino al bellissimo The Others.

Da tempo il declino di questo regista sembra non trovare fine, con prodotti estremamente costosi come Agora che hanno floppato malamente al botteghino. Con Regression il regista spagnolo prova a tornare sulla scia qualitativa di film come Tesis o Mare Dentro, ci sarà riuscito? scopriamolo insieme!



Satanismo…insipido!



Il film prende in esame una serie di casi realmente accaduti negli Stati Uniti d'America a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90, i tristemente famosi “Satanic Ritual Abuse”. Tutto inizia in Minnesota, quando una ragazza diciassettenne di nome Angela (Emma Watson), accusa il padre di stupro e satanismo. L'FBI decide di assegnare il caso al detective Bruce Kenner (Ethan Hawke) che si farà aiutare da un esperto psichiatra specializzato in ipnosi regressiva, il professor Kenneth Raines (David Thewlis). L'indagine scoperchierà fatti ben più gravi di quelli che inizialmente si potevano immaginare, mettendo a dura prova le convinzioni e i pensieri del detective Kenner…

Regression, non é un brutto film. Per tutta la durata della pellicola le immagini e la sceneggiatura tengono discretamente alta l'attenzione, scivolando poi su un finale che, tragicamente, scivola compromette parzialmente una pellicola che comunque possiede, alla base base, diverse pecche.

Diario degli sviluppatori: Storia


Il grosso problema del film diretto dal regista spagnolo é che a tratti ci é sembrata un'esecuzione svogliata, in grado di non prendere una decisione chiara, mandando quasi in confusione lo spettatore. Il lungometraggio vuole essere un omaggio ai film del filone “satanista” in auge negli anni '70 (per stessa ammissione di Amenabar), salvo poi virare su una trama e una sceneggiatura da thriller da anni '90 con elementi di introspezione mal gestiti.

Regression é quindi una sorta di ratatouille di generi che non trovano un punto d'equilibrio, facendo così perdere mordente ad una storia che fino alla metà riesce comunque ad appassionare, grazie anche ad una perfettamente gestione della suspence, salvo poi telefonare allo spettatore un finale che negli ultimi minuti letteralmente distrugge tutto quello che si é faticosamente costruito prima. Senza contare alcuni passaggi introspettivi e disturbarti a livelli psicologico, ma che in realtà toccano solo con estrema superficialità le tematiche che il film stesso cerca di trasformare in accuse.

Regression


Un peccato, perché a conti fatti, le interpretazioni di Ethan Hawke e della stessa Watson, su cui regge gran parte della pellicola, non ci sono per niente dispiaciute. Hawke é ormai un attore navigato ed esperto, in grado di trasmettere al pubblico il proprio personaggio in maniera perfetta. La Watson, invece, si mette alla prova con una parte non semplicissima ma che pur con qualche sbavatura, riesce a rendere credibile.

Regression é questo. Prendere o lasciare. Amenàbar non riesce nemmeno questa volta a uscire da un impasse che dura, in maniera preoccupante, da troppi anni ormai. Sceneggiatura e tematica sono completamente buttate via con un prodotto che rasenta la sufficienza ma non si spinge oltre. Ci voleva più coraggio? probabilmente si, ma non solo quello. Serviva una direzione precisa. Incanalare il prodotto cinematografico in un filone ed esplorare quello sino in fondo, senza lasciare al caso troppi elementi che invece galleggiano per tutta la durata della pellicola, senza però mai riuscire ad andare in porto.

Arriviamo così alla fatidica domanda finale: lo consigliate? prendendo in prestito il modo della pellicola, la nostra risposta é “ni”. Se siete amanti di questo filone e di quei thriller a sfondo semi religioso/psicologico allora - abbassando di molto le dovute aspettative - provate comunque a dargli un occhio perché, come detto poche righe sopra, setting e attori valgono comunque il prezzo del biglietto. Se siete invece fan del regista spagnolo o di film introspettivi e di qualità che oltre a toccare tematiche delicate le approfondiscono in maniera credibile, lasciate perdere perché Regression non é nulla di tutto questo…purtroppo.

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