xXx: Il ritorno di Xander Cage
di
Roberto Vicario
Il primo XXX fu una discreta sorpresa. Nessuno era convinto dell'effettivo successo del film con protagonista Vin Diesel nei panni dell'agente, decisamente poco ortodosso, Xander Cage. Il pubblico però lo apprezzò così tanto che arrivò persino un seguito, senza Vin Diesel, nel frattempo rimpiazzato da Ice Cube.
A distanza di diversi, e con un pizzico di sorpresa, arriva nelle sale il terzo capitolo della saga che, come avrete intuito dal titolo stesso, vede il ritorno dell'amante degli sport estremi per eccellenza: Xander Cage. Come sarà andato questo ritorno? Scopritelo nella nostra recensione.
Xander Cage é tornato, e questa volta se la dovrà vedere nientemeno che con un gruppo che minaccia di distruggere, uno ad uno, tutti i saltelli dell'NSA e dell'agenzie di spionaggio che gravitano intorno alle terra.
Si tratta di gente addestrata, pericolosa e che si muove in maniera chirurgica, come se una talpa all'interno di una delle agenzie governative più importanti d'America, stesse tradendo il suo paese. Una situazione decisamente scottate e che richiede una persona in grado di ragionare fuori dagli schemi. Una persona che, tra l'altro, si pensava morta: Xander Cage (Vin Diesel).
La sceneggiatura imbastita da F.Scott Frazier non era sicuramente uno degli elementi su cui puntavamo all'interno della pellicola diretta da D.J.Caruso; tuttavia, nonostante le basse aspettative, dobbiamo ammettere che il film pecca parecchio sotto questo punto di vista. La storia é piuttosto inconsistente e soprattutto nella prima parte della pellicola, porta gli attori a spendere troppo tempo in dialoghi poco intriganti, basati su battute spesso a doppio senso e poco incisive perché sentite troppe volte. Una scelta che porta, almeno nella prima parte, a far latitare in maniera eccessiva l'azione vera e propria.
Questo é inevitabile anche perché a differenza delle precedenti pellicole, qui ci troviamo davanti ad un lavoro più corale, basato non solo sul personaggio interpretato da Diesel, ma anche su una serie di nomi - molto cari al cinema orientale - decisamente interessanti come: Donnie Yen e Tony Jaa, e a cui si aggiungo Rory McCann e l'ormai imprescindibile Samuel L. Jackson.
La seconda parte della pellicola invece “si lascia andare” regalando sane scazzottate, qualche momento pieno di adrenalina e una serie di stunt discretamente interessanti sotto il profilo dell'azione. A mancare però é una vera e propria struttura portante, una sorta di unione tra quello che si vede sullo schermo e quello che dicono i personaggi, complici anche dei buchi di sceneggiatura facilmente riscontrabili.
A salvarsi é ancora una volta Vin Diesel. Il suo Xander é decisamente sopra le righe, esagerato; talmente sfacciato che nel suo essere “finto” riesce a trasmettere un senso di credibilità a tratti percepibile. Peccato che, escluso Donnie Yen (quando gli lasciano fare quello che sa fare meglio: usare le arti marziali!), la cecchina Ruby Rose e lo stuntman Rory McCann, il resto del cast non riesce a mettersi davvero in evidenza, offrendo dei personaggi poco profondi e con pochissimo mordente.
Un peccato perché, ed é giusto sottolinearlo, la pellicola nella sua essenza poteva anche essere un discreto film d'azione, volutamente esagerato e quasi auto ironico (la presenza di Neymar é geniale!), ma probabilmente ha fatto l'errore che molti film di questo genere fanno: cercare di importare all'interno della trama una struttura narrativa più complessa e sfaccettata.
Se siete amanti della saga qualche spunto per divertirti lo troverete sicuramente, anche solo per il ritorno di Xander, la comparsata dell'agente Stone (Ice Cube) o qualche simpatica battuta del “reclutatore” Gibson. Per chi é invece alla ricerca di un buon film d'azione questo potrebbe non essere il prodotto ideale, a meno che non siate disposti a scendere a patti con una sceneggiatura che fa davvero acqua da più parti.
