Transcendence

di Roberto Vicario
trascéndere (ant. transcéndere) v. tr. [dal lat. transcend •re oltrepassare, montare al di sopra, comp. di trans- trans- e scand •re salire ] (coniug. come scendere). - [Enc. Treccani]

Provate anche solo per un momento a chiudere gli occhi e immaginare un mondo in cui le macchine sono dotate di coscienza; un mondo in cui non é distinguibile l'uomo dalla macchina e dove una persona, grazie all'incedere impetuoso della tecnologia, può trasportare la sua coscienza all'interno di circuiti sintetici.

Partendo da queste domande si sviluppa per circa due ore (119') Transcendence, prima fatica da regista di Wally Pfister, che passa dietro la macchina da presa dopo aver vinto un Academy Award come direttore della fotografia in Inception, e svariate candidature agli Oscar al fianco dell'amico Christopher Nolan.



Il Dr. Will Caster (Johnny Depp) insieme a sua moglie Evelyn (Rebecca Hall) e l'amico di vecchia data Max Waters (Paul Bettany), sono tre tra i più importanti ricercatori nel settore dell'Intelligenza Artificiale, impegnati nella ricerca di una macchina in grado di combinare l'intelligenza collettiva del sapere universale con l'intera gamma delle emozioni umane. In poche parole, una macchina totalmente senziente.

Questo studio però, non viene visto di buon occhio da un gruppo di “terroristi” che trovano innaturale e poco etico l'evolversi di questi studi. Tutto cambierà quando durante una conferenza, il Dr. Caster rimarrà vittima di un colpo d'arma da fuoco, portandolo molto vicino alla morte. La moglie pur di non perderlo, e aiutata dall'amico Max, tenterà un disperato esperimento che punta a trasportare la coscienza del marito all'interno di un computer.

L'esperimento avrà successo, ma questo successo darà la possibilità al Dr. Caster di avere libero accesso a tutti i contenuti della rete. Un potere inestimabile che non solo gli permetterà di accrescere le sue conoscenze di secondo in secondo, ma persino di manipolare a suo piacimento un mondo totalmente legato al concetto di tecnologia e connessioni dati.

Una trama non semplice, soprattutto per uno sceneggiatore come Jack Plagen che si trova al suo esordio come scrittore nel mondo di Hollywood, ma che nonostante qualche calo qua e là, riesce ad intrattenere il pubblico in un miscuglio di elementi che spaziano tra la fantascienza ed il thriller più classico.



Il concetto di super intelligenza e di IA totalmente senziente é già stato utilizzato più volte all'interno della cinematografia Hollywoodiana, ma in Transcendence Pfister sposta la lente di ingrandimento su un discorso più tecnico ed etico, che pur non disdegnando scene puramente d'impatto visivo, riprendere scenari plausibili e ci porta a porci delle domande su questa costante ed incontrollata crescita tecnologia.

Proprio questo elemento, in alcuni momenti, si trasforma nel limite della pellicola. I temi trattati sono tanti: nanotecnologie, rigenerazione, biologia e molto altro, ma non tutti riescono ad essere sviluppati in maniera credibile, ma soprattutto pienamente assimilabili dal grande pubblico che potrebbe rimanere interdetto in alcuni passaggi.

In questo scenario però si configurano una serie di situazioni che riescono comunque a tenere alta la tensione. Ad esempio, il rapporto in costante evoluzione tra Evelyn e la copia “sintetica” del marito, in questo senso, regala intense emozioni, in grado non solo di incuriosire lo spettatore, ma di offrirgli ulteriori spunti di discussione. D'altronde Pfister ha l'intuizione di non dare una risposta attraverso questa pellicola, ma piuttosto di offrire a chi guarda il film la possibilità di farsi una sua idea su quelli che in un futuro non troppo remoto, potrebbero essere scenari realmente esistenti.

“Una volta online, una macchina senziente supererà rapidamente i limiti della biologia...il suo potere analitico sarà più grande dell'intelligenza collettiva del sapere universale. Immaginate una tale identità con l'intera gamma delle emozioni, perfino la coscienza di sé”. Riprendendo questo passaggio fatto da Depp in una scena del film, si può capire molto di quello che Transcendence si prefigge di raccontare: l'IA di un macchina può rappresentare una vera e propria minaccia?



Un incipit interessante ma che come avrete facilmente intuito rischia di diventare estremamente impegnativo se affrontato in maniera diretta. Il regista si é quindi dimostrato abile nell'amalgamare alla perfezione il triangolo sentimentale che c'é tra i tre scienziati e la componente più thriller portata avanti dall'ottimo agente dell'FBI interpretato da Cillian Murphy e dal capo della “resistenza”, una tenacissima Kate Mara. Senza dimenticare l'inossidabile Morgan Freeman, qui relegato più ad un ruolo da comprimario ma sempre in ottima forma.

Quello che ne esce é quindi un film ritmato, divertente, in grado di appassionare per tutta la sua durata, ma soprattutto con il potenziale di stimolare discussioni, grazie anche un finale per niente banale. Una cura maggiore nella sceneggiatura e un po più di coraggio da parte del regista avrebbero sicuramente cambiato in meglio il nostro giudizio, che comunque rimane estremamente positivo.

Non ci resta quindi che invitarvi a vedere Transcendence con occhio critico, provando a cogliere tutte le sfaccettature e gli spunti di discussione presenti nella pellicola. Cosa accadrà? noi no possiamo saperlo...o forse non vogliamo? perché citando sempre un passaggio del film:”La gente ha paura di quello che non capisce”.