Transformers - Il risveglio, recensione: un copia-incolla pigro e sbagliato
Il risveglio non c’è, anzi: il nuovo Transformers è un deciso passo indietro rispetto a Bumblebee: la recensione di Transformers - Il risveglio.
Ci sono più franchise che idee in Transformers - Il risveglio e, nonostante ciò, si fatica a percepire anche un minimo senso di freschezza in un film ripetitivo e spesso tedioso. L’epoca di Michael Bay che ha forgiato la saga è definitivamente finita. Alcuni hanno tirato un sospiro di sollievo per la fine dell’iperdinamismo delle sue scene d’azione e per la caratterizzazione stereotipata dell’elemento umano della storia.
Nel 2018, il film rifondativo della saga Bumblebee ci aveva davvero convinti. Il franchise a sorpresa aveva saputo ripensare sé stesso con un film d’azione destinato al pubblico più giovane davvero ben scritto, interpretato e girato in maniera egregia. Così come il suo protagonista, Bumblebee era piccolo e contenuto, ma rivelava un certo carattere e una cura puntuale e precisa nel mettere in scena una storia semplice, divertente e capace di scaldare il cuore.
Il segreto era tutto racchiuso in due nomi: il talentuoso regista Travis Knight al suo esordio in un film live action e un’attrice di grande capacità come la giovane Hailee Steinfeld al fianco di star come John Cena e Angela Basset.
Transformers - Il risveglio ha svoltato pagina e cambiato tutto, in peggio, come era purtroppo prevedibile. I nomi coinvolti nel reboot della saga che fa da prequel a questo film avevano personalità e carisma e avevano portato una visione precisa a una pellicola che come base ha una serie di giocattoli per bambini.
Il regista Steven Caple Jr., che abbiamo già visto alla regia di Creed II, non ha lo stesso talento e ha per le mani, va detto, un copione ben peggiore.
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Di cosa parla Transformers - Il risveglio
Brooklyn, 1994. Le Torri Gemelle sono ancora al loro posto. Noah Diaz (Anthony Ramos) è un ex soldato di origini cubane alla ricerca disperata di un lavoro per aiutare finanziariamente la madre e il fratellino malato.
Dopo un colloquio andato male, si lascia convincere da un conoscente a mettere a segno il furto di una Porsche grigia abbandonata in un garage di lusso da settimane. Proprio in quel momento una giovane archeologa di nome Helena (Dominique Fishback) scopre all’interno di un’antichissima statua un artefatto alieno. Si tratta di una parte della chiave a transcurvatura che ha portato i Maximal sulla Terra e che potrebbe riportare Optimus Prime e i suoi compagni Transformers a casa.
Noah intanto scopre che la Porsche è un alieno Transformer: Mirage, ironico compagno di battaglia di Bumblebee e del leader del gruppo Optimus Prime.
Oltre ai compagni di Prime, sulle tracce dell’artefatto però ci sono i Terrorcon, decisi a usare la chiave per fare in modo che il loro malvagio capo Unicron possa viaggiare per l’universo e divorare pianeti ricolmi di vita.
Terrestri e Transformers sono divisi: meglio distruggere la chiave ed evitare che Unicron possa uscire dall’esilio in cui l’hanno intrappolato i Maximal o rispedire a casa Optimus Prime ed evitare la distruzione del suo pianeta?
Cosa funziona e cosa no in Transformers - Il risveglio
Paramount e Hasbro hanno deciso di abbondare: in Transformers - Il risveglio ci sono ancor più franchise “ludici” di quelli già citati. Uno in particolare viene svelato nella scena a metà dei titoli di coda, che sembra francamente una brutta parodia dell’universo Marvel.
Si può chiudere un occhio su alcuni dei difetti di questo Transformers, concentrandosi magari su una regia più tradizionale e anonima di quella di Michael Bay, ma anche meno incline a far venire la nausea a chi soffre il mal di mare. L’idea di scegliere per protagonisti un’esponente della comunità di origine cubana e una giovane scienziata afroamericana sarebbe lodevole, se non fosse che siamo Noah sia Helena sono personaggio anonimi, senza carisma né mordente.Difficile anche capire se i rispettivi interpreti abbiano talento ma poco con cui lavorare o siano parimenti dimenticabili.
L’introduzione a forza di primati robotizzati a fianco di Prime e di ben due speci aliene che si trasformano da veicoli in robottoni costringe la sceneggiatura a lunghi giri di parole e spiegoni fatti e finiti per dare un minimo di coerenza alla storia. La trama spesso non sembra poter reggere l’applicazione di un po’ di sano buonsenso da parte dello spettatore.
Verrebbe quindi da affondare la mano nel tollone di popcorn e concentrarsi sulle scazzottate tra robot e sul lavoro mandibolare, non fosse che il film è spesso un mezzo plagio di prodotti precedenti, ben più riusciti e arci-famosi.
Personalmente trovo insopportabile come una major come Paramount si presenti con un film che nella sua fase finale ricalca pedissequamente gli inizi degli Avengers in casa Marvel, ricopiando paro paro pose di combattimento e scene, così, come se niente fosse. Si gettano una manciata di idee e situazioni ricopiate malamente e di fretta da una marea di blockbuster di successo degli ultimi anni al pubblico, con una pigrizia sconcertante.
Come se lo spettatore pagante non si meritasse una storia un minimo pianificata, con qualche idea sua. In un film con tre specie aliene robotizzate, ambientato negli anni ‘90 e girato tra Machu Picchu, Montreal e Brooklyn non dovrebbe essere poi così difficile far succedere qualcosa e dare allo spettatore amante di questo filone action ciò che vuole.
Nessuno sta chiedendo a Transformers - Il risveglio di diventare improvvisamente elegante, complesso e raffinato, ma anche una sana pellicola caciarona e tamarra richiede impegno e cura, qui completamente assenti.
Durata: 127'
Nazione: Stati Uniti
Voto
Redazione
Transformers - Il risveglio
Transformers - Il risveglio fa molto meno del minimo sindacale, per giunta facendo copia-incolla da franchise altrui, prima di battere rumorosamente cassa. Non ci siamo. Per fortuna quest’estate è uscito e uscirà molto di meglio.