The Conjuring: Il Caso Enfield
di
Luca Pinchiroli
The Conjuring é stata la sorpresa dell'estate del 2013, incassando la notevole cifra di 137 milioni di dollari. Per una pellicola vietata ai minori rilasciata nel bel mezzo dell'estate il risultato é decisamente notevole. Inevitabile quindi dopo tre anni ed uno spinoff dedicato (Annabelle) ritrovarsi di fronte al capitolo 2 della saga.
“Tratto da una storia vera”
Quante volte ci siamo imbattuti in un film, soprattutto dell'orrore, che sperava di far leva con la dicitura “tratto da una storia vera” per scuoterci ancora di più e terrorizzarci, rendendoci consapevoli che quello che ci saremmo trovati sullo schermo fosse effettivamente avvenuto nella realtà?
Certo, il più delle volte i fatti narrati sullo schermo sono lontani parenti dalla realtà a cui dicono di ispirarsi. Basti pensare a Non aprite quella porta (The Texas chainsaw massacre, 1974) che non nasconde punti in comune con le efferate gesta del serial killer Ed Gein ma propone allo spettatore un'esperienza narrativa che si discosta di molto dalle gesta dello psicopatico pluriomicida del Wisconsin.
Anche la saga di The Conjuring parte dai presupposti della “storia realmente accaduta”, basandosi sui fatti riportati dalla coppia di ricercatori del paranormale Edward e Lorraine Warren, fondatori negli anni ‘50 della New England Society for Psychic Research nonché famosi indagatori dell'occulto in molti casi, fra cui quello della casa stregata di Amytiville, già fonte di ispirazione per il disturbante film del 1979 Amytiville Horror.
Ripartendo sei anni dopo il caso Perron, fonte d'ispirazione della prima pellicola, The Conjuring 2 ci catapulta proprio ad Amytiville, dove i coniugi Warren si trovano ad investigare sugli strani fatti che hanno condotto al massacro della famiglia Lutz.
Sarà proprio qui che Lorraine farà un incontro sovrannaturale che cambierà per sempre la vita dei coniugi Warren.
A seguito di questa introduzione ci spostiamo in Inghilterra e più precisamente ad Enfield, vero teatro della pellicola, dove incontriamo la famiglia Hodgson composta dalla madre Peggy e dai quattro figli. Peggy si sta ancora riprendendo dall'abbandono del marito e dai problemi economici per arrivare a fine mese, quando strane cose iniziano ad accadere intorno alla casa e una delle figlie, Janet, comincia a comportarsi in modo strano fino a quando Ed e Lorraine vengono chiamati dalla chiesa per far chiarezza su questi strani avvenimenti e aiutare gli Hodgson.
Con queste premesse The Conjuring 2 ci tiene compagnia per più di due ore offrendoci il pacchetto completo previsto da un film horror a tema demoniaco: possessioni, oggetti che si muovono da soli, salti dalla poltrona e improvvise apparizioni demoniache.
Ed é proprio qui che é evidente l'unico problema della pellicola: dopo un buon inizio, il film scivola nei cliché tipici delle pellicole horror con prevedibili momenti di spavento che vengono disseminati nell'arco della pellicola e lo scontato susseguirsi di avvenimenti, già visti e rivisti in moltissime pellicole di genere.
Senza il bisogno di essere fan troppo smaliziati, sarà facile intuire cosa accadrà dopo un particolare avvenimento o prevedere l'attimo che ci farà stringere i braccioli della poltrona a causa di un particolare movimento di camera o di un crescendo musicale. A contribuire a questo diffuso senso di deja-vu si inseriscono anche le malefiche presenze che la nostra coppia si troverà ad affrontare nel corso del film. Lo stile dei mostri infatti ricorda molto da vicino le inquietanti presenze incontrate in un'altra saga portata sul grande schermo da Wan e cioé Insidious (guarda caso sempre con Patrick Wilson come protagonista).
The Conjuring 2 rimane comunque un buon film, molto curato dal punto di vista registico e con una coppia di protagonisti decisamente convincenti e a proprio agio nei panni dei coniugi Warren. Wan si dimostra abile con la macchina da presa e le prestazioni fornite da Vera Farmiga e Patrick Wilson contribuiscono a innalzare la qualità del prodotto finale che sa regalare allo spettatore alcuni momenti di puro spavento.
Wan attinge a tutti quei trucchi già usati in mille altri film per spaventare il pubblico. Se siete disposti ad accettarlo allora nulla vi impedirà di trascorrere i 133 minuti della pellicola divertendovi e, perché no, spaventandovi.
E' certo che la formula proposta funziona, visto che solo dopo alcuni giorni dall'uscita nelle sale americane della pellicola é già stato ufficializzato un altro spinoff dedicato alla suora, come in precedenza avvenuto con Annabelle per il primo capitolo.
