The Cursed: l'horror di Netflix costruito su una suggestiva storia vera
Un viaggio alla scoperta di The Cursed, fra leggende e fatti storici
Il nuovo horror di Netflix, disponibile dal 18 aprile, è The Cursed (Eight for Silver in originale) ed è un film horror a tutti gli effetti perché mostra molti e diversificati orrori. Si tratta di un film piuttosto insolito, legato a fatti storici che non hanno mai trovato una spiegazione definitiva che ha offerto, come Dracula’s Legacy nel 2000, un forte legame con le superstizioni dell’Est e con la storia cattolica.
La trama di The Cursed
1917, Prima Guerra Mondiale. Battaglie delle Somme. Il soldato Edward Laurent muore in seguito alle ferite riportate in guerra quando il medico dell’esercito estrae i proiettili dal suo corpo.
35 anni prima, la storia ci riporta all’infanzia di Edward. Seamus Laurent (Alistair Petrie) è un ricco aristocratico che vive in piccolo villaggio in Francia. Insieme agli anziani della comunità e ad altri uomini, guida una spedizione per il massacro di un gruppo di nomadi che rivendicavano - a ragione - la proprietà della sua terra. Prima di morire, l’ultima zingara uccisa lancia una maledizione su Seamus e sulla sua stirpe. Quando il figlio minore di Seamus, Edward (Max Mackintosh) scompare, al villeggio iniziano a verificarsi terrificanti omicidi ai quali nessuno sembra in grado di sottrarsi.
Il patologo John McBride (Boyd Holbrook), arriva in città per indagare sulla minaccia e per esorcizzare alcuni dei suoi demoni personali. Ha infatti un motivo che gli sta molto a cuore per cacciare la creatura responsabile degli attacchi, trovare Edward e salvare il villaggio dall’annientamento.
Un film horror con un’atmosfera suggestiva e affascinanti basi storiche
Scritto e diretto da Sean Ellis (Missione Anthropoid) e interpretato anche dalla sempre impeccabile Kelly Reilly (la Beth Dutton di Yellowstone, qui nel ruolo della moglie di Seamus), The Cursed si è fatto notare per la sua atmosfera cupa e il suo ritmo lento, controbilanciato dalla profondità dei temi trattati.
Dalla Prima Guerra Mondiale con tutto il suo orrore e le moderne risorse impiegate a fin di male, anziché per migliorare il mondo, fino alla storia del colonialismo con i peccati dei padri che ricadono sui figli.
Ellis tratta l’infestazione da creature simili ai lupi come una pandemia, servendosi anche dell’epidemia di colera più volte citata e facendo riferimento alla chiusura delle rotte commerciali e alle altre misure volte a contenerne la diffusione.
Siamo di fronte a un film horror gestito come un giallo investigativo, un po’ come Il mastino dei Baskerville (fra gli oltre 20 adattamenti del romanzo di Sir Arthur Conan Doyle, mi riferisco in particolare alla versione del 2002 di David Attwood), ma naturalmente senza Sherlock Holmes. E si sente, com’è naturale.
Resta interessante l’approccio, con un patologo al posto di un investigatore e l’approccio a metà fra le misure contenitive per qualsiasi malattia contagiosa e le superstizioni soprannaturali legate agli antichi zingari della Romania, fra incubi rivelatori e antiche maledizioni.
La legge del contrappasso
La giustizia terrena, si sa, per secoli non ha mai raggiunto i privilegiati, i proprietari terrieri, i nobili, tutti coloro che pensavano di potersi arrogare il diritto di decidere della vita e della morte altrui, addirittura del loro diritto all’esistenza. Credevano di poterlo fare e lo facevano davvero, decidendo le sorti di intere comunità. Quasi esclusivamente per ragioni di interesse. Il vile denaro.
The Cursed parla proprio di questo, di quella giustizia terrena mai arrivata che viene sostituita dalla giustizia non divina, ma infernale. La legge del contrappasso, qui, vale per tutto: se non c’è la nebbia, c’è il fumo. Se non c’è la punizione, c’è la vendetta. E riguarda l’intera stirpe, come l’offesa originale che scatena la maledizione.
Quella luce così realistica che avvolge la terra poco prima del crepuscolo, la foschia, l’inverno, il rumore degli alberi al vento: ci sono momenti, in The Cursed, in cui ci sembra di essere lì, esposti sia all’aria aperta che al pericolo.
Purtroppo, l’impressione non dura per tutto il film, sebbene si tratti di un’opera fortemente simbolica e riuscita.
Le creature del film non sono lupi, ma mostri pallidi e senza peli, con una biologia completamente unica ma apertamente ispirata ai body horror più celebri (da La cosa a Un lupo mannaro americano a Londra).
Nonostante la sua lunga durata, di quasi due ore, il film è ricco di suggestioni anche nei momenti più lenti. La visione delle creature è sporadica, come nei film noir, utilizza un montaggio molto veloce e inquadrature imprecise, per nascondere i dettagli delle creature fino al momento opportuno.
Il grande potenziale dato dal legame storico con fatti realmente avvenuti (un secolo e mezzo prima degli anni in cui è ambientato il film, però) non viene sfruttato appieno, ma certamente indica The Cursed come un film originale nel panorama horror contemporaneo.
