Widows - Eredità Criminale
Il trailer di Widows potrebbe lasciar pensare che l’ultimo lavoro Steve McQueen sia un semplice heist movie in stile Ocean’s 8. Per fortuna le cose sono molto diverse e grazie ad un cast molto ben amalgamato, su cui spicca una monumentale Viola Davis, e la sceneggiatura messa in piedi nientemeno che da Gillian Flynn, Widows risulta una pellicola molto ben strutturata e stratificata. Anzi, a ben vedere il “colpo” vero e proprio viene lasciato proprio alla fine del processo narrativo ed è solo il vertice di un intreccio molto solido e ricco di colpi di scena.
Un intreccio che si muove attorno ad un credibile sottobosco politico, alla vigilia dell’elezione del nuovo sindaco di Chicago, dove i due contendenti appaiono solo come le due facce di una stessa medaglia. Ma se conoscete la scrittura di Gillian Flynn potete ben immaginare che le cose non sono esattamente come appaiono e ben presto la verità inizierà a venire a galla. Ed è forse sempre grazie alla Flynn che il cast femminile di Widows emerge in tutta la sua potenza recitativa.
Viola Davis, Michelle Rodriguez e Elizabeth Debicki creano un gruppo di donne eterogeneo nella disperazione e nel disagio, al di là delle loro appartenenze razziali o sociali. Abusate, tradite, disperate, abbandonate, le tre protagoniste mettono in scena un cast solo apparentemente debole e remissivo. In realtà la loro forza è palese e viene fuori nel corso dell’intero film, fino alla scena finale. Dall’altra parte c’è un cast maschile perennemente alla ricerca del potere, senza esclusione di colpi e passando sopra qualsiasi valore. Liam Neeson, Colin Farrell, Robert Duvall e Brian Tyree Henry sono I simboli di questa continua rincorsa al potere e al denaro, mentre la sorpresa Daniel Kaluuya (candidato all’oscar lo scorso anno per Scappa Get Out), è invece il braccio armato, killer spietato e senza alcuna remora.
Il merito di McQueen è stato sicuramente quello di aver raccontato in modo chiaro ed efficace una storia in cui perdersi poteva essere davvero molto semplice. Il regista, invece, riesce a tenere tutto sotto controllo, anche quando gioca con i flashback della protagonista, aiutato anche da uno script con scambi molto asciutti e in qualche passaggio carichi anche di sottile ironia. Widows è un ottimo lavoro corale, dove tutti i pezzi si incastrano alla perfezione e trascinano lo spettatore lungo le due ore e dieci di film senza inutili passaggi a vuoto. Da vedere.