Sentry: Eredità – Un Nuovo Erede Succede al Supereroe più Pericoloso della Marvel

Sentry Eredità  Un Nuovo Erede Succede al Supereroe più Pericoloso della Marvel

Cosa succede quando uno dei personaggi più potenti — e più instabili — dell’Universo Marvel scompare, lasciandosi dietro un’eredità instabile, incontrollabile, potenzialmente letale?

Con Sentry: Eredità, miniserie raccolta nel cartonato Marvel Collection edito da Panini Comics, la Casa delle Idee tenta di riportare al centro della scena il mito di Sentry, proprio mentre il personaggio si prepara a fare il suo debutto nell’MCU con il film Thunderbolts*. Non è solo una coincidenza editoriale: è un segnale chiaro che il personaggio sta per essere rilanciato a tutti i livelli, e questo fumetto rappresenta il primo tassello del puzzle.

Sentry: Eredità – Un Nuovo Erede Succede al Supereroe più Pericoloso della Marvel
Un'immagine tratta dall'albo. Crediti: Marvel Comics

Ma non si tratta di un semplice revival nostalgico. Questa storia non vuole riportare in vita Bob Reynolds: vuole decostruirne la figura, disperdere il suo potere nel mondo, e osservare cosa accade quando esseri umani comuni devono affrontare il peso di qualcosa che non comprendono e non controllano. In questo senso, Sentry: Eredità non si limita a raccogliere il testimone: lo frantuma in mille frammenti, lasciandoli cadere in mani impreparate, diverse, spesso in conflitto tra loro.

Un’idea rischiosa, certo. Ma è proprio nel caos che questo nuovo Sentry trova il suo spazio. Perché il vero potere non è in chi lo possiede, ma in chi sopravvive a ciò che rappresenta.

Un’eredità spezzata: il mito di Sentry si frammenta

Bob Reynolds è morto. Ma Sentry vive. Ovunque. In chiunque.
È questa la premessa su cui si fonda Sentry: Eredità, e già qui si nota una deviazione interessante rispetto alla tradizione Marvel. In un universo narrativo in cui la morte è spesso un contrattempo temporaneo — e i ritorni dall’aldilà una consuetudine editoriale — questa miniserie sceglie un’altra via: non resuscita Sentry, lo disperde. Non torna l’uomo, ma il suo potere. Non il volto, ma le conseguenze.

Quello che ne emerge è un racconto corale, attraversato da figure diverse, ognuna con la propria fragilità. C’è Mallory Gibbs, giornalista con paralisi cerebrale, che cerca ogni giorno di farsi spazio in una redazione che la sottovaluta, mentre il mondo online diventa la sua unica via di fuga. Farhad Anand pedala instancabile per le strade di Brooklyn, costretto a nascondere il fatto di essere un mutante per non diventare un bersaglio. Ryan Topper vive in Ohio, è un adolescente chiuso e cupo, e ha un’idea molto chiara su come gestire l’eredità che ha ricevuto: eliminarla negli altri, per tenerla solo per sé. Accanto a loro, in ruoli più defilati ma ugualmente significativi, ci sono anche Marv Chow, illusionista errante, Rosalinda Bruno, commessa a Times Square, e Deniz Derya, dirigente ambiziosa della Roxxcomm in Canada. Sei vite ordinarie che, nel momento sbagliato, si ritrovano ad abitare il potere di una divinità instabile.

A tentare di contenere il disastro imminente ci sono Jessica Jones, investigatrice privata con un passato da supereroina e una forza bruta che non ha mai chiesto, e Misty Knight, ex poliziotta dal braccio cibernetico, oggi alla guida dell’Aberrant Crimes Division, l’unità speciale creata per gestire minacce anomale. Due donne segnate da esperienze molto diverse, ma entrambe consapevoli che affrontare il potere del Sentry — sparso nel mondo come una mina a orologeria — richiede più lucidità che forza.

Il tono mescola noir, tensione psichica e inquietudine urbana. Ogni nuovo Sentry non è un prescelto, ma un’interrogazione interessante: cosa succede quando il potere arriva prima della consapevolezza? In questa corsa contro il tempo, il fumetto non cerca un nuovo eroe da incoronare, ma ci chiede chi siamo quando ci ritroviamo a reggere un peso troppo grande, senza che nessuno ci abbia insegnato come farlo.

