Il Ragazzo della Porta Accanto

di Francesca Perozziello
Se esistesse un manuale per protagonisti di thriller, una copia andrebbe regalata a Claire Peterson, alias Jennifer Lopez nel film che stiamo per recensire.
E' chiaro che, ammesso che già esista un manuale del genere, sia sfuggito agli autori de Il ragazzo della porta accanto. Un peccato, se pensiamo che Jennifer Lopez, oltre ad essere l'interprete principale del film, ne é anche la produttrice.

Claire, dopo aver scoperto che il marito, Garrett, la tradisce con la segretaria, decide di separarsi. Garrett (John Corbett) lascia quindi casa Peterson per diversi mesi, durante i quali la moglie, insegnante di letteratura al liceo, vive sola con il figlio adolescente Kevin (Ian Nelson).
Vittima dei bulli e affetto da un'allergia che ne ostacola la vita sociale, Kevin non é certamente il ragazzo più felice ed estroverso che ci sia. Durante i nove mesi in cui Garrett é lontano da casa, Claire affronta la propria solitudine, il lavoro e le difficoltà del figlio anche grazie all'aiuto di Vicky (Kristin Chenoweth), la sua migliore amica nonché vicepreside del liceo in cui Claire lavora.



La monotonia di Claire e Kevin viene interrotta dall'arrivo di un nuovo vicino: Noah (Ryan Guzman), vent'anni non ancora compiuti, fisico atletico e animo all'apparenza generoso, si é appena stabilito nella casa accanto insieme allo zio, un reduce di guerra con problemi di salute.
A differenza degli uomini che Claire prova a frequentare, Noah é interessato alla letteratura e prende sotto la sua ala Kevin, che riesce gradualmente a lottare contro la propria timidezza. Fra Claire e il nuovo vicino nasce una forte attrazione, ma quando la donna prova ad allontanare Noah, il ragazzo non ne vuole sapere…


Prevedibile dall'inizio alla fine, Il ragazzo della porta accanto vorrebbe essere un thriller coinvolgente, di quelli che ti fanno stare con il fiato sospeso fino ai titoli di coda.

La componente erotica dovrebbe servire, nelle intenzioni degli autori, ad aumentare l'interesse per il film e per il suo sviluppo.
Il problema é che la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti, con buchi nella trama che non sfuggiranno nemmeno allo spettatore più disattento. Spiegazioni accennate, personaggi il cui ruolo non é ben definito, ma soprattutto la drammatica prevedibilità delle azioni dei protagonisti.
Come anticipato in apertura, Claire riesce a infrangere una ad una le regole del buon protagonista di thriller.



Tutto ciò che può fare per rendere il film prevedibile, lei lo fa. Il risultato é un misto di noia e di fastidio nei confronti di questa protagonista tanto inetta, che non cerca aiuto quando dovrebbe e riesce a intrappolarsi da sola nelle situazioni più assurde.
Ad aggravare il tutto c'é un moralismo di fondo, capace di rendere ancora più banale la pellicola.

Sì, perché se il pazzo psicopatico diventa incontrollabile, in qualche modo bisogna pur sbarazzarsene. Ed ecco allora che la sceneggiatura, per correggere il tiro, cerca di fare appello ai “valori tradizionali”, con un rapido pentimento da parte della protagonista e l'inserimento, qua e là, di parentesi familiari che dovrebbero (il condizionale é d'obbligo) intenerire lo spettatore.



Ciò che si ottiene é, al contrario, la sensazione che la mancanza di ispirazione sia stata sostituita con qualche cliché. Nonostante sia Jennifer Lopez sia il co-protagonista, Ryan Guzman, facciano del loro meglio per tenere in piedi il film, la deriva comico-grottesca é dietro l'angolo. Alcune scene, invece che essere drammatiche, finiscono addirittura per diventare una parodia del thriller. Se nel corso del film lo stalker Noah si era guadagnato con tanta fatica la sua reputazione di psicopatico freddo e spietato, negli ultimi cinque minuti si assiste a una triste perdita di tutto questo.

Il film diretto da Rob Cohen, già regista di Fast and Furious e Dragonheart, poggia su una sceneggiatura troppo fragile per decollare. Un tema importante come quello dello stalking avrebbe potuto essere trattato in mille modi diversi, senza cercare facili scappatoie e soluzioni poco convincenti. Il personaggio di Claire, potenzialmente interessante e ricco di sfumature, si appiattisce nel corso del film, lasicando per l'ennesima volta in sospeso un racconto che, sviluppato in maniera differente, avrebbe dato ben altri esiti.