Strange World, recensione: fantascienza, ecologia e un pizzico di Miyazaki
C’è un mondo ecologicamente sull’orlo della catastrofe al centro di Strange World - Un mondo misterioso, il lungometraggio animato DIsney di Natale che nel suo approccio gentile e pacato non esita a essere politico. Sedersi a vedere un film Disney in sala o sul divano e per la prima volta assistere a protagonisti che nel loro lieto fine devono in una certa misura rinunciare alla società comoda a cui erano abituati, capendo che parte del problema sono loro, dice molto della situazione mondiale attuale. Persino un delizioso film d’animazione per bambini e ragazzi, con al centro una meravigliosa esplorazione negli abissi ignoti di un utopico pianeta ricchissimo di meraviglie naturali, sente ormai la necessità di ricordarci che la situazione ecologica è seria e presto o tardi delle scelte, anche drastiche, andranno fatte.
La trama di Strange World
Scritto e diretto da Don Hall (già artefice di Big Hero 6), Strange World - Un mondo misterioso ci porta ad Avalonia, un insediamento umano circondato da altissime montagne. Il capostipite della famiglia Clade ha cercato per tutta la vita un passaggio attraverso questi picchi, per scoprire cosa si trovi oltre. In una di queste spedizioni il figlio Searcher ha scoperto il Pando, una pianta provvista di carica elettrica dall’enorme potenziale. Sono passati decenni da quando le strade di padre e figlio Clade si sono divise. Il primo ha proseguito la sua esplorazione da solo e nessuno l’ha mai più visto, il secondo è diventato un coltivatore di Pando, grazie alla cui energia la civiltà ad Avalonia è prosperata. Nel frattempo Searcher ha messo su famiglia e cominciato a temere che il figlio adolescente possa abbandonarlo, così come ha fatto il padre. Quando l’esistenza stessa del Pando verrà messa in pericolo, Searcher sarà costretto a dedicarsi a una nuova esplorazione, che lo porterà a fare i conti con il passato e a costruire un nuovo futuro, radicalmente differente da quello che si era immaginato.
Dopo Lightyear, anche Strange World attinge all’immaginario della space opera, la fantascienza d’antan e antropocentrista in cui impavidi gruppi d’eroi colonizzavano pianeti inesplorati e ostili, pieni di meraviglie e pericoli. Anche stavolta però il punto è proprio ribaltare la prospettiva che metteva l’umanità al centro e su un piedistallo, portando i protagonisti umani a ridimensionare la loro importanza, ad accettare la fine di un passato non più sostenibile e a tentare di vivere in armonia con l’ecosistema in cui vivono, di cui sono davvero una piccola parte.
Un po’ Jules Verne sul versante esplorativo, un po’ Hayao Miyazaki sul fronte ecologista, Strange World è un’utopia in cui tre generazioni con una prospettiva sul mondo e sul futuro radicalmente differente (boomer, millenial e zoomer) riescono a trovare una quadra e a comprendere (e qualche volta modificare) il proprio punto di vista. In questa rivoluzione molto gentile e pacata non è difficile vedere il tocco delle persone dal cui lavoro è nato il robo-medico pacioso di Big Hero 6.
Strange World è un film pacatamente politico
Nonostante il suo approccio delicato, Strange World - Un mondo misterioso non mancherà di far venire un travaso di bile a quanti ritengano che “i cartoni debbano solo fare i cartoni”. Stavolta Disney (o per meglio dire Pixar, dato il taglio della pellicola) non nicchia e mostra apertamente un personaggio queer, peraltro adolescente. Il limite di Strange World è che è sin troppo posato nelle sue battaglie, sin troppo semplice nelle sue affermazioni, forse risultando un po’ noioso per i più piccini. Vorrebbe forse essere una fiaba ecologica dal forte taglio drammatico come Nausicäa della valle del vento o La principessa Mononoke, ovvero due grandi classici d’annata dello studio Ghibli di Hayao Miyazaki, ma è un film infinitamente più mediato, forse un po’ mediocre, del tutto restio ad ospitare qualsiasi forma di conflitto.
Già con Lightyear e ancor prima con Tomorrowland il pubblico ha dimostrato di non essere troppo interessato a questo tipo di rielaborazioni della fantascienza classica. È un peccato perché, pur senza picchi di ritmo o trovate geniali, Strange World ha il grande merito di divertire le famiglie e scaldare il cuore degli spettatori ricordandoci sommessamente verità di cui siamo consapevoli ma che mettiamo continuamente da parte, spingendoci se non ad affrontarle, almeno ad averne maggiore consapevolezza.