Trouble: il trionfo della normalità nel film svedese di Netflix
Un film divertente basato sulla sfortuna
Trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato: l’evento alla base della classica commedia degli equivoci. Non a caso, il nuovo film svedese di Netflix, Trouble, viene presentato come crime comedy. Anche se in realtà è più un action comedy: la parodia di un film d’azione. Ed è effettivamente divertente.
La trama di Trouble
Conny (Filip Berg, Evil - Il ribelle) lavora come commesso in un negozio di elettronica. Ha una figlia che adora, Julia (Isabelle Aronsson, Veronica), una bambina intelligente. Ha anche un’ex moglie, ora sposata con un pilota, ed è un brav’uomo. Ma è anche il classico “sfigato”: non appena chiede al suo capo di aumentare le ore di lavoro per fare un bel regalo alla sua piccola Julia, durante l’installazione a domicilio di un nuovo televisore finisce nei guai. Tanto da ritrovarsi in carcere. E dovrà essere lui a provare la propria innocenza…
L’importante è prenderla con spirito
La lezione di Conny, a cui succede veramente di tutto nel corso di questo film, è una soltanto: qualsiasi cosa succeda, basta prenderla con il giusto spirito. Nonostante un avvocato incapace, un sistema corrotto e la cara vecchia sfortuna, Conny non si abbatte mai. Non si lamenta mai. Sembra incapace di sentirsi una vittima, perfino nei momenti più pericolosi.
Morale della favola: se sei una brava persona, non hai nulla di cui vergognarti, né di cui lamentarti. Perché vedi il mondo con lo sguardo di chi crede nella giustizia. Prima o poi, le cose si sistemeranno. Magari con una spintarella nella direzione giusta da parte tua.
La cosa più interessante di Trouble, però, è la normalità dei personaggi. Anche nell’aspetto. Conny, la poliziotta che incontra per caso Diana (Amy Deasismont, Thunder in My Heart), la superiore di Diana, Helena (Eva Melander, Il convegno). Sono tutte persone comuni, “normali”, ben diverse dagli attori bellissimi che siamo abituati a vedere nei film.
Evviva la normalità
La loro normalità li rende perfettamente capaci di passare inosservati, cosa che in qualche modo aumenta la credibilità della trama.
Una trama non particolarmente complessa, certo, ma sufficientemente movimentata per consentire ai protagonisti di mettere in luce la propria creatività. Sia in senso positivo che in senso negativo.
Trouble è esattamente come indica il suo titolo: un guaio dopo l’altro, dall’inizio alla fine. E la scelta di “rovinare” anche le sequenze trionfali indica una grande coerenza nello stile narrativo.
Per non parlare della “falsa partenza” che ci porta nel cuore dell’azione per poi tornare indietro e raccontarci la storia dall’inizio. Una storia in cui persone comuni si trovano in situazioni assolutamente non comuni, cercando di gestirle come possono: usando esclusivamente le loro competenze nella vita di tutti i giorni.