Sicario
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Dopo Prisoners, Denis Villeneuve debutta in maniera totale all'interno del cinema hollywoodiano. Con Sicario ci racconta una storia che pur strizzando l'occhio al mondo dei blockbuster, ci ha colpito per profondità, estetica e ritmo. Un film che senza troppi giri di parole ci ha riportato alla memoria quel Michael Mann cinico, dalle immagini sporche e disturbanti. Che sia Villeneuve il suo erede? scopriamolo…
Sicario ci racconta la storia di Kate (Emily Blunt) e del suo compagno Matt (Josh Brolin), due agenti dell'FBI che decidono di prendere parte ad una pericolosissima task force organizzata dal governo americano in quel di Juarez, uno del luoghi più pericolosi del Messico. La missione é quella di debellare un cartello della droga, e per farlo il team si appoggia ad un coriaceo ma allo stesso tempo misterioso consulente chiamato Alejandro Gillick, interpretato da un sontuoso Benicio del Toro. Come spesso accade, la missione porterà man mano a galla inquietati informazioni sul governo e sulla reale entità della missione…
Sicario é un passo importantissimo nella carriera di Villeneuve. Già in passato con l'inquietante Prisoners e l'ancora più particolare Enemy, ci aveva dato prova di un'ottima gestione delle immagini, in grado di portare lo spettatore “dentro” il film, avvolgendolo e non lasciandolo mai scappare via.
Con Sicario succede esattamente la stessa cosa. Si parte con delle immagini bellissime, da cartolina, che piano piano, come se ci trovassimo all'interno di gironi danteschi, ci portano nelle viscere di una storia che ti rapisce la mente, ti attacca ai suoi personaggi e non ti lascia più sino alla fine.
E' incredibile come tutto risulti sapientemente dosato in questa pellicola. La fotografia di Roger Deakins é qualcosa di superlativo, e ci regala momenti iconici ed incredibili; “Cartoline” che riescono a raccontarci una Juarez pericolosa, perversa, sporca e cattiva, attraverso semplici immagini. In tutto questo poi si fa largo la mano dello stesso Villeneuve che con quella cura maniacale per i particolari, quello studio sul ritmo (sempre molto blando, con qualche piccola accelerata per le scene d'azione), il sapiente dosaggio dei dialoghi (davvero ridotti al minimo) ci ha ricordato tantissimo un Michael Mann in piena estati creativa. E poi, non dimentichiamoci la sceneggiatura di Taylor Sheridan, in grado di ricamare una storia che passa con una facilità estrema dai classici film basati sulla vendetta, all'action più classico sino ad arrivare al thriller politico.
La sceneggiatura é servita anche per dare la possibilità agli attori di esprimere una recitazione importante, basata su personaggi dal forte impatto narrativo. Benicio del Toro si trova davanti ad una delle sue migliori interpretazioni di questi ultimi anni (ci sarebbe la comparsata in Guardiani della Galassia come Il Collezionista, ma quello é un altro discorso…). Emily Blunt sorregge insieme a Del Toro il film sulle sue spalle mostrandoci un personaggio irrequieto, mosso dalla vendetta, fragile per la sua inesperienza ma allo stesso tempo determinato a fare quello che é giusto. E poi c'é Brolin, un attore che con la sua esperienza arricchisce in maniera fantastica tutte le scene in cui é presente.
Un'ultima menzione spetta anche al comparto sonoro che, soprattutto nelle scene d'azione, rende ancora più credibile e coinvolgente il contesto all'interno del quale si sviluppa la scena e con una colonna sonora in grado di giocare in maniera molto intelligente con le immagini.
Insomma, il regista franco-canadese, con Sicario, ci porta in scena non solo una maturazione sempre più marcata, e un tratto assolutamente distintivo e personale, ma ci regala anche un film che mostra una maturità incredibile sotto l'aspetto narrativo, senza però disdegnare passaggi che strizzano l'occhio al cinema di intrattenimento action, che tanto é amato in quel di Hollywood.
Un film lento, costante, ma con diverse accelerate inaspettate (leggasi scene d'azione) che quasi spiazzano perché in fondo, anche nella sua costanza, il film rapisce grazie agli elementi che abbiamo citato sopra, regalandoci immagini da urlo, personaggi pazzeschi e una storia incredibile. Solamente rimanendo impermeabili a questa bellezza Sicario non vi piacerà, ma con l'impalcatura messa in piede da Villeneuve sarà davvero difficile non rimanere affascinata da una Juarez mai così ben raccontata…occhio agli Oscar!
Come avrete capito, non solo Sicario ci é piaciuto, e vi consigliamo di andare vederlo, ma questa proiezione ci ha anche confortato per il futuro, sapere che un regista come Denis Villeneuve ha in mano il sequel di Blade Runner, ci lascia ben sperare per quello che succederà in futuro con questo importantissimo titolo. Di sicuro, dopo Prisoners, Enemy e ora Sicario il regista si presenta davvero benissimo. Incrociamo le dita e speriamo non ci deluda.
