The Beatles - Eight Days A Week
di
Roberto Vicario
I Beatles sono stati, senza ombra di dubbio, la più grande band nella storia della musica moderna. Già oggetto di diversi libri e documentari, i Fab Four tornano nuovamente al cinema sotto forma di docu-film girato dal regista premio Oscar Ron Howard. Una storia che ci racconta i primi anni del gruppo, ovvero quello dedicati ai tanti concerti e alle trasferte in tutto il mondo, in grado di consacrarli come vero e proprio fenomeno globale.
Nelle sale verrà proiettato a partire dal 15 settembre per una settimana intera, noi abbiamo potuto assistere all'anteprima organizzata da Lucky Red, e questo é il nostro responso.
The Beatles - Eigh Days A Week, ci mostra un periodo ben preciso della carriera discografica del gruppo. Ron Howard decide di indagare e raccontare il periodo che va dal 1962 al 1966, momenti dedicati principalmente al girovagare della band per il mondo, nei tanti tour organizzati dal loro manager.
Con un ritmo scandito da interviste dell'epoca e altre più moderne (tra cui spuntato i due reduci del gruppo Paul McCartney e Ringo Starr) il docu-film ci mostra le tappe più importanti di una carriera live nata nel piccolo Cavern Club di Liverpool sino all'ultimo concerto del gruppo (esclusa l'ultima apparizione sul tetto del loro studio) in quel di San Francisco al Candlestick Park.
Non é facile raccontare i Beatles, e i motivi sono diversi. Howard però lo fa con sapienza limitandosi a mostrare i quattro ragazzi per quello che sono, e lasciando a tanti altri personaggi famosi come Whoopi Goldberg, Sigourney Weaver e altri ancora il piacere di raccontare la loro personalissima esperienza di quella che ancora oggi é chiamata “beatlemania”.
"Beatlemania" che diventa, in moltissimi frangenti del documentario, quasi la protagonista principale della pellicola, raccontandoci di un fenomeno sociale che andava ben al di là del concetto di semplici fan e supporter.
Quello che ne esce é un documentario che, nella sua leggerezza, riesce a trasmettere tutti i momenti importanti che hanno portato il gruppo a passare dall'euforia del contatto con la gente, alla scelta di non esibirsi più live.
In mezzo a tutto questo troviamo molti passaggi che hanno scandito la carriera del gruppo: i primi successi nel Regno Unito, il primo viaggio negli Stati Uniti, la presenza all'Ed Sullivan Show, i segni di stanchezza da parte di Lennon e Harrison verso i live e molto altro ancora.
Il docu-film non manca inoltre di mostrare l'irriverenza dei ragazzi, grazie a risposte taglienti date durante alcune delle interviste riproposte. Sono anche raccontati nel dettaglio momenti che hanno segnato in maniera indelebile l'immagine del gruppo, come il concerto a Jacksonville durante il periodo della segregazione o la famosa frase di Lennon in cui metteva i Beatles sopra a Dio, tanto da scatenare veri e propri roghi del materiale del gruppo negli Stati Uniti.
Tutto questo, insieme alla forte vena creative del complesso che sbocciava e si esaltava nei brevi periodi che passavano in studio (raccontati in maniera perfetta), riesce ad essere perfettamente trasmesso allo spettatore, grazie anche alla sapiente mano di Howard che non si erge mai a narratore supremo, ma a semplice divulgatore. Inoltre il docu-film si avvale del pieno supporto di Paul, Ringo, Yoko Ono (la moglie di Lennon) e di Oliva Harrison, moglie di George, elemento che permette a Howard di avere pieno accesso a ricordi e aneddoti particolari della band.
Il grande lavoro fatto per questo documentario viene ulteriormente avvalorato dalla presenza, a fine proiezione, di ben 30 minuti del concerto che il gruppo tennero il 15 settembre del 1965 allo Shea Stadium di New York, con i filmati dell'epoca restaurati completamente in 4K e l'audio rimasterizzato all'interno degli Abbey Road Studio. Un'esperienza unica che qualsiasi Beatles fan non deve farsi scappare.
