Terrifier 3 recensione – La macelleria ambulante eclissa Art

Il clown assassino stavolta rischia di passare in secondo piano

Terrifier 3 recensione  La macelleria ambulante eclissa Art

Terrifier 3 riprende esattamente da dove era terminato il secondo film, con Sienna (Lauren LaVera) e suo fratello Jonathan (Elliot Fullam) che cercano di riprendersi dal massacro di Halloween provocato da Art il Clown. Con l'arrivo delle festività natalizie la coppia prova a superare gli orrori passati, ma la tranquillità è di breve durata. Art torna determinato a trasformare la gioia natalizia in un incubo sanguinoso in compagnia dell'indemoniata Victoria, innescando una nuova serie di raccapriccianti violenze che solo Sienna può tentare di contrastare.

Vietato ai deboli di stomaco

Terzo capitolo del franchise commercialmente sempre più fortunato nato dalla fantasia di Damien Leone, il film è un'autentica festa per gli amanti dello splatter più estremo incorporando omicidi e torture fantasiose all'interno di una struttura narrativa apparentemente non più esile come nel primo episodio. Potrebbe anche apparire come il classico escamotage marketing, ma il cartello che abbiamo incrociato all'anteprima chiarisce subito che si sta per affrontare un racconto non destinato ai deboli di stomaco. Chi ha visionato i primi due film sappia che questa nuova avventura di Art è la prosecuzione di quella follia graficamente disturbante rappresentata nelle battute finali del precedente

Terrifier 3 recensione – La macelleria ambulante eclissa Art

Il triciclo è affondato nel torture porn

Il primo Terrifier è un'altra creatura filmica, dove per intrattenere non è stato necessario portare in scena la macelleria ambulante che prende vita nel (comunque) divertente sequel, che purtroppo in quest'ultimo muta in torture porn senza più alcun freno. Dopo un iniziale massacro natalizio un po' più nelle corde del “vecchio” Art, il suddetto rischia di finire in secondo piano, complice e vittima al tempo stesso di una latitante profondità narrativa e ripetitività per quanto fantasiosa delle sequenze splatter, dove si arriva a domandarsi la ragione di una sequela di eventi che non sia quella del mero shock visivo.

Terrifier 3 recensione – La macelleria ambulante eclissa Art

A metterlo in ombra contribuisce Victoria (Samantha Scaffidi), posseduta da un demone (parente di Evil Dead) che non perde occasione per massacrare il prossimo così come lo stesso corpo in cui dimora, estasiando i cultori del gore assoluto con una sequenza di masturbazione con un grosso frammento di vetro.

Terrifier 3 recensione – La macelleria ambulante eclissa Art

Franchise in mefitica evoluzione

La lentezza nel montaggio e i momenti di “normalità” all'interno della trama non fanno che porre ulteriormente in luce l'esile canovaccio che collega un'autentica festa della carne e del sangue tra corpi smembrati, decapitati, squartati, evirati, esplosi. Non manca qualche allegorico omaggio al cinema a cui Leone è affezionato tra Texas Chainsaw Massacre e Shining, incrociando nuovamente lo sguardo di attori iconici ancora oggi amati e ricordati come Clint Howard (I gusti del terrore, 1995) e ancor più il leggendario Tom Savini, attore e maestro del make-up (Zombi, 1978).

La nemesi di Art & Co come nel secondo è Sienna (Lauren LaVera), ricordando il drammatico momento in cui il defunto padre fumettista (un irriconoscibile Jason Patric) creò l'angelo combattente che prende vita proprio attraverso la giovane. Buona parte di Terrifier 3 è legato al disturbo da stress post-traumatico sofferto da lei e dal fratello (Elliott Fullam) dopo che la loro famiglia e i loro amici hanno fatto una brutta fine. In mezzo a un fiume di sangue, grida, ossa spaccate, carni lacerate e bruciate resta troppo poco spazio ad Art per stemperare il tutto con l'ironia che lo contraddistingue sin dal primo film, così sapientemente messa in scena dalla mimica di David Howard Thornton. Consigliato ai fan dell'estremo assoluto.

Terrifier 3

Rating: TBA

Nazione: Stati Uniti

6

Voto

Redazione

Terrifier 3coverjpg

Terrifier 3

Graficamente raccapricciante oltre l'immaginabile e per questo sconsigliato ai deboli di stomaco, il terzo installment del franchise vede Art meno baricentro di una narrazione apparentemente complessa. Trama in realtà maledettamente esile e scusante per affogare il pubblico in un oceano di sangue e carni smembrate. Ridateci il serial killer che incuteva paura girando in circolo con il suo triciclo suonando la mefitica trombetta.