Thor: Ragnarok
In questo 2017 ricco di cinecomic la Marvel non solo raddoppia ma dopo il secondo episodio dei Guardiani della Galassia e il "ritorno a casa" del figliol prodigo Uomo Ragno torna nelle sale con Thor: Ragnarok, terza pellicola dedicata al Dio del Tuono portato sul grande schermo dal palestratissimo e smagliettatissimo Chris Hemsworth.
Dove eravamo rimasti?
È dai tempi di Age of Ultron che avevamo perso le tracce di Thor, che aveva lasciato in fretta e furia gli Avengers impegnati a salvare il mondo per far ritorno al suo mondo natale e fare luce sulle minacce in procinto di scagliarsi su Asgard.
Se siete familiari con il cinematic universe della Marvel, sapete bene che Thor viene considerato un po’ come il giullare di corte. La performance di Chris Hemsworth per tutta la durata del film tira fuori al meglio questo lato, una versione più matura e consapevole del personaggio, meno goffa e forzata, decisamente a suo agio nei panni dello “zio del tuono”, così definito da un Jeff Goldblum in grande spolvero nella parte di Jeff Gold...ehm, del Grandmaster.
Hulk spacca!
Ritroviamo invece un Hulk che, ormai intrappolato da troppo tempo nella sua versione verde e spacca tutto, fa la parte del bambino capriccioso completamente a suo agio nei panni del gladiatore. Se eravate in cerca di un gigante verde introspettivo siete fuori strada, per quello ci ha già pensato Eric Bana...
Fra i piacevoli ritorni la parte del leone spetta senza dubbio a un Tom Hiddleston che calza i panni di Loki ormai come una seconda pelle mentre Hopkins più passano gli anni e più conferisce saggezza e maestosità ad un Odino ormai rassegnato al corso degli eventi che minacciano Asgard.
Tante facce nuove
Il reparto dedicato alle new entry non è da meno, con molti (forse troppi?) nuovi innesti che vanno a completare una pellicola che riesce fin dalle prime battute a far dimenticare i due modesti capitoli precedenti dedicati al Dio del Tuono.
Oltre al già citato Jeff Goldblum anche Tessa Thompson, in barba alle critiche dovute al colore della pelle, si cala alla perfezione nei panni di una Valkiria che vuole affogare i dispiaceri del passato in ogni bottiglia che gli passa per le mani ma che non esita a rivestire i gloriosi panni di difensore di Asgard una volta che la sua patria è a rischio.
Ma il personaggio migliore, ed era facile intuirlo dai numerosi trailer rilasciati, è Cate Blanchette, totalmente a suo agio nei panni di un Hela davvero spaventosa, sia nella versione da battaglia con le corna sia nella parte più “umana”. E non è certo cosa da poco visto il tono leggero e scanzonato che pervade l'intero film!
Sprecato e quasi dimenticato purtroppo Carl Urban nel ruolo di uno Scourge che davvero fatica a trovare spazio e identità all'interno della pellicola.
Lui? Lui è peggio di me
Arrivando a parlare del film vero e proprio Thor: Ragnarok è figlio illegittimo di James Gunn e dei suoi Guardiani della Galassia. Dopo il successo delle due pellicole del regista cresciuto a pane e Troma infatti era solo questione di tempo prima che la formula che aveva ottenuto tanti consensi di pubblico e critica venisse usata da altri. Se i Guardiani erano l'esaltazione degli anni 70, Thor: Ragnarok gronda anni 80 da ogni suo frame.
Dai colori accesi che inondano letteralmente la pellicola, alla colonna sonora che spazia dalla tecno alla psichedelia con parentesi rock (Immigrant Song è davvero un colpo basso ma sicuramente vincente) Tika Waititi ci tiene a ribadire in ogni momento quanto il gusto per il retrò sia la base e fondamento di tutto il film.
Se però molte trovate risultano davvero azzeccate (il Bifrost è davvero un setting ideale per un picchiaduro a scorrimento) il buon Tika alla lunga sembra cadere vittima di sé stesso, facendosi prendere un po’ troppo dal lato comico del film.
Uno dei punti di forza di Thor: Ragnarok è senza dubbio il reparto effetti speciali con un'industria Light & Magic davvero sugli scudi che fa la parte del leone in ogni setting della pellicola, offrendoci il meglio che la CGI di oggi è in grado di offrire in un mercato in continua evoluzione.
Numerosi infine i richiami al mondo cinematografico Marvel e al passato dei nostri protagonisti, compresa una delle due scene post credit che, non c'è bisogno di dirlo, anche in Thor : Ragnarok attendono lo spettatore alla fine del film.
Il meglio deve ancora venire
Il terzo capitolo di Thor risulta il migliore delle tre pellicole che vedono Thor come protagonista (anche se ci voleva davvero poco visti i precedenti…) e conferma la bontà del connubio Disney/ Marvel nel confezionare prodotti di qualità per il grande pubblico.