Vergine Giurata
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In concorso al recente Festival di Berlino, Vergine Giurata é il primo lungometraggio dell'esordiente Laura Bispuri. Un film coraggioso, di ampio respiro, in grado di trattare argomenti delicati ed importanti lasciando ai lunghi silenzi il compito di spiegare quello per cui vale la pena lottare. L'abbiamo visto in anteprima a Milano, e ve ne parliamo all'interno della nostra recensione.
Il film ci racconta la vita di Hana, una ragazzina albanese rimasta orfana e adottata da una famiglia che vive nelle montagne albanesi. Uno di quei luoghi in cui il tempo sembra quasi essersi fermato, e in cui tradizione e arcaiche leggi non scritte vengono ancora rigorosamente rispettate.
Hana però é uno spirito ribelle, e vorrebbe fare cose tipicamente esclusive per gli uomini. Continuamente ostruita dagli uomini - rischiando anche uno stupro di gruppo - Hana decide di diventare una “vergine giurata”. Un'antica pratica che permette alla donna di acquisire tutti i diritti degli uomini, giurando per l'appunto verginità eterna e trasformando il suo nome da Hana a Mark.
Dopo dieci anni vissuti tra i monti, e in piena crisi di identità, Mark decide di abbandonare tutto e raggiungere a Milano la sorellastra Lila, che una decade prima, per evitare un matrimonio combinato, era scappata dall'Albania. L'arrivo in Italia coinciderà con un viaggio estremamente complesso per ritrovare la sua identità non solo sessuale, ma anche di donna.
L'opera prima della Bispuri é un film complesso, ricco di spunti narrativi interessanti ed in grado di raccontarti con semplice naturalezza passaggi molto importanti che alcune persone si trovano ad affrontare nella propria vita. C'é tutto all'interno del film: la volontà di rivalsa ed emancipazione, il racconto delle tradizioni, la necessità di sentirsi donna e molto altro ancora.
Il tutto é perfettamente cadenzato da una interpretazione magistrale di Alba Rohrwacher, in uno tra i suoi ruoli più difficili, ma anche tra i più riusciti. I suoi silenzi, il perfetto accento albanese, la volontà di scoperta, e la riscoperta di essere donna passa tutta attraverso le sue parole e i suoi gesti, con la registra che non rinuncia a portare sullo schermo passaggi fondamentali, che grazie alla potenza delle immagini riescono a trasmettere perfettamente al pubblico passaggi molto importanti. La fascia che Hana/Mark utilizza per non mettere in evidenza il seno, passando per il primo contatto con un trucco da donna sino ad arrivare alla forte scena di una masturbazione.
Tutto ha un senso preciso, un percorso perfetto che riesce a dimostrare quello che vuol dire lottare per essere donna. Ad aiutare quest'opera, bisogna dirlo, c'é un romanzo da cui é tratto molto valido, scritto dall'albanese Elvira Dones, al quale si aggiunge una fotografia che abbiamo trovato praticamente impeccabile.
Pur non essendo un'opera perfetta, a causa di una ridondanza in alcuni passaggi francamente evitabile (pecche che si possono perdonare ad una esordiente!), Vergine Giurata é un'opera forte, incredibilmente attuale e finalmente lontana da quel modo di fare cinema “all'italiana” che ultimamente sta attraversando un periodo di fortissimo imbarazzo.
Sono diversi gli elementi che dimostrano infatti la volontà di osare da parte della regista. Le scene sopracitate ne sono un limpidissimo esempio, come la scelta di girare quasi tutto il film in lingua albanese, trasmettendo ancora di più il senso di appartenenza. Non ultimo, un perfetto incastro con tutti i personaggi presenti nella pellicola, in particolare con la figlia della sorellastra, che grazie ad un carattere diretto e sfrontato diventerà uno “strumento” fondamentale per la sua realizzazione.
Se avete palati e volontà per accingervi ad un film di questo tipo, non rimarrete sicuramente delusi. Vergine Giurata é un inno alla libertà di sentirsi donna anche all'interno di contesti che la vogliono ancora soffocata all'interno di arcaiche leggi non scritte. Ma grazie alla Bispuri, diventa anche una pellicola che infonde speranza, perché essere donna é un diritto che tutte le persone dovrebbero avere la possibilità di raggiungere.