Un'oscura frontiera che affascina…
Sicario ci racconta la storia di Kate (Emily Blunt) e del suo compagno Matt (Josh Brolin), due agenti dell'FBI che decidono di prendere parte ad una pericolosissima task force organizzata dal governo americano in quel di Juarez, uno del luoghi più pericolosi del Messico. La missione é quella di debellare un cartello della droga, e per farlo il team si appoggia ad un coriaceo ma allo stesso tempo misterioso consulente chiamato Alejandro Gillick, interpretato da un sontuoso Benicio del Toro. Come spesso accade, la missione porterà man mano a galla inquietati informazioni sul governo e sulla reale entità della missione…
Sicario é un passo importantissimo nella carriera di Villeneuve. Già in passato con l'inquietante Prisoners e l'ancora più particolare Enemy, ci aveva dato prova di un'ottima gestione delle immagini, in grado di portare lo spettatore “dentro” il film, avvolgendolo e non lasciandolo mai scappare via.
Con Sicario succede esattamente la stessa cosa. Si parte con delle immagini bellissime, da cartolina, che piano piano, come se ci trovassimo all'interno di gironi danteschi, ci portano nelle viscere di una storia che ti rapisce la mente, ti attacca ai suoi personaggi e non ti lascia più sino alla fine.
La sceneggiatura é servita agli attori a dare ulteriore spessore a personaggi dal forte impatto narrativo.
E' incredibile come tutto risulti sapientemente dosato in questa pellicola. La fotografia di Roger Deakins é qualcosa di superlativo, e ci regala momenti iconici ed incredibili; “Cartoline” che riescono a raccontarci una Juarez pericolosa, perversa, sporca e cattiva, attraverso semplici immagini. In tutto questo poi si fa largo la mano dello stesso Villeneuve che con quella cura maniacale per i particolari, quello studio sul ritmo (sempre molto blando, con qualche piccola accelerata per le scene d'azione), il sapiente dosaggio dei dialoghi (davvero ridotti al minimo) ci ha ricordato tantissimo un Michael Mann in piena estati creativa. E poi, non dimentichiamoci la sceneggiatura di Taylor Sheridan, in grado di ricamare una storia che passa con una facilità estrema dai classici film basati sulla vendetta, all'action più classico sino ad arrivare al thriller politico.
La sceneggiatura é servita anche per dare la possibilità agli attori di esprimere una recitazione importante, basata su personaggi dal forte impatto narrativo. Benicio del Toro si trova davanti ad una delle sue migliori interpretazioni di questi ultimi anni (ci sarebbe la comparsata in Guardiani della Galassia come Il Collezionista, ma quello é un altro discorso…). Emily Blunt sorregge insieme a Del Toro il film sulle sue spalle mostrandoci un personaggio irrequieto, mosso dalla vendetta, fragile per la sua inesperienza ma allo stesso tempo determinato a fare quello che é giusto. E poi c'é Brolin, un attore che con la sua esperienza arricchisce in maniera fantastica tutte le scene in cui é presente.
Un'ultima menzione spetta anche al comparto sonoro che, soprattutto nelle scene d'azione, rende ancora più credibile e coinvolgente il contesto all'interno del quale si sviluppa la scena e con una colonna sonora in grado di giocare in maniera molto intelligente con le immagini.
Insomma, il regista franco-canadese, con Sicario, ci porta in scena non solo una maturazione sempre più marcata, e un tratto assolutamente distintivo e personale, ma ci regala anche un film che mostra una maturità incredibile sotto l'aspetto narrativo, senza però disdegnare passaggi che strizzano l'occhio al cinema di intrattenimento action, che tanto é amato in quel di Hollywood.
Un film lento, costante, ma con diverse accelerate inaspettate (leggasi scene d'azione) che quasi spiazzano perché in fondo, anche nella sua costanza, il film rapisce grazie agli elementi che abbiamo citato sopra, regalandoci immagini da urlo, personaggi pazzeschi e una storia incredibile. Solamente rimanendo impermeabili a questa bellezza Sicario non vi piacerà, ma con l'impalcatura messa in piede da Villeneuve sarà davvero difficile non rimanere affascinata da una Juarez mai così ben raccontata…occhio agli Oscar!
Come avrete capito, non solo Sicario ci é piaciuto, e vi consigliamo di andare vederlo, ma questa proiezione ci ha anche confortato per il futuro, sapere che un regista come Denis Villeneuve ha in mano il sequel di Blade Runner, ci lascia ben sperare per quello che succederà in futuro con questo importantissimo titolo. Di sicuro, dopo Prisoners, Enemy e ora Sicario il regista si presenta davvero benissimo. Incrociamo le dita e speriamo non ci deluda.