Thor: The Dark World
di
Roberto Vicario
Con l'uscita di Iron Man 3, i Marvel Studios hanno dato il via alla fase due dell'universo cinematografico Marvel. In attesa di Vedere I Guardiani della Galassia, Capitan America e altri ancora, siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla seconda pellicola dedicata al figli di Odino, Thor. Scoprite insieme a noi perché.
Intrattenimento Asgardiano
Il primo Thor di Kenneth Branagh non aveva convito gli appassionati del personaggio, chesi erano ritrovati un figlio di Odino ridimensionato ad una specie di macchietta, in quel New Mexico che a confronto con la sovrastante maestosità di Asgard, gli stava decisamente stretto.
Il cambio di sceneggiatore (non c'é più il seppur buon Staczynski) ma soprattutto la regia passata nelle mani di Alan Taylor, formatosi tra serie tv come Il trono di Spade, ha dato nuova linfa vitale alla pellicola, che si presenta finalmente agli occhi dello spettatore sia come un prodotto di puro intrattenimento, similare alle pubblicazioni cartacee della casa americana, ed allo stesso tempo come un film in grado di valorizzare sia il personaggio che il mondo in cui vive.
L'incipit si colloca esattamente dopo gli avvenimenti di New York (The Avengers) con Loki che fa ritorno da prigioniero e traditore ad Asgard e con Thor che dopo aver instaurato la pace all'interno dei sette regni, può tornare a pensare ai problemi terreni che lo legano alla dottoressa Jane Foster, interpretata ancora una volta da un'ottima Natalie Portman.
Il fragile equilibrio verrà rotto proprio dalla dottoressa che analizzando delle fratture temporali che si stanno manifestando a Londra, entra in contatto dell'Aether, una sostanza estremamente pericolosa bandita da Bor, il padre di Odino, dopo una strenua battaglia con Malekith, Re degli elfi oscuri.
La scoperta della sostanza risveglierà Malekith dal suo lungo esilio forzato mettendolo finalmente nella posizione di poter completare il suo malefico piano: distruggere Asgard e sfruttando il potere dell'Aether e l'allineamento dei nove regni, instaurare un vero e proprio regno di terrore oscuro.
Thor ed i suoi fidi compagni d'armi si troveranno quindi immischiati in una lotta all'ultimo sangue che porteranno il Dio del Tuono a viaggiare attraverso portali dimensionali tra un regno e l'altro, in una pellicola che, se confrontata con la precedente, offre finalmente momenti spazio temporali più ampi e ben inseriti all'interno della sceneggiatura.
Il regista infatti punta alla sostanza, rendendo Thor: The Dark World un prodotto di puro intrattenimento, con molte scene d'azione decisamente ben riuscite, in grado di valorizzare sempre di più il personaggio interpretato da Chris Hemsworth, sempre più credibile dei panni del Dio nordico. Anche le scene di dialogo, che fanno da collante tra un combattimento e l'altro, hanno la funzione di esaltare l'ormai sempre più credibile e subdolo Loki (Tom Hiddleston) e snocciolare dettagli sulla trama, dando allo spettatore il background necessario a capire le azioni che si susseguono su schermo.
Quello che ne esce é un film divertente, concreto, che non si perde in messaggi metafisici ma punta a quello che la Marvel ha saputo fare in questi anni con i suoi fumetti: intrattenere. Grande merito va anche alla fotografia/regia e alla sceneggiatura, con la prima che esalta una volta per tutte la già citata magnificenza di Asgard (con diversi rimandi, non sappiamo se voluti o meno, ad universi quali Star Trek e Star Wars) e la seconda che rende credibili anche i personaggi secondari dandogli maggior importanza all'interno del contesto.
In questo meccanismo che sembra funzionare in maniera certosina, vi é però qualche piccola crepa. Su tutti la totale piattezza del personaggio di Algrim e dello stesso Malekith, che sicuramente avrebbero meritato più profondità. Una nota che si fa ancora più stonata se pensiamo alla cura che la sceneggiatura ha riposto nella “costruzione” degli altri personaggi. Questa scelta, di fatto, assottiglia di molto la pericolosità dei villain, che non riescono a bucare lo schermo ed arrivare allo spettatore. Fortuna che a sostenere il famoso pilastro della subdola cattiveria ci pensa l'ottimo Loki, che non abbiamo paura a sottolineare una seconda volta visto l'enorme "lavoro" svolto all'interno del film.
Come da tradizione non mancheranno diversi cameo come quello dell'ormai immancabile Stan Lee, e di un altro personaggio Marvel molto famoso di cui non vi sveliamo il nome. Inoltre, il finale pur concludendo la saga di Malekith, lascia aperte diverse porte che inevitabilmente faranno da deus ex machina per l'orma imminente I Guardiani della Galassia. Piccolo avvertimento: per capire meglio questa nostra ultima frase, rimanete ben saldi alla vostra poltrona sino alla fine dei titoli di coda, perché questa volta i finali “segreti” saranno ben due, e non uno solo come da tradizione.
Purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di visionare la pellicola in 3D e quindi non siamo in grado di dirvi quanta qualità può aggiungere all'esperienza visiva l'effetto stereoscopico. Tuttavia, data la massiccia - e alquanto ottima - presenza di effetti speciali, la visione in 3D potrebbe essere (quasi) consigliata.
In definitiva quindi ci sentiamo di promuovere Thor: The Dark World. Senza troppi fronzoli, il regista offre quasi due ore di puro intrattenimento. Due ore che servono a ridare credibilità al personaggio di Thor, alla sua combriccola e ad Asgard stessa. Qualche pecca non manca, ma se siete amanti del personaggio o più in generale dei film ispirati a supereroi, la visione é caldamente consigliata.