The Conjuring 2 non é un sequel perfetto, ma nonostante la scarsa originalità provocherà un sospiro di sollievo da parte degli spettatori una volta che i titoli di coda cominceranno a scorrere sullo schermo.
“Tratto da una storia vera”
Quante volte ci siamo imbattuti in un film, soprattutto dell'orrore, che sperava di far leva con la dicitura “tratto da una storia vera” per scuoterci ancora di più e terrorizzarci, rendendoci consapevoli che quello che ci saremmo trovati sullo schermo fosse effettivamente avvenuto nella realtà?
Certo, il più delle volte i fatti narrati sullo schermo sono lontani parenti dalla realtà a cui dicono di ispirarsi. Basti pensare a Non aprite quella porta (The Texas chainsaw massacre, 1974) che non nasconde punti in comune con le efferate gesta del serial killer Ed Gein ma propone allo spettatore un'esperienza narrativa che si discosta di molto dalle gesta dello psicopatico pluriomicida del Wisconsin.
Anche la saga di The Conjuring parte dai presupposti della “storia realmente accaduta”, basandosi sui fatti riportati dalla coppia di ricercatori del paranormale Edward e Lorraine Warren, fondatori negli anni ‘50 della New England Society for Psychic Research nonché famosi indagatori dell'occulto in molti casi, fra cui quello della casa stregata di Amytiville, già fonte di ispirazione per il disturbante film del 1979 Amytiville Horror.
Ripartendo sei anni dopo il caso Perron, fonte d'ispirazione della prima pellicola, The Conjuring 2 ci catapulta proprio ad Amytiville, dove i coniugi Warren si trovano ad investigare sugli strani fatti che hanno condotto al massacro della famiglia Lutz.
Sarà proprio qui che Lorraine farà un incontro sovrannaturale che cambierà per sempre la vita dei coniugi Warren.
A seguito di questa introduzione ci spostiamo in Inghilterra e più precisamente ad Enfield, vero teatro della pellicola, dove incontriamo la famiglia Hodgson composta dalla madre Peggy e dai quattro figli. Peggy si sta ancora riprendendo dall'abbandono del marito e dai problemi economici per arrivare a fine mese, quando strane cose iniziano ad accadere intorno alla casa e una delle figlie, Janet, comincia a comportarsi in modo strano fino a quando Ed e Lorraine vengono chiamati dalla chiesa per far chiarezza su questi strani avvenimenti e aiutare gli Hodgson.
Con queste premesse The Conjuring 2 ci tiene compagnia per più di due ore offrendoci il pacchetto completo previsto da un film horror a tema demoniaco: possessioni, oggetti che si muovono da soli, salti dalla poltrona e improvvise apparizioni demoniache.
Ed é proprio qui che é evidente l'unico problema della pellicola: dopo un buon inizio, il film scivola nei cliché tipici delle pellicole horror con prevedibili momenti di spavento che vengono disseminati nell'arco della pellicola e lo scontato susseguirsi di avvenimenti, già visti e rivisti in moltissime pellicole di genere.
Senza il bisogno di essere fan troppo smaliziati, sarà facile intuire cosa accadrà dopo un particolare avvenimento o prevedere l'attimo che ci farà stringere i braccioli della poltrona a causa di un particolare movimento di camera o di un crescendo musicale. A contribuire a questo diffuso senso di deja-vu si inseriscono anche le malefiche presenze che la nostra coppia si troverà ad affrontare nel corso del film. Lo stile dei mostri infatti ricorda molto da vicino le inquietanti presenze incontrate in un'altra saga portata sul grande schermo da Wan e cioé Insidious (guarda caso sempre con Patrick Wilson come protagonista).
The Conjuring 2 rimane comunque un buon film, molto curato dal punto di vista registico e con una coppia di protagonisti decisamente convincenti e a proprio agio nei panni dei coniugi Warren. Wan si dimostra abile con la macchina da presa e le prestazioni fornite da Vera Farmiga e Patrick Wilson contribuiscono a innalzare la qualità del prodotto finale che sa regalare allo spettatore alcuni momenti di puro spavento.
Wan attinge a tutti quei trucchi già usati in mille altri film per spaventare il pubblico. Se siete disposti ad accettarlo allora nulla vi impedirà di trascorrere i 133 minuti della pellicola divertendovi e, perché no, spaventandovi.
E' certo che la formula proposta funziona, visto che solo dopo alcuni giorni dall'uscita nelle sale americane della pellicola é già stato ufficializzato un altro spinoff dedicato alla suora, come in precedenza avvenuto con Annabelle per il primo capitolo.
The Conjuring 2 non é un sequel perfetto, ma nonostante la scarsa originalità provocherà un sospiro di sollievo da parte degli spettatori una volta che i titoli di coda cominceranno a scorrere sullo schermo.