7 Blades

di Redazione Gamesurf
Il Giappone medievale: un cliché usato infinite volte e sempre capace di cogliere l'attenzione di qualsiasi giocatore. Proprio al Giappone medievale, dunque, si affida Konami per rinverdire i fasti del picchiaduro a scorrimento, cercando di farlo a modo suo
Siamo nel 1635, e i due fuorilegge Gokurakumaru e Oyuri si imbattono nella leggenda di un immenso drago d'oro che si mostra di tanto in tanto nelle acque che costeggiano l'isola artificiale di Dejima, sulla quale si raccontano delle strane storie. Tuttavia, nel corso delle indagini, lo scontro con la legione ninja del temibile Hattori Hanzo li costringerà ad una fuga rocambolesca verso l'isola misteriosa. L'allegra compagnia, che comprende anche Togizo, il fedele servitore di Gokurakumaru, naviga placida e sicura, quando, manco a dirlo, il drago d'oro fa il suo ingresso in scena, ribaltando il battello dei tre fuorilegge: il naufragio é inevitabile. I due protagonisti si ritroveranno sulle rive di Dejima separati e in due punti differenti dell'isola, così da dover proseguire individualmente nell' avventura: ben presto si accorgeranno che Dejima non é un'isola normale, ma é abitata da zombie e altre mostruose creature, e teatro di efferati culti religiosi. Attraversando l'intera isola i due dovranno risolverne il mistero e le connessioni più che evidenti con la leggenda del drago d'oro, il tutto mazzolando per benino gli innumerevoli nemici che ostacoleranno il cammino

SPADE E PISTOLE
7 Blades fa parte di quella nuova categoria di titoli che Konami ama chiamare "Cinematic", una definizione che da sola evidenzia la forte impronta cinematografica che li contraddistingue. Si tratta cioé di titoli costruiti incrociando al gameplay classico (picchiaduro in questo caso) lunghe e frequenti sequenze realizzate in Computer Grafica o con l'engine stesso del gioco, ottenendo come risultato una sorta di film interattivo. Il rischio concreto é quello di trascurare la sostanza del gioco vero e proprio, destinando una fetta consistente delle risorse proprio alla realizzazione dei filmati che andrebbero così a coprire eventuali lacune del gameplay