Suffragette
La regista britannica Sarah Gavron, come accennavamo qualche giorno fa, ha recentemente diretto Suffragette, incentrato sulla lotta per il diritto di voto da parte delle donne in Inghilterra. Nei poster del film spicca, fra le interpreti, Meryl Streep, anche se il suo ruolo nella pellicola non é poi così centrale. Più che un ruolo vero e proprio, dobbiamo dirlo, si tratta di un cameo simbolico, dovuto al fatto che l'attrice americana condivide pienamente le motivazioni del film. Proprio come il suo personaggio, l'attivista Emmeline Pankhurst, anche Meryl Streep si limita ad apparire, nel corso del film, in alcune scene-chiave, per ricordare alle suffragiste il motivo della loro lotta.
Londra, 1912. Nelle tante industrie e attività presenti nella metropoli, gran parte del lavoro pesante é affidato alle donne. Molte di loro lavorano come lavandaie, sottoposte a turni massacranti e a imprenditori dispotici, pronte a ricattarle in ogni istante con la minaccia di privarle del reddito necessario per vivere. Fra queste lavandaie troviamo Maud Watts, 24 anni, che lavora nello stabilimento del signor Taylor da quando ne aveva 7. Come molte altre donne, Maud non ha mai pensato che esistesse un'alternativa al suo stile di vita. L'incontro casuale con alcune suffragiste, invece, insinua nella mente della ragazza la possibilità di un futuro diverso…
Gavron punta tutto sulle vicende personali delle protagoniste e sui sacrifici compiuti per portare avanti la richiesta di suffragio universale, più che sull'aspetto stilistico della pellicola. Il film, infatti, non fa affidamento a scelte autoriali particolarmente innovative, rimanendo nei binari del genere biografico. L'intenzione é quella di concentrare l'attenzione dello spettatore sulle singole storie e sul loro convergere in un'unica, grande storia collettiva, senza disperdere la trama in elementi superficiali, legati più all'immagine che alla narrazione.
Un film asciutto nel suo modo di presentare gli eventi ma tuttavia capace di suscitare empatia nei confronti delle protagoniste, senza risparmiare scene di forte impatto, come quelle in cui Maud e le compagne vengono imprigionate a causa delle loro proteste. Suffragette, con buona pace degli spettatori più esigenti, non si pone come obiettivo quello di fornire un punto di vista insolito sulla vicenda. La violenza, le manifestazioni, la disperata e costante richiesta d'attenzione nei confronti del parlamento inglese, ogni passo verso la conquista dei diritti ci viene mostrato con uno sguardo volutamente parziale, quello delle suffragette, e non potrebbe essere altrimenti. Inutile tacciare il film diretto da Sarah Gavron di mancanza di originalità o di povertà espressiva, non é questo il fulcro del racconto.
Nei panni della protagonista, Maud, troviamo l'inglese Carey Mulligan, che abbiamo già visto in pellicole come Il grande Gatsby e Via dalla pazza folla. Attrice capace di scegliere con grande cura i propri ruoli, Mulligan non delude con la sua interpretazione essenziale, priva di compiacimento.
Accanto a lei c'é Ben Whishaw, che nell'ultimo anno é già stato fra i protagonisti di 007- Spectre e di The Danish Girl. Marito possessivo e incapace di comprendere il cambiamento sociale in atto, Sonny Watts riassume in sé tutte le caratteristiche dell'uomo inglese dei primi del ‘900 (e non solo).
Helena Bonham Carter, alias Edith Ellyn, é fra le militanti più agguerrite del movimento, e non ha paura di mettere a repentaglio anche la propria salute per portare avanti la battaglia. Se Sonny rappresenta l'uomo britannico che chiude gli occhi davanti al cambiamento, il marito di Edith é invece fra i sostenitori del movimento delle suffragiste.
Suffragette non si limita a raccontare la vicenda di queste donne straordinarie, capaci di mettere in discussione il sistema politico e sociale nel quale sono nate e cresciute. La pellicola di Sarah Gavron ha molto da dire anche allo spettatore nel 2016, forse perché la battaglia per il riconoscimento dei diritti, da parte delle donne, é ancora lunga.
Londra, 1912. Nelle tante industrie e attività presenti nella metropoli, gran parte del lavoro pesante é affidato alle donne. Molte di loro lavorano come lavandaie, sottoposte a turni massacranti e a imprenditori dispotici, pronte a ricattarle in ogni istante con la minaccia di privarle del reddito necessario per vivere. Fra queste lavandaie troviamo Maud Watts, 24 anni, che lavora nello stabilimento del signor Taylor da quando ne aveva 7. Come molte altre donne, Maud non ha mai pensato che esistesse un'alternativa al suo stile di vita. L'incontro casuale con alcune suffragiste, invece, insinua nella mente della ragazza la possibilità di un futuro diverso…
Gavron punta tutto sulle vicende personali delle protagoniste e sui sacrifici compiuti per portare avanti la richiesta di suffragio universale, più che sull'aspetto stilistico della pellicola. Il film, infatti, non fa affidamento a scelte autoriali particolarmente innovative, rimanendo nei binari del genere biografico. L'intenzione é quella di concentrare l'attenzione dello spettatore sulle singole storie e sul loro convergere in un'unica, grande storia collettiva, senza disperdere la trama in elementi superficiali, legati più all'immagine che alla narrazione.
Un film asciutto nel suo modo di presentare gli eventi ma tuttavia capace di suscitare empatia nei confronti delle protagoniste, senza risparmiare scene di forte impatto, come quelle in cui Maud e le compagne vengono imprigionate a causa delle loro proteste. Suffragette, con buona pace degli spettatori più esigenti, non si pone come obiettivo quello di fornire un punto di vista insolito sulla vicenda. La violenza, le manifestazioni, la disperata e costante richiesta d'attenzione nei confronti del parlamento inglese, ogni passo verso la conquista dei diritti ci viene mostrato con uno sguardo volutamente parziale, quello delle suffragette, e non potrebbe essere altrimenti. Inutile tacciare il film diretto da Sarah Gavron di mancanza di originalità o di povertà espressiva, non é questo il fulcro del racconto.
Preferisco essere una ribelle, piuttosto che una schiava.
Nei panni della protagonista, Maud, troviamo l'inglese Carey Mulligan, che abbiamo già visto in pellicole come Il grande Gatsby e Via dalla pazza folla. Attrice capace di scegliere con grande cura i propri ruoli, Mulligan non delude con la sua interpretazione essenziale, priva di compiacimento.
Accanto a lei c'é Ben Whishaw, che nell'ultimo anno é già stato fra i protagonisti di 007- Spectre e di The Danish Girl. Marito possessivo e incapace di comprendere il cambiamento sociale in atto, Sonny Watts riassume in sé tutte le caratteristiche dell'uomo inglese dei primi del ‘900 (e non solo).
Helena Bonham Carter, alias Edith Ellyn, é fra le militanti più agguerrite del movimento, e non ha paura di mettere a repentaglio anche la propria salute per portare avanti la battaglia. Se Sonny rappresenta l'uomo britannico che chiude gli occhi davanti al cambiamento, il marito di Edith é invece fra i sostenitori del movimento delle suffragiste.
Suffragette non si limita a raccontare la vicenda di queste donne straordinarie, capaci di mettere in discussione il sistema politico e sociale nel quale sono nate e cresciute. La pellicola di Sarah Gavron ha molto da dire anche allo spettatore nel 2016, forse perché la battaglia per il riconoscimento dei diritti, da parte delle donne, é ancora lunga.