Studio 666: su Netflix il film parodia horror dei Foo Fighters
Alla scoperta del film parodia di una delle band più amate del mondo
Dave, Pat, Nate, Chris, Rami e Taylor. Perché c’è anche lui, Taylor Hawkins, prematuramente morto d’infarto il 25 marzo del 2022 a Bogotà, mentre era in tour con la sua band. Aveva appena compiuto 50 anni. E rivederlo, in questo film girato prima della sua morte, è emozionante. Triste e bellissimo al tempo stesso.
Io non so se siate fan dei Foo Fighters. So che è difficile non esserlo e che, se siete italiani, è difficile che non abbiate mai visto i Rockin’ 1000 - The Biggest Rock Band on Earth. Un gruppo formato da 1000 fra musicisti e cantanti, professionisti e non, nato nel 2014 per rendere omaggio alla band statunitense.
Nel 2015 il video di Learn to Fly - uno dei successi più conosciuti dei Foo Fighters - con il pezzo suonato e cantato a Cesena da 1000 per chiedere ai Foos di suonare a Cesena ha fatto il giro del mondo. Vanta oggi oltre 64 milioni di visualizzazioni e, nel 2015, aveva meritato una risposta di Dave Grohl, il frontman dei Foo Fighters che, in italiano, ringraziava commosso per il meraviglioso omaggio e annunciava: “Stiamo arrivando”.
Da quel momento, i Rockin’ 1000 si sono riuniti in altre occasioni e in altre città, riscuotendo sempre un enorme successo.
Eventi che hanno testimoniato a più riprese l’amore dell’Italia per i Foo Fighters. Ecco quindi che, pur non sapendo se ne siete fan, sicuramente se siete appassionati di musica li conoscete.
Capirete perciò l’emozione di un fan nel guardare Studio 666, il film horror-comedy-musical interpretato e prodotto dai Foos a partire da una storia ideata da Dave Grohl. Rivendendo anche Taylor Hawkins, dal 9 marzo su Netflix.
La trama di Studio 666
Encino, Los Angeles, 1993. Una ragazza (Jenny Ortega, Mercoledì) striscia sul pavimento di una casa, con un osso spezzato che le esce dalla coscia. Inseguita da un assassino, la poveretta viene finita, dopo aver visto un altro cadavere. Oggi, 31 anni dopo, i Foo Fighters stanno per registrare il loro decimo album. Per l’occasione, non comune, dicono al produttore musicale che vorrebbero una location particolare, un posto speciale. E lui - Jeremy (Jeff Garlin, I Goldberg) - chiama l’agente immobiliare Barb Weems (Leslie Grossman di American horror Story), che porta il gruppo a visitare la stessa casa in cui avvenne il massacro nel 1993. Senza però farne menzione. A Dave piace, sente delle vibrazioni angoscianti e funzionali all’evento, così la casa viene affittata. Da quel momento, Dave inizia a comportarsi in modo strano, e a vedere entità terrificanti che lo influenzano nella scrittura del nuovo album…
Studio 666: un grande omaggio ai Foo Fighters e a Taylor Hawkins
Colonna sonora firmata, fra gli altri, dal grande e inimitabile John Carpenter. Guest star incredibili - non voglio svelarvele per non rovinarvi la sorpresa, ne cito solo una: Will Forte, creatore e star della geniale sitcom The Last Man on Earth.
Studio 666 è una grande, unica citazione. Mentre nella prima scena i Food parlando di Dune (rigorosamente la versione di David Lynch) e Waterworld, di Kevin Costner con le branche e di Sting in perizoma, partono i riferimenti non espliciti, ma immediatamente riconoscibili. Riferimenti a La casa - con tanto di Necronomicon in versione musicale - Scream, Morte a 33 giri, Deserto rosso sangue, L’esorcista e tantissimi altri.
Studio 666 ha un impianto narrativo classico del genere horror, ma ne è chiaramente una parodia con tutti i jumpscare al posto giusto, gli sketch (Dave Grohl che guarda un tutorial su come si scrive una canzone, che grida come una ragazzina quando di spaventa, che fa la faccia da matto quando suona dopo un incontro con le entità che infestano la casa), tanto splatter e naturalmente i virtuosismi musicali e le prese in giro sulla fama delle rockstar.
Fra parolacce e gestacci, Grohl è protagonista assoluto ma anche gli altri si divertono come matti nel pronunciare battute irriverenti che, con ogni probabilità, nascono da aneddoti reali vissuti dal gruppo.
Io credo che i Foo Fighters, che sicuramente in fatto di divertimento non necessitano di lezioni, si siano divertiti come poche altre volte. Sicuramente ci divertiamo noi.
A prescindere dal fatto di conoscerli - e spero che sia così, perché dopo 30 anni esatti di carriera - dal 1994 quando Grohl, l’ex batterista dei Nirvana, fondò la band dopo aver iniziato a pensare già nel ’92 a una carriera separata - mi auguro che siano universalmente noti. In caso contrario, potreste scoprirli mentre vi divertono come si deve in un’operazione pensata per i fan e perfettamente riuscita in questo senso.
Il giudizio popolare è stato abbastanza impietoso, certo. Gli spettatori si aspettavano un film horror (come se aspettarsi in realtà una commedia parodia fosse strano visti i protagonisti…) e molti hanno scritto di essere rimasti spiazzati e delusi.
Ma per i fan dei Foo Fighters, soprattutto oggi - orfani di Taylor Hawkins - resta un’esperienza indimenticabile.