007: The World is not Enough

di Redazione Gamesurf
Pochi personaggi creati da mente umana per il mondo del cinema hanno un carisma e una longevità pari a quella di James Bond: sebbene Sean Connery, l'attore che diede il volto più noto e amato all'Agente 007, abbia ormai ceduto il passo ad altri attori (come l'attuale Pierce Brosnam), la popolarità della spia britannica più famosa al mondo sembra essere in ottima salute, a giudicare dal gran numero di pellicole che continuano ad arrivare nelle sale cinematografiche. La trama del film (ed anche del gioco) "The World Is Not Enough" (Il Mondo non Basta nella versione cinematografica italiana) vede Bond indagare sul ritrovamento del cadavere di un suo compagno del MI6, avvenuto nell'ambito di un indagine su alcuni documenti top-secret trafugati e rivenduti a un ricco banchiere svizzero: inutile dire che una premessa così apparentemente innocua celerà un pericoloso intrigo internazionale che dovrà essere sventato dal provvidenziale James. La precedente trasposizione di un gioco di 007 per PlayStation (Tomorrow Never Dies) non diede risultati eccessivamente esaltanti, e così la software house ha pensato di tenere, durante la programmazione del gioco, un occhio ben saldo sulla migliore versione per console di un gioco di 007: ci riferiamo al bellissimo GoldenEye per Nintendo 64, da molti ancora ritenuto il miglior sparatutto in prima persona su console. Così, ecco tornare anche su PlayStation la suddetta visuale in prima persona, applicata a un motore grafico nuovo di zecca

QUESTA RECENSIONE SI AUTODISTRUGGERA' TRA 10 SECONDI
Ciascuna missione che andremo ad affrontare sarà introdotta innanzitutto da uno spezzone del film (tutto il gioco ripercorre in modo fedelissimo la successione degli eventi della pellicola) e poi da un triplo briefing: una spiegazione degli obiettivi della missione da parte dell'arcigna M, la descrizione dello speciale equipaggiamento da parte di Q (che ovviamente non mancherà di stupirci con i suoi incredibili gadget) e alcune affettuose (ma abbastanza inutili) raccomandazioni da parte della cara vecchia Miss Moneypenny. Acquisite tutte le informazioni necessarie si passerà al gioco vero e proprio, dove avremo il primo impatto con i controlli del personaggio, che a dire il vero non sono eccessivamente esaltanti. Non si capisce bene per quale oscuro motivo gli sviluppatori della Black OPS abbiano omesso un'opzione di riconfigurazione del pad, per cui tutto quello che potremo decidere sarà unicamente la disposizione dei tasti base, senza poter mettere mano ai controlli veri e propri, come invece accadeva per Medal of Honor. Il risultato é un sistema di controllo forzatamente povero, che ignora la presenza del doppio stick analogico del Dual Shock e che obbliga dunque a scomode contorsioni delle dita nel caso il giocatore debba urgentemente mirare contro qualcosa di preciso (tipo la testa del soldato che nel frattempo ci sta riempiendo di piombo rimanendo comodamente nascosto dietro un muretto...), sfuggendo al tempo stesso dal fuoco nemico