recensione Kingdom Hearts III Re:Mind
Nuovi boss, un finale alternativo, ma….
Chi ha amato la saga di Kingdom Hearts avrà certamente riservato un posto d’onore, nella propria collezione di giochi, al terzo capitolo del franchise. Kingdom Hearts III è stato a tutti gli effetti un gioco lungo e convincente, un prodotto in cui Tetsuya Nomura ha cercato di chiudere il cerchio di una storia particolare e avvincente, certo non facile da digerire vista la suddivisione scelta in merito ai tempi e le piattaforme d’uscita.
Alcune versioni avevano aggiustato il tiro, la 2.8 per esempio, ma ciò che abbiamo visto nel terzo capitolo ci ha colpito e ammaliato, dimostrandoci che la fervida immaginazione di Nomura aveva ancora tanto da regalarci. Sebbene il fronte narrativo avesse accontentato più o meno tutti, il gameplay aveva invece mutato forma, presentando una serie di scelte stilistiche interessanti accompagnate però da un livello di difficoltà troppo “abbordabile”.
Queste piccole critiche devono aver in qualche modo stuzzicato il team di sviluppo alle spalle del gioco, al punto da farci proporre un contenuto aggiuntivo per il gioco pronto a mettere alla prova le nostre capacità con boss fight impegnative e stimolanti. Ma oltre a questo, cosa troveremo all’interno di Re:Mind?
LE CHIAVI DEL CUORE
Kingdom Hearts ci ha abituato bene nel corso degli anni, inutile negarlo. La storia proposta da Nomura è riuscita a rivelarsi come un cammino lungo e tortuoso, una via di molliche di pane abbandonate in un bosco pieno di ricordi, dove gli universi Disney e Square Enix sono collimati per creare qualcosa di nuovo e inaspettato.
Le chiavi del cuore hanno risvegliato in ognuno degli appassionati la voglia di andare avanti, una scintilla importante che ha visto diversi protagonisti occupare la scena grazie alla propria capacità di raccontare una storia: basti pensare ai giovani Sora, Kairi e Riku, ma anche ai tre guardiani del Keyblade Ventus, Aqua e Terra, personaggi che si sono dovuti scontrare a più riprese con l’oscurità ricercata dal temibile Maestro Xehanort.
In questa recensione non vogliamo parlarvi della storia alle spalle dei giochi, che vi invitiamo comunque a rileggere nei nostri precedenti articoli o meglio, a vivere recuperando i giochi, ma ci soffermeremo su quello che in realtà è Re:Mind, ovvero una sorta di retroscena di ciò che è stata la parte finale di Kingdom Hearts III. Grazie a questo DLC troveremo il modo di scoprire alcuni dettagli importanti riguardanti i membri dell’Organizzazione XIII, insieme alle risposte a tutti gli altri interrogativi che più di qualcuno, sicuramente, avrà concepito una volta finito il gioco.
Ma Re:Mind non è solo un riassunto. Difficile calcolarne la longevità, vista la presenza corposa di una sequela di filmati che vedremo soprattutto all’inizio, soprattutto perché al suo interno ci verrà data la possibilità di scontrarci con ben quattordici nuovi boss opzionali.
L’idea alle spalle del DLC sembra essere quella di alzare vertiginosamente l’asticella della difficoltà, proprio perché ognuno di questi scontri si rivelerà molto più ostico delle aspettative, accompagnato anche da un discreto tasso di epicità concessa dal cambiamento di diversi pattern d’azione utilizzati dagli avversari. Alla propria collezione Sora potrà aggiungere due nuovi keyblade presi direttamente dalle glorie del passato, ovvero Portafortuna e Lontano Ricordo, oltre a nuove abilità da utilizzare durante il combattimento contro nuovi e vecchi avversari.
ATTENZIONE ALL’OSCURITA’
Il vero problema di Re:Mind lo si trova nel prezzo: 29.99€ per un contenuto aggiuntivo di questa portata si rivela una spesa piuttosto onerosa, non tanto per la mole di contenuti quanto piuttosto per la qualità di quest’ultimi. Le prime sessioni di gioco spese in compagnