Sei Ancora Qui
La sedicenne Veronica vive in una cittadina dell’Illinois e, come quasi tutti i suoi concittadini, 10 anni prima ha perso un suo caro (il padre) nel cosiddetto ‘Evento’, una specie di esplosione nucleare conseguenza di un esperimento scientifico top secret andato male. L’incidente ha cancellato i corpi di milioni di persone nel nord degli Stati Uniti, ma ha lasciato una loro traccia perenne: come tanti fantasmi, i ‘redivivi’ continuano ad apparire ogni giorno all’ora in cui sono morti, impegnati nell’ultima attività che svolgevano al momento dell’esplosione, e poi scompaiono nuovamente. Presenze mute, eteree e innocue. Almeno fino a quando Veronica non entra in contatto con Brian, un redivivo mai visto prima, che inizia a perseguitarla. Forse i redivivi non sono poi così innocui...
Prendete la serie tv Les revenants, mescolatela con Le verità nascoste di Robert Zemeckis, aggiungete un paio di plot twist ‘alla Shyamalan’, affidate il ruolo principale a una star emergente e servite il tutto in una patinata confezione young adult.
Come avrete già intuito, Sei ancora qui, thriller soprannaturale tratto dall’omonimo romanzo di Daniel Waters, non brilla certo per originalità: troppi sono i debiti che la sceneggiatura di Jason Fuchs (tenetelo d’occhio, il ragazzo ha stoffa) ha nei confronti delle sopracitate opere e anche la storia spesso finisce per barare con le regole che lei stessa si è data (Quali sono i reali poteri dei redivivi? Perché alcuni di loro NON appaiono mentre fanno quello che effettivamente stavano facendo prima di morire? Possibile che nessuno sia stato in grado di identificare Brian dopo la sua morte? Che significato ha la scena dei pesci?).
Nonostante questi difetti, però, il risultato finale è un thriller di buona fattura, in grado di tenere alta l’attenzione dello spettatore fino alla fine e capace pure di infilare qua e là qualche riflessione non banale sui legami familiari e sul senso della perdita delle persone care. Il finale aperto, poi, lascia anche uno spiraglio per un possibile sequel.
In questo, la pellicola è sorretta da qualità tecnica elevatissima, da una ambientazione convincente (il gelido inverno dell’Illinois), da una regia (di Scott Speer, Il sole a mezzanotte) asciutta e poco televisiva e da un gruppo di attori in discreta forma: la lanciatissima Bella Thorne non sfigura al suo primo ruolo di protagonista assoluta, più incisivi Richard Harmon, un Tobey Maguire in versione dark e il redivivo Dermot Mulroney (ve lo ricordate ne Il matrimonio del mio migliore amico?).