Egglia: Rebirth, dagli smartphone a Nintendo Switch col suo carico di… uova!

di Fabio Fundoni

Atteso il prossimo 10 Febbraio, Egglia: Rebirth potrebbe essere un nome già sentito per alcuni di voi visto che, con “Rebirth”, si intende la rinascita di un gioco già disponibile da diversi anni su mobile, sia con sistema operativo iOs sia Android. Parliamo di Egglia: Legend of the Redcap, sviluppato dal team Brownies tra le cui fila troviamo Shinichi Kameoka e Koji Tsuda. I più attenti di voi avranno già teso le orecchie davanti a questi due nomi (il primo soprattutto), visto che si tratta di personaggi che hanno legato la propria storia a i titoli della saga Mana, tra cui non possiamo dimenticare Legend of Mana, Secret of Mana, Sword of Mana e tanti altri. Un bel biglietto da visita, non c’è che dire. Egglia, quindi, dopo avere raccolto un certo successo su tablet e smartphone, ha deciso di rifarsi il trucco, migliorare nei lati più criticati e cercare fortuna su Nintendo Switch. Nei panni di Chabo (nome che potremo comunque cambiare), un coraggioso “Redcap”, vivremo una particolare avventura nel mondo fatato di Egglia, dove dovremo occuparci di tantissime cose, a partire dalla creazione e gestione del nostro villaggio, in cui costruire adeguate strutture per ospitare tutti i personaggi che incontreremo durante il gioco. Il gioco, appunto, si svolge con una particolare formula che mescola gestione, rapporti con gli altri personaggi, esplorazione e combattimenti. 

Partendo da quel fazzoletto di terra che è il nostro villaggio, potremo scoprire nuove regioni da esplorare grazie a… delle uova magiche. Ebbene si, d’altra parte se il gioco si chiama Egglia, un motivo ci dovrà pur essere. Una volta usciti dal villaggio avremo davanti la mappa principale composta da tanti spazi vuoti e dove vorremo far schiudere le uova magiche conquistate, daremo vita a nuovi lembi di terra. Ognuno di questi è visitabile con una modalità strategia a turni, dove dovremo muoverci attraverso caselle, raccogliere tesori e materiali e, ovviamente, combattere. I movimenti dipendono da un lancio di dadi, cosa che toglie un po’ di gusto al lato squisitamente tattico, e in base al risultato ottenuto potremo capire sino a che punto spingerci. Alla fine di ogni movimento potremo compiere una azione, sia essa attaccare o interagire con specifici elementi. Da tenere a mente che, però, una volta compiuta l’azione non potremo muoverci ulteriormente, anche se dovessero avanzare dei “punti”. Facciamo un esempio: tirando un sei col dado potremmo muoverci di sei caselle e, una volta raggiunta l’ultima, attaccare un nemico o aprire un forziere, a patto che siano su caselle adiacenti a noi. Potremo anche compiere un solo passo e attaccare, ma questo decreterà la fine del nostro turno anche se ci saranno rimasti ben cinque passi utilizzabili. A voi la scelta e la gestione.

Bello da vedere, un po’ meno da giocare

Potremo anche avere accesso a una serie di spiriti magici utilizzabili grazie a una riserva di mana che andrà a riempirsi durante le nostre mosse. Gli spiriti avranno  utilizzi differenti, dal mero attacco alla cura. Inutile dire che prima di lanciarci in un nuovo territorio sarà il caso di equipaggiarci a dovere pensando soprattutto a che spiriti portare con noi, visto che più di una volta ci siamo ritrovati in mezzo a situazioni pericolose che ci hanno portato al game over dopo svariati combattimenti in tutta tranquillità. Il combat system non è particolarmente elaborato, anzi lo definiremmo semplice e lineare, ma ogni tanto il gioco ci ha assestato una sonora bastonata tra capo e collo, ricordandoci che anche nel magico mondo di Egglia si può cadere sotto i colpi di un avversario. La fase di preparazione è, in realtà, direttamente figlia della gestione del villaggio dove oltre ad occuparci di alcuni elementi meramente visivi, potremo gestire i nostri rapporti sia con i concittadini che con gli spiriti. Ovviamente riuscire a conquistare l’amicizia dei vicini di casa porta diversi bonus, così come dare vita a nuovi spiriti o far crescere ed evolvere quelli già in proprio possesso. Come nel combattimento, anche qui il sistema è abbastanza lineare, tra oggetti da utilizzare per nutrire gli spiriti e situazioni similari. Va detto che rispetto alla versione originale, i ragazzi del team Brownies hanno migliorato la modalità di interazione e aumentato gli eventi, ma la profondità del tutto rimane non eccelsa, per quanto interessante.

Insomma, il gameplay è vario e offre molti elementi di interesse, ma nessuno di questi è stato sviluppato più di tanto. Sia la fase di combattimento che quella gestionale hanno spunti interessanti (per quanto già visti), ma non riescono comunque a superare un certo livello di complessità. Dopo un inizio in cui ci si rifà gli occhi per tutta la carne che sembra essere stata messa sul fuoco, ci si ritrova presto a capire di essere un po’ in un loop di azioni che si ripetono senza particolare varietà. Lo stile narrativo, poi, non sempre aiuta, con dialoghi (in inglese come tutto il gioco) un po’ troppo invadenti e dallo stile scanzonato che non piacerà a tutti. Ci è piaciuta molto la colonna sonora che fa il paio con una grafica davvero ben realizzata e ispirata, per quanto figlia di un prodotto mobile. La mano santa di Kameoka si vede tutta e nonostante qualche elemento non sia proprio in alta definizione, il mondo di Egglia: Rebirth rimane piacevolissimo da guardare, soprattutto se giocato in modalità portatile, dove lo schermo di Nintendo Switch riesce ad esaltarne stile e colori. Insomma, buon sangue non mente. Peccato che il gameplay non riesca a mantenere le premesse e alla lunga faccia scivolare il gioco verso la ripetitività. Gli ingredienti non erano pochi, ma la frittata, per quanto gradevole, non ha dato i risultati sperati: puoi anche metterci tante uova, ma da sole non bastano…