Lottare per sentirsi donna
Il film ci racconta la vita di Hana, una ragazzina albanese rimasta orfana e adottata da una famiglia che vive nelle montagne albanesi. Uno di quei luoghi in cui il tempo sembra quasi essersi fermato, e in cui tradizione e arcaiche leggi non scritte vengono ancora rigorosamente rispettate.
Hana però é uno spirito ribelle, e vorrebbe fare cose tipicamente esclusive per gli uomini. Continuamente ostruita dagli uomini - rischiando anche uno stupro di gruppo - Hana decide di diventare una “vergine giurata”. Un'antica pratica che permette alla donna di acquisire tutti i diritti degli uomini, giurando per l'appunto verginità eterna e trasformando il suo nome da Hana a Mark.
Dopo dieci anni vissuti tra i monti, e in piena crisi di identità, Mark decide di abbandonare tutto e raggiungere a Milano la sorellastra Lila, che una decade prima, per evitare un matrimonio combinato, era scappata dall'Albania. L'arrivo in Italia coinciderà con un viaggio estremamente complesso per ritrovare la sua identità non solo sessuale, ma anche di donna.
L'opera prima della Bispuri é un film complesso, ricco di spunti narrativi interessanti ed in grado di raccontarti con semplice naturalezza passaggi molto importanti che alcune persone si trovano ad affrontare nella propria vita. C'é tutto all'interno del film: la volontà di rivalsa ed emancipazione, il racconto delle tradizioni, la necessità di sentirsi donna e molto altro ancora.
Sono diversi gli elementi che dimostrano infatti la volontà di osare da parte della regista
Il tutto é perfettamente cadenzato da una interpretazione magistrale di Alba Rohrwacher, in uno tra i suoi ruoli più difficili, ma anche tra i più riusciti. I suoi silenzi, il perfetto accento albanese, la volontà di scoperta, e la riscoperta di essere donna passa tutta attraverso le sue parole e i suoi gesti, con la registra che non rinuncia a portare sullo schermo passaggi fondamentali, che grazie alla potenza delle immagini riescono a trasmettere perfettamente al pubblico passaggi molto importanti. La fascia che Hana/Mark utilizza per non mettere in evidenza il seno, passando per il primo contatto con un trucco da donna sino ad arrivare alla forte scena di una masturbazione.
Tutto ha un senso preciso, un percorso perfetto che riesce a dimostrare quello che vuol dire lottare per essere donna. Ad aiutare quest'opera, bisogna dirlo, c'é un romanzo da cui é tratto molto valido, scritto dall'albanese Elvira Dones, al quale si aggiunge una fotografia che abbiamo trovato praticamente impeccabile.
Pur non essendo un'opera perfetta, a causa di una ridondanza in alcuni passaggi francamente evitabile (pecche che si possono perdonare ad una esordiente!), Vergine Giurata é un'opera forte, incredibilmente attuale e finalmente lontana da quel modo di fare cinema “all'italiana” che ultimamente sta attraversando un periodo di fortissimo imbarazzo.
Sono diversi gli elementi che dimostrano infatti la volontà di osare da parte della regista. Le scene sopracitate ne sono un limpidissimo esempio, come la scelta di girare quasi tutto il film in lingua albanese, trasmettendo ancora di più il senso di appartenenza. Non ultimo, un perfetto incastro con tutti i personaggi presenti nella pellicola, in particolare con la figlia della sorellastra, che grazie ad un carattere diretto e sfrontato diventerà uno “strumento” fondamentale per la sua realizzazione.
Se avete palati e volontà per accingervi ad un film di questo tipo, non rimarrete sicuramente delusi. Vergine Giurata é un inno alla libertà di sentirsi donna anche all'interno di contesti che la vogliono ancora soffocata all'interno di arcaiche leggi non scritte. Ma grazie alla Bispuri, diventa anche una pellicola che infonde speranza, perché essere donna é un diritto che tutte le persone dovrebbero avere la possibilità di raggiungere.