Sentry: Eredità – Un Nuovo Erede Succede al Supereroe più Pericoloso della Marvel
Un'immagine tratta dall'albo. Crediti: Marvel Comics

Come in Highlander: la visione grafica del nuovo Sentry

Se c’è una suggestione che aleggia su Sentry: Eredità, è quella di Highlander. Non solo per la dinamica “ce ne può essere solo uno” che muove la caccia tra i nuovi Sentry, ma anche per l’idea che ogni erede del potere assorba frammenti di memoria, esperienza e dolore, come reliquie viventi di Bob Reynolds. Questa struttura si riflette anche sul piano visivo, dove il fumetto alterna momenti di quotidianità spezzata a flash mnemonici esplosivi, capaci di proiettare istantaneamente il lettore dentro l’epica più pura.

In particolare, una delle sequenze più potenti riprende un momento cardine di World War Hulk, mostrandoci attraverso gli occhi di Mallory — e tramite lo stile visivo volutamente frammentato — il ricordo del Sentry in battaglia contro Hulk. Non è solo una citazione, è un cortocircuito tra passato e presente, tra mito e persona, che dona profondità alla percezione del potere come qualcosa di ereditato ma mai addomesticato.

Il disegnatore Luigi Zagaria adotta una regia composta e leggibile, privilegiando la chiarezza della costruzione narrativa alla spettacolarità fine a sé stessa. È una scelta funzionale, che permette di muoversi con precisione tra piani temporali, personaggi multipli e geografie urbane in trasformazione. Le sequenze d’azione sono rare ma incisive, capaci di rendere palpabile il momento in cui un individuo comune si ritrova a sfondare muri o a sollevare interi palazzi senza volerlo. Ma è nelle scene statiche, quelle più umane, che la regia di Zagaria si fa sottile ma fondamentale: piccoli dettagli, espressioni trattenute, ambienti vissuti che raccontano più delle parole.

I colori di Arthur Hesli accompagnano questa impostazione con coerenza. Le sfumature che definiscono l’attivazione dei poteri — con quei gialli incandescenti e violenti — contrastano con i toni freddi delle scene di indagine o con i rossi saturi degli scontri. La scelta non è mai decorativa: è un codice emotivo, che suggerisce al lettore quando la realtà sta per cedere il passo all’imprevedibile.

Il comparto visivo non cerca la posa epica, ma la tensione interna. E quando decide di evocarla, come nei flash della memoria collettiva di Bob Reynolds, ci ricorda che dietro ogni eroe c’è un ricordo che pesa più del mantello.

Chi è davvero Sentry?

Creato all’inizio degli anni 2000 come esperimento metanarrativo, Sentry — alias Bob Reynolds — nasce con un’identità anomala: un supereroe potentissimo, apparentemente dimenticato da tutti, che riemerge all’improvviso nella memoria dell’universo Marvel.
Dotato di forza e poteri comparabili (e spesso superiori) a quelli di Superman, è alimentato dall’energia solare ma soprattutto dal proprio stato mentale, fragile e instabile. Il vero cuore del personaggio non è il suo potere, ma il suo dualismo devastante: da un lato il salvatore, dall’altro il distruttore noto come il Vuoto (The Void), incarnazione del suo lato oscuro.

Nel corso degli anni, Sentry è stato usato con cautela — o sfruttato in modo eccessivo — proprio per la sua natura ingombrante. Spesso introdotto per risolvere situazioni estreme, altre volte sacrificato per far capire quanto fosse seria una minaccia (vedi King in Black, dove viene letteralmente squartato da Knull), Bob Reynolds è diventato più una metafora che un personaggio pienamente integrato.

Sentry: Eredità – Un Nuovo Erede Succede al Supereroe più Pericoloso della Marvel
Knull uccide Sentry. Crediti: Marvel Comics

Eredità rompe questo schema: non cerca di riparare Sentry, ma lo esplora per frammenti, passando dalla figura all’impatto, dalla leggenda al trauma che si lascia dietro.
Invece di riproporre Bob, il fumetto trasforma la sua esistenza in una domanda aperta: cosa succede quando un potere così assoluto finisce in mani che non lo hanno mai chiesto?

 

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