Una notte da leoni 3

di Roberto Vicario
Il primo “The Hangover” - arrivato in Italia con il nome di Una notte da leoni é stato un successo talmente inaspettato e globale da meritarsi l'appellativo di sleeper hit dell'anno 2009 . Costato poche migliaia di dollari l'incasso, solamente negli Stati Uniti, ha superato i 270 milioni di dollari . Cifra, quest'ultima, che ha permesso alla produzione di pianificare un seguito (che ha migliorato gli incassi del primo film!) e un terzo capitolo che promette di chiudere definitivamente le vicende di Phil, Stu ed Alan.

La potenza del singolo!


In questa terza ed ultima incarnazione, i nostri eroi non avranno a che fare con matrimoni o addii al celibato, ma tutto sarà incentrato su Alan e sul pirotecnico Mr. Chow. Dopo la morte del padre, la regressione infantile di cui Alan é affetto diventa sempre più importante ed incontrollabile. Così gli amici, di comune accordo con la famiglia, decido che é arrivato il momento di portare il loro compagno in un centro di recupero. La situazione precipiterà per l'ennesima volta durante il tragitto quando un boss mafioso, interpretato dall'ottimo John Goodman, deciderà di rapire Doug, e per essere liberato gli amici dovranno rintracciare il solito Mr.Chow, scappato dalla prigione di Bangkok con i soldi del mafioso.



Una notte da Leoni 3 torna alle origini. Lo fa appoggiandosi su una storia che vede ancora una volta i tre protagonisti “collaborare” nelle maniera più assurda per riportare la normalità nelle loro vite. Nonostante un plot non proprio solido, Todd Philips riesce ancora una volta a far divertire. Dopo un secondo capitolo solamente discreto, abbiamo tra le mani un film che, viste le esperienze delle due precedenti pellicole, posa tutta la sua attenzione sull'incontenibile verve comica di Zack Galifianakis e il suo personaggio. Alan, a conti fatti, oltre ad essere il vero protagonista - insieme a Mr. Chow - di questo terzo episodio, é anche l'unico dei tre amici ad avere una vera e propria evoluzione all'interno della pellicola, mettendo ancora più in risalto la piattezza e la profondità di Stu e Phil, ridotti unicamente a semplici spalle comiche.

Il plot funziona perché oltre a proporre una formula di per se già collaudata, riporta il “nostro” gruppo di amici, dopo aver toccato altre location, dove tutto é cominciato: Las Vegas. Proprio questa volontà di rimanere ancorati al passato, in realtà, si ritorce contro il film stesso, rendendo, ad esempio, la figura di John Goodman per larga parte quasi estranea alla vicenda, e lasciandole unicamente l'ingrato compito di fare da collante narrativo con gli avvenimenti precedentemente accaduti.



A spezzare il ritmo comico che le numerose battute tra Alan e Chow riescono comunque a reggere benissimo ci sono una serie di situazioni che spingono la pellicola verso l'azione pura. Un modo intelligentemente non abusato per dare dinamicità ad una pellicola che arrivata al terzo capitolo ne sente una necessaria utilità.

Dovendo giudicare quindi Una Notte da Leoni 3, ci sentiamo di affermare che l'esperimento di portare ancora una volta su schermo le avventure di Stu, Phil, Doug e l'intramontabile Alan, é perfettamente riuscito, e nonostante qualche palese ed evidente difetto menzionato poco sopra, il film coglie nel segno raggiungendo lo scopo che si é prefissato: divertire.

Probabilmente il primo rimarrà per originalità e sorpresa, il miglior prodotto della trilogia ma secondo noi, questo terzo capitolo, giocando in maniera intelligente sulla personalità del personaggio con più carisma e capacità di bucare lo schermo, riequilibra le sorti di una trilogia che con il secondo capitolo sembrava aver imboccato la strada della parabola discendente. Inoltre bisogna riconoscere la volontà del regista di chiudere il cerchio per quanto riguarda le avventure dei tre, anche se, come tradizione Hollywodiana ormai vuole, un piccolo spiraglio per un eventuale quarto capitolo rimane costantemente aperto. Noi speriamo di no, ci farebbe piacere vedere Una Notte da Leoni 3 chiudere definitivamente una trilogia che ha saputo far ridere e divertire milioni di spettatori in tutto il mondo.

Utilizzando l'ormai conosciuto metro di giudizio ci sentiamo di assegnare ben 3/5 alla pellicola di Todd Philips.