La fotografia tipicamente europea, il forte legame con la tradizione cattolica (riprendendo la strada indicata da Dracula’s Legacy nel 2000) e inserendo un personaggio, John McBride, che come altri personaggi ha avuto un legame diretto con i fatti legati alla cosiddetta Bestia del Gévaudan (sebbene, come anticipato, si spostino in avanti nel tempo di un secondo e mezzo).
La Bestia del Gévaudan: la storia vera
La Bestia del Gévaudan è un fenomeno storico che ha avuto luogo tra il 1764 e il 1767 nella regione del Gévaudan, nella Francia centro-meridionale. Questa creatura feroce, mai identificata con esattezza, è stata responsabile di decine di attacchi mortali, causando il panico tra la popolazione locale. Le vittime, che variano a seconda delle fonti, sono stimate in 113, con 98 parzialmente divorate e 49 feriti.
La Corona di Francia ha impiegato ingenti risorse per dare la caccia all’animale, che i testimoni descrivevano come un leone, un lupo o una iena, e che la popolazione credeva di natura soprannaturale e immortale. La bestia è stata dichiarata uccisa più volte prima del termine definitivo degli attacchi.
La storia della Bestia del Gévaudan è avvolta nel mistero, con molte teorie e leggende che la circondano. Alcune persone credevano che fosse una creatura soprannaturale inviata da Dio per punire la gente della regione per i loro peccati. Altri pensavano che fosse un animale esotico portato nella regione da un circo o da un signore locale. Tuttavia, la maggior parte degli studiosi moderni crede che la bestia fosse un esemplare anomalo di lupo o di cane.
La regione di Gévaudan, situata nel centro-sud della Francia, era nota per la sua bellezza naturale e per la presenza di molte specie di animali selvatici. Nel 1764, la regione fu scossa da una serie di attacchi brutali contro gli abitanti locali. Le vittime riferirono di essere state attaccate da una creatura simile a un lupo o a un cane, ma molto più grande e feroce. I primi attacchi furono attribuiti ai lupi, che erano numerosi nella zona, ma ben presto divenne evidente che gli attacchi erano opera di qualcosa di diverso e molto più pericoloso.
La Bestia del Gévaudan ha avuto un’enorme influenza sulla cultura di massa, ispirando film, fumetti, e serie televisive. Ad esempio, il film Il patto dei lupi del 2001. In Wolfman" (2010) la Bestia del Gévaudan viene rappresentata come un enorme lupo mannaro. La vicenda della Bestia del Gévaudan compare anche nella serie manga The Case Study of Vanitas del 2015, scritta e disegnata da Jun Mochizuki.
Per chi è interessato a visitare i luoghi legati alla storia della Bestia del Gévaudan, la regione offre la possibilità di esplorare i siti in cui la bestia ha attaccato, come Saint-Étienne-de-Lugdarès e La Besseyre-Saint-Mary, e di visitare il Museo della Bestia di Gévaudan a Saugues, che presenta molte informazioni sulla storia della bestia e sulla caccia di massa che seguì agli attacchi.
Gli attacchi di questi animali erano un problema molto serio all'epoca, non solo in Francia, ma in tutta Europa. Per esempio, nella primavera del 1765, una serie di attacchi non collegati alla Bestia del Gévaudan si verificò a nord-est di Parigi, dove un singolo lupo sbranò almeno quattro persone in due giorni prima di essere rintracciato e ucciso.
Naturalisti e testimoni oculari come Georges-Louis Leclerc de Buffon, François de Beaufort, e altri hanno concluso che i lupi fossero più di uno. François de Beaufort, vicedirettore del Museo nazionale di storia naturale di Francia, afferma che la Bestia di Gévaudan generò “diversi gruppi familiari di lupi che agirono, frequentemente o occasionalmente, come mangiatori di uomini”.
La Bestia affliggeva principalmente la regione del Gévaudan, i cui confini sono più o meno gli stessi del dipartimento di Lozère. Si registrarono però anche attacchi a Velay (Alta Loira), Haute-Auvergne (Cantal) e Rouergue (Aveyron). L'animale era segnalato principalmente sulle montagne della Margeride e, in alcune occasioni, sul massiccio montuoso dell'Aubrac, verso Langogne e nella foresta di Mercoire, prima di spostarsi verso i monti Chauvet, Montgrand e Mouchet.
Rating: TBA
Durata: 101'
Nazione: UK
Voto
Redazione
The Cursed
The Cursed è un film horror del 2021 scritto e diretto da Sean Ellis e basato su fatti storici reali, legati alle suggestive uccisioni riferite alla cosiddetta Bestia di Gévaudan.
Fra storia, leggenda e superstizione, Ellis costruisce un horror gestito come un giallo investigativo, un po’ nello stile de Il mastino dei Baskerville (che non a caso vanta oltre 20 trasposizioni cinematografiche e televisive), ma senza Sherlock Holmes. La mancanza si sente, sebbene Kelly Reilly sia come sempre straordinaria e la fotografia insieme al suono ci permetta di sentirci parte integrante della storia in alcune sequenze. Come se fossimo lì, in attesa dell’orrore.
Ripercorrendo la tradizione dei più celebri body horror, il film - in un finale proprio come quello di Un lupo mannaro americano a Londra - ci racconta che solo il sacrificio di chi ama davvero può salvare un’anima. Perché per il corpo, invece, è tutta un’altra storia…