A distanza di diversi, e con un pizzico di sorpresa, arriva nelle sale il terzo capitolo della saga che, come avrete intuito dal titolo stesso, vede il ritorno dell'amante degli sport estremi per eccellenza: Xander Cage. Come sarà andato questo ritorno? Scopritelo nella nostra recensione.
Una zona Xander decisamente opaca
Xander Cage é tornato, e questa volta se la dovrà vedere nientemeno che con un gruppo che minaccia di distruggere, uno ad uno, tutti i saltelli dell'NSA e dell'agenzie di spionaggio che gravitano intorno alle terra.
Si tratta di gente addestrata, pericolosa e che si muove in maniera chirurgica, come se una talpa all'interno di una delle agenzie governative più importanti d'America, stesse tradendo il suo paese. Una situazione decisamente scottate e che richiede una persona in grado di ragionare fuori dagli schemi. Una persona che, tra l'altro, si pensava morta: Xander Cage (Vin Diesel).
La sceneggiatura imbastita da F.Scott Frazier non era sicuramente uno degli elementi su cui puntavamo all'interno della pellicola diretta da D.J.Caruso; tuttavia, nonostante le basse aspettative, dobbiamo ammettere che il film pecca parecchio sotto questo punto di vista. La storia é piuttosto inconsistente e soprattutto nella prima parte della pellicola, porta gli attori a spendere troppo tempo in dialoghi poco intriganti, basati su battute spesso a doppio senso e poco incisive perché sentite troppe volte. Una scelta che porta, almeno nella prima parte, a far latitare in maniera eccessiva l'azione vera e propria.
Questo é inevitabile anche perché a differenza delle precedenti pellicole, qui ci troviamo davanti ad un lavoro più corale, basato non solo sul personaggio interpretato da Diesel, ma anche su una serie di nomi - molto cari al cinema orientale - decisamente interessanti come: Donnie Yen e Tony Jaa, e a cui si aggiungo Rory McCann e l'ormai imprescindibile Samuel L. Jackson.
La seconda parte della pellicola invece “si lascia andare” regalando sane scazzottate, qualche momento pieno di adrenalina e una serie di stunt discretamente interessanti sotto il profilo dell'azione. A mancare però é una vera e propria struttura portante, una sorta di unione tra quello che si vede sullo schermo e quello che dicono i personaggi, complici anche dei buchi di sceneggiatura facilmente riscontrabili.
A salvarsi é ancora una volta Vin Diesel. Il suo Xander é decisamente sopra le righe, esagerato; talmente sfacciato che nel suo essere “finto” riesce a trasmettere un senso di credibilità a tratti percepibile. Peccato che, escluso Donnie Yen (quando gli lasciano fare quello che sa fare meglio: usare le arti marziali!), la cecchina Ruby Rose e lo stuntman Rory McCann, il resto del cast non riesce a mettersi davvero in evidenza, offrendo dei personaggi poco profondi e con pochissimo mordente.
Un peccato perché, ed é giusto sottolinearlo, la pellicola nella sua essenza poteva anche essere un discreto film d'azione, volutamente esagerato e quasi auto ironico (la presenza di Neymar é geniale!), ma probabilmente ha fatto l'errore che molti film di questo genere fanno: cercare di importare all'interno della trama una struttura narrativa più complessa e sfaccettata.
Se siete amanti della saga qualche spunto per divertirti lo troverete sicuramente, anche solo per il ritorno di Xander, la comparsata dell'agente Stone (Ice Cube) o qualche simpatica battuta del “reclutatore” Gibson. Per chi é invece alla ricerca di un buon film d'azione questo potrebbe non essere il prodotto ideale, a meno che non siate disposti a scendere a patti con una sceneggiatura che fa davvero acqua da più parti.