X-Men: Apocalisse

di Simone Rampazzi
Dopo averci regalato una serie di pellicole pregevoli in questa nuova trilogia, come First Class e Days of the Future Past, il regista Bryan Singer tenta di fare nuovamente affidamento su alcuni personaggi cult della saga fumettistica, adattandoli e reinterpretandoli con l'unico scopo di inserirli intelligentemente nella timeline cinematografica da lui stesso creata.


Quello che serviva dunque, dopo un salto nel passato ed un universo parallelo, era probabilmente inserire un supervillain in grado non solo di poter dare uno scossone importante alle scelte prese sinora, ma anche di poter mettere un punto a capo e ricominciare da zero. Ma d'altronde fu lo stesso Singer, nel corso delle varie notizie uscite dall'annuncio del film, a dire che Apocalisse sarebbe stata una sorta di “conclusione di un'era” o, in ogni caso, una vera e propria rinascita per i personaggi e l'ambientazione presentata. L'Apocalisse segnerà la fine del mondo mutante come lo conosciamo?

Singer che vai, mutante che trovi


Fumettisticamente parlando En Sabah Nur é stato uno degli avversari più temibili degli X-Men, non solo per i canonici cavalieri di cui si é sempre circondato, ma anche perché a livello di potere é sempre stato praticamente in grado di fare ogni cosa, dal manipolare energia cinetica all'usare la telepatia a livelli incredibili quasi al pari di Xavier.
Questa apocalisse ci condurrà in un nuovo mondo

Un primo cameo nei post-credit di Days of Future Past ci aveva già allertato del suo inserimento nella nuova timeline dei film della saga, ed in questa pellicola vediamo confermato non solo il suo ruolo di villain principale ma anche, e soprattutto, la sua funzione di vero e proprio innesco utile a far scoppiare la più grossa delle bombe. Il reset finale, insomma, di cui non vi parleremo per ovvie ragioni di spoiler.

Ma se vogliamo partire dalle cose ovvie, ed é bene che sia così al momento, questa pellicola é a tutti gli effetti un trampolino di lancio, sfruttato da nuovi attori che vestiranno i panni di mutanti canonici della saga (avete letto il nostro identikit speciale?), ricreati in una chiave alternativa ed originale che fa sorridere dalle prime battute, con una leggerezza piacevole che sfrutta un po' di fan service nei confronti degli amanti della saga fumettistica.

Questi giovanotti vengono introdotti in un momento di calma apparente, anche a seguito del tentato omicidio del presidente da parte di Magneto, ma non serve certo una Mystica qualunque a ricordarci che la pace viene seguita dalla guerra, e viceversa. Ed infatti questo é il contesto in cui vediamo prendere forma Apocalisse, come una sorta di virus pronto a scuotere queste fragili fondamenta in favore -badate bene- non dei mutanti, ma semplicemente dell'individuo più forte in grado di sopravvivere.


Questo aspetto é forse l'unica delle caratteristiche apprezzabili del personaggio, dato che nel corso della sua apparizione farà ben poco o niente, lasciando troppo spazio ai giovani personaggi introdotti che sembrano comunque non riuscire ad eccellere, se non in rarissimi casi.
Anche se può sembrare facile dire “sono giovanotti, non hanno mai partecipato ad una vera battaglia” é altrettanto vero che, con il budget speso, sarebbe stato più coinvolgente creare situazioni più adrenaliniche e convincenti di quelle mostrate su schermo. chiaro, quello che vedrete é stato supportato da un utilizzo di CGI pazzesco, ma gli scontri mostrati vengono completamente eclissati da Evan Peters nel ruolo di Quicksilver, con le solite scene ben congegniate e soprattutto divertentissime.

Quattro cavalieri e un funerale


Come spesso accade con Singer, purtroppo, alcuni elementi del film compresi gli stessi personaggi soffrono di alcune mancanze considerevoli, motivo per cui la loro presenza su schermo viene snaturata da interazioni tra personaggi non sempre azzeccate.

La presentazione di molti mutanti avviene in maniera confusa, come Nightcrawler ed Angelo, oppure Psylocke e Tempesta, ci sembra che Kinberg non si sia concentrato molto sul dare profondità ad i nuovi personaggi, ma abbia invece pensato di sfruttare la presenza dei soliti quattro volti già noti affibbiandogli background discutibili e veramente poco convincenti (ne parleremo in altra sede magari). pur vero che lo stesso Kinberg aveva già precedentemente affermato che le versioni giovanili di Ciclope, Jean Grey, Tempesta e Nightcrawler non erano pensate come ruoli principali, ma più che altro come spalle al main character Apocalisse, però ci aspettavamo sicuramente qualcosa di più in termine di manifestazione di poteri.


Tornando al budget, ben 234 milioni di dollari o giù di lì, possiamo tranquillamente affermare che é stato sapientemente utilizzato per moltissime scene ricche di pathos, come quelle più apocalittiche che siete stati in grado di ammirare dal trailer finale. 143 minuti di film sono trascorsi a ritmi alterni, ma resta di fatto che il nostro parere su Singer resta sempre lo stesso: parti bene, ma concludi sempre così così.