Insomma non é difficile immaginare che il nostro consiglio é quello di andare a vedere al cinema questo The Beatles - Eight Days A Week. Un docu-film che Howard dimostra di aver saputo gestire e raccontare in maniera quasi impeccabile, mostrando un rispetto assoluto per la storia della più grande band della storia.
Nelle sale verrà proiettato a partire dal 15 settembre per una settimana intera, noi abbiamo potuto assistere all'anteprima organizzata da Lucky Red, e questo é il nostro responso.
L'assillo della parola live
The Beatles - Eigh Days A Week, ci mostra un periodo ben preciso della carriera discografica del gruppo. Ron Howard decide di indagare e raccontare il periodo che va dal 1962 al 1966, momenti dedicati principalmente al girovagare della band per il mondo, nei tanti tour organizzati dal loro manager.
Con un ritmo scandito da interviste dell'epoca e altre più moderne (tra cui spuntato i due reduci del gruppo Paul McCartney e Ringo Starr) il docu-film ci mostra le tappe più importanti di una carriera live nata nel piccolo Cavern Club di Liverpool sino all'ultimo concerto del gruppo (esclusa l'ultima apparizione sul tetto del loro studio) in quel di San Francisco al Candlestick Park.
Non é facile raccontare i Beatles, e i motivi sono diversi. Howard però lo fa con sapienza limitandosi a mostrare i quattro ragazzi per quello che sono, e lasciando a tanti altri personaggi famosi come Whoopi Goldberg, Sigourney Weaver e altri ancora il piacere di raccontare la loro personalissima esperienza di quella che ancora oggi é chiamata “beatlemania”.
"Beatlemania" che diventa, in moltissimi frangenti del documentario, quasi la protagonista principale della pellicola, raccontandoci di un fenomeno sociale che andava ben al di là del concetto di semplici fan e supporter.
Quello che ne esce é un documentario che, nella sua leggerezza, riesce a trasmettere tutti i momenti importanti che hanno portato il gruppo a passare dall'euforia del contatto con la gente, alla scelta di non esibirsi più live.
In mezzo a tutto questo troviamo molti passaggi che hanno scandito la carriera del gruppo: i primi successi nel Regno Unito, il primo viaggio negli Stati Uniti, la presenza all'Ed Sullivan Show, i segni di stanchezza da parte di Lennon e Harrison verso i live e molto altro ancora.
Il docu-film non manca inoltre di mostrare l'irriverenza dei ragazzi, grazie a risposte taglienti date durante alcune delle interviste riproposte. Sono anche raccontati nel dettaglio momenti che hanno segnato in maniera indelebile l'immagine del gruppo, come il concerto a Jacksonville durante il periodo della segregazione o la famosa frase di Lennon in cui metteva i Beatles sopra a Dio, tanto da scatenare veri e propri roghi del materiale del gruppo negli Stati Uniti.
Tutto questo, insieme alla forte vena creative del complesso che sbocciava e si esaltava nei brevi periodi che passavano in studio (raccontati in maniera perfetta), riesce ad essere perfettamente trasmesso allo spettatore, grazie anche alla sapiente mano di Howard che non si erge mai a narratore supremo, ma a semplice divulgatore. Inoltre il docu-film si avvale del pieno supporto di Paul, Ringo, Yoko Ono (la moglie di Lennon) e di Oliva Harrison, moglie di George, elemento che permette a Howard di avere pieno accesso a ricordi e aneddoti particolari della band.
Il grande lavoro fatto per questo documentario viene ulteriormente avvalorato dalla presenza, a fine proiezione, di ben 30 minuti del concerto che il gruppo tennero il 15 settembre del 1965 allo Shea Stadium di New York, con i filmati dell'epoca restaurati completamente in 4K e l'audio rimasterizzato all'interno degli Abbey Road Studio. Un'esperienza unica che qualsiasi Beatles fan non deve farsi scappare.
Insomma non é difficile immaginare che il nostro consiglio é quello di andare a vedere al cinema questo The Beatles - Eight Days A Week. Un docu-film che Howard dimostra di aver saputo gestire e raccontare in maniera quasi impeccabile, mostrando un rispetto assoluto per la storia della più grande band della storia.