BIGLIETTI: 4/5
Intrattenimento Asgardiano
Il primo Thor di Kenneth Branagh non aveva convito gli appassionati del personaggio, chesi erano ritrovati un figlio di Odino ridimensionato ad una specie di macchietta, in quel New Mexico che a confronto con la sovrastante maestosità di Asgard, gli stava decisamente stretto.
Il cambio di sceneggiatore (non c'é più il seppur buon Staczynski) ma soprattutto la regia passata nelle mani di Alan Taylor, formatosi tra serie tv come Il trono di Spade, ha dato nuova linfa vitale alla pellicola, che si presenta finalmente agli occhi dello spettatore sia come un prodotto di puro intrattenimento, similare alle pubblicazioni cartacee della casa americana, ed allo stesso tempo come un film in grado di valorizzare sia il personaggio che il mondo in cui vive.
L'incipit si colloca esattamente dopo gli avvenimenti di New York (The Avengers) con Loki che fa ritorno da prigioniero e traditore ad Asgard e con Thor che dopo aver instaurato la pace all'interno dei sette regni, può tornare a pensare ai problemi terreni che lo legano alla dottoressa Jane Foster, interpretata ancora una volta da un'ottima Natalie Portman.
Il fragile equilibrio verrà rotto proprio dalla dottoressa che analizzando delle fratture temporali che si stanno manifestando a Londra, entra in contatto dell'Aether, una sostanza estremamente pericolosa bandita da Bor, il padre di Odino, dopo una strenua battaglia con Malekith, Re degli elfi oscuri.
La scoperta della sostanza risveglierà Malekith dal suo lungo esilio forzato mettendolo finalmente nella posizione di poter completare il suo malefico piano: distruggere Asgard e sfruttando il potere dell'Aether e l'allineamento dei nove regni, instaurare un vero e proprio regno di terrore oscuro.
Thor ed i suoi fidi compagni d'armi si troveranno quindi immischiati in una lotta all'ultimo sangue che porteranno il Dio del Tuono a viaggiare attraverso portali dimensionali tra un regno e l'altro, in una pellicola che, se confrontata con la precedente, offre finalmente momenti spazio temporali più ampi e ben inseriti all'interno della sceneggiatura.
Il regista infatti punta alla sostanza, rendendo Thor: The Dark World un prodotto di puro intrattenimento, con molte scene d'azione decisamente ben riuscite, in grado di valorizzare sempre di più il personaggio interpretato da Chris Hemsworth, sempre più credibile dei panni del Dio nordico. Anche le scene di dialogo, che fanno da collante tra un combattimento e l'altro, hanno la funzione di esaltare l'ormai sempre più credibile e subdolo Loki (Tom Hiddleston) e snocciolare dettagli sulla trama, dando allo spettatore il background necessario a capire le azioni che si susseguono su schermo.
Quello che ne esce é un film divertente, concreto, che non si perde in messaggi metafisici ma punta a quello che la Marvel ha saputo fare in questi anni con i suoi fumetti: intrattenere. Grande merito va anche alla fotografia/regia e alla sceneggiatura, con la prima che esalta una volta per tutte la già citata magnificenza di Asgard (con diversi rimandi, non sappiamo se voluti o meno, ad universi quali Star Trek e Star Wars) e la seconda che rende credibili anche i personaggi secondari dandogli maggior importanza all'interno del contesto.
In questo meccanismo che sembra funzionare in maniera certosina, vi é però qualche piccola crepa. Su tutti la totale piattezza del personaggio di Algrim e dello stesso Malekith, che sicuramente avrebbero meritato più profondità. Una nota che si fa ancora più stonata se pensiamo alla cura che la sceneggiatura ha riposto nella “costruzione” degli altri personaggi. Questa scelta, di fatto, assottiglia di molto la pericolosità dei villain, che non riescono a bucare lo schermo ed arrivare allo spettatore. Fortuna che a sostenere il famoso pilastro della subdola cattiveria ci pensa l'ottimo Loki, che non abbiamo paura a sottolineare una seconda volta visto l'enorme "lavoro" svolto all'interno del film.
Come da tradizione non mancheranno diversi cameo come quello dell'ormai immancabile Stan Lee, e di un altro personaggio Marvel molto famoso di cui non vi sveliamo il nome. Inoltre, il finale pur concludendo la saga di Malekith, lascia aperte diverse porte che inevitabilmente faranno da deus ex machina per l'orma imminente I Guardiani della Galassia. Piccolo avvertimento: per capire meglio questa nostra ultima frase, rimanete ben saldi alla vostra poltrona sino alla fine dei titoli di coda, perché questa volta i finali “segreti” saranno ben due, e non uno solo come da tradizione.
Purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di visionare la pellicola in 3D e quindi non siamo in grado di dirvi quanta qualità può aggiungere all'esperienza visiva l'effetto stereoscopico. Tuttavia, data la massiccia - e alquanto ottima - presenza di effetti speciali, la visione in 3D potrebbe essere (quasi) consigliata.
In definitiva quindi ci sentiamo di promuovere Thor: The Dark World. Senza troppi fronzoli, il regista offre quasi due ore di puro intrattenimento. Due ore che servono a ridare credibilità al personaggio di Thor, alla sua combriccola e ad Asgard stessa. Qualche pecca non manca, ma se siete amanti del personaggio o più in generale dei film ispirati a supereroi, la visione é caldamente consigliata.
BIGLIETTI: 4/5