The Pills - Sempre Meglio che Lavorare
di
Roberto Vicario
Bisogna dare atto a Pietro Valsecchi che, come produttore, ha sempre avuto estremo coraggio. Nei film da lui portati al cinema c'é la voglia di rischiare, di far fare il grande salto a ragazzi che hanno forgiato la loro popolarità su piattaforme differenti da quella del grande schermo, come la televisione o il web.
E' questo il caso di Luca, Matteo e Luigi, meglio conosciuti come i The Pills. Un trio romano diventato famoso grazie YouTube e, dopo essere passati sul piccolo schermo, fanno il grande salto portando al cinema The Pills - Sempre Meglio che Lavorare. Un film totalmente no sense, citazionista, imperfetto ma in un certo senso anche coraggioso. Ecco cosa ne pensiamo.
Sin dalla più tenera età Luigi, Matteo e Luca si sono fatti una promessa: non lavoreranno mai. Una decisione presa quando ancora la notizia più importante di cui discutere riguardava il fatto che Dodò non era vero ma mosso da un uomo o che il finale di Lady Oscar era una bomba.
Arrivati a trent'anni i tre ragazzi vivono ancora insieme in un appartamento di Roma Sud, volutamente ripreso in bianco e nero, quasi a simboleggiare il tempo che non vuole passare. Le loro giornate sono scandite da canne, giri sulla tangenziale e kebab. L'eta però avanza, e in ognuno dei tre ragazzi iniziano a vacillare alcune certezze che hanno segnato la loro gioventù e su cui é stata fondata la loro amicizia.
Matteo non riesce più a farsi le canne come una volta, iniziando addirittura a rigettarle. Luigi non regge più la “terza pippa” e non vuole assolutamente accettare il fatto che stia crescendo. Luca sente l'istinto di voler lavorare, affascinato dai “bangla shop” che vendono di tutto e che spopolano a Roma e nel resto dell'Italia.
Partendo da questi presupposti il film dei The Pills é un grosso collage di sketch, alcuni originali e altri già visti, che fanno intuire da dove arrivano questi ragazzi. Una formula che funziona perfettamente sul web, ma che in una pellicola di 80 minuti circa alterna alti e bassi. Il film é spaccato sostanzialmente in due: nella prima parte abbiamo una serie confusa di situaizoni che non sembrano amalgamarsi perfettamente, nella seconda metà del film la storia prende una direzione e il film sembra muoversi in maniera più armonica.
Tuttavia nella pellicola di questi tre ragazzi romani, c'é quello che é sempre mancato ad altri lavori comici interpretati da ragazzi della loro età. The Pills - Sempre Meglio che Lavorare é un film che osa. Un prodotto che non si vergogna di raccontare il no sense più estremo, di passare attraverso il citazionismo più estremo e scomodo (si cita La Dolce Vita, Batman Begins e persino Pacciani e i compagni di merende), e più di ogni altra cosa entra in pieno contrasto con una gioventù raccontata da registi come Muccino o Massimo Venier in Generazione Mille Euro.
Questi ragazzi, al di là del risultato finale, hanno dimostrato di saperci fare e di avere la grinta, la rabbia e l'arguzia di proporre qualcosa di diverso, mai visto in Italia (incredibile il cammeo di Giancarlo Esposito, quasi tarantiniano). In questo senso bisogna anche dare atto a Pietro Valsecchi di aver intuito questo potenziale e di aver lasciato carta bianca ai tre ragazzi.
Luigi, Matteo e Luca si sono anche dimostrati dei buoni attori, grazie ad una naturalezza davanti alla camera che si era già intuita guardando i loro filmati su YouTube (alcuni di questi ve li consigliamo caldamente perché sono molto divertenti!) e che qui mette in mostra tutta la loro prorompente romanità. Ecco, tra i difetti della pellicola bisogna segnalare questo elemento. Il film é smaccatamente romano, quello vero, genuino. Non c'é nulla che non sia comprensibile a tutti, ma bisogna anche sottolineare come molti passaggi e alcune declinazioni o modi di dire, siano ovviamente appannaggio di un pubblico che mastica quella cadenza.
Poco male. The Pills - Sempre Meglio che Lavorare, nonostante qualche segno di inesperienza e di eccessiva voglia di spingersi oltre, é un prodotto che merita fiducia e incoraggiamento. In una situazione di stallo per quanto riguarda la commedia italiana, statica e senza quello slancio in grado di farla rilanciare (Zalone escluso, ma é un discorso a parte) la voglia di osare che questi ragazzi di Roma Sud hanno portato sullo schermo, é comunque da premiare. Se riusciranno a trovare un maggiore equilibrio all'interno dei loro prossimo lavori - e siamo certi che lavoreranno ancora all'interno di questo settore - potremmo trovarci davanti ad un nuovo fenomeno di cui parlare. In bocca al lupo ragazzi.
E' questo il caso di Luca, Matteo e Luigi, meglio conosciuti come i The Pills. Un trio romano diventato famoso grazie YouTube e, dopo essere passati sul piccolo schermo, fanno il grande salto portando al cinema The Pills - Sempre Meglio che Lavorare. Un film totalmente no sense, citazionista, imperfetto ma in un certo senso anche coraggioso. Ecco cosa ne pensiamo.
I trentenni “mucciniani” non esistono più!
Sin dalla più tenera età Luigi, Matteo e Luca si sono fatti una promessa: non lavoreranno mai. Una decisione presa quando ancora la notizia più importante di cui discutere riguardava il fatto che Dodò non era vero ma mosso da un uomo o che il finale di Lady Oscar era una bomba.
Arrivati a trent'anni i tre ragazzi vivono ancora insieme in un appartamento di Roma Sud, volutamente ripreso in bianco e nero, quasi a simboleggiare il tempo che non vuole passare. Le loro giornate sono scandite da canne, giri sulla tangenziale e kebab. L'eta però avanza, e in ognuno dei tre ragazzi iniziano a vacillare alcune certezze che hanno segnato la loro gioventù e su cui é stata fondata la loro amicizia.
Matteo non riesce più a farsi le canne come una volta, iniziando addirittura a rigettarle. Luigi non regge più la “terza pippa” e non vuole assolutamente accettare il fatto che stia crescendo. Luca sente l'istinto di voler lavorare, affascinato dai “bangla shop” che vendono di tutto e che spopolano a Roma e nel resto dell'Italia.
Partendo da questi presupposti il film dei The Pills é un grosso collage di sketch, alcuni originali e altri già visti, che fanno intuire da dove arrivano questi ragazzi. Una formula che funziona perfettamente sul web, ma che in una pellicola di 80 minuti circa alterna alti e bassi. Il film é spaccato sostanzialmente in due: nella prima parte abbiamo una serie confusa di situaizoni che non sembrano amalgamarsi perfettamente, nella seconda metà del film la storia prende una direzione e il film sembra muoversi in maniera più armonica.
Tuttavia nella pellicola di questi tre ragazzi romani, c'é quello che é sempre mancato ad altri lavori comici interpretati da ragazzi della loro età. The Pills - Sempre Meglio che Lavorare é un film che osa. Un prodotto che non si vergogna di raccontare il no sense più estremo, di passare attraverso il citazionismo più estremo e scomodo (si cita La Dolce Vita, Batman Begins e persino Pacciani e i compagni di merende), e più di ogni altra cosa entra in pieno contrasto con una gioventù raccontata da registi come Muccino o Massimo Venier in Generazione Mille Euro.
Questi ragazzi, al di là del risultato finale, hanno dimostrato di saperci fare e di avere la grinta, la rabbia e l'arguzia di proporre qualcosa di diverso, mai visto in Italia (incredibile il cammeo di Giancarlo Esposito, quasi tarantiniano). In questo senso bisogna anche dare atto a Pietro Valsecchi di aver intuito questo potenziale e di aver lasciato carta bianca ai tre ragazzi.
Luigi, Matteo e Luca si sono anche dimostrati dei buoni attori, grazie ad una naturalezza davanti alla camera che si era già intuita guardando i loro filmati su YouTube (alcuni di questi ve li consigliamo caldamente perché sono molto divertenti!) e che qui mette in mostra tutta la loro prorompente romanità. Ecco, tra i difetti della pellicola bisogna segnalare questo elemento. Il film é smaccatamente romano, quello vero, genuino. Non c'é nulla che non sia comprensibile a tutti, ma bisogna anche sottolineare come molti passaggi e alcune declinazioni o modi di dire, siano ovviamente appannaggio di un pubblico che mastica quella cadenza.
Poco male. The Pills - Sempre Meglio che Lavorare, nonostante qualche segno di inesperienza e di eccessiva voglia di spingersi oltre, é un prodotto che merita fiducia e incoraggiamento. In una situazione di stallo per quanto riguarda la commedia italiana, statica e senza quello slancio in grado di farla rilanciare (Zalone escluso, ma é un discorso a parte) la voglia di osare che questi ragazzi di Roma Sud hanno portato sullo schermo, é comunque da premiare. Se riusciranno a trovare un maggiore equilibrio all'interno dei loro prossimo lavori - e siamo certi che lavoreranno ancora all'interno di questo settore - potremmo trovarci davanti ad un nuovo fenomeno di cui parlare. In bocca al lupo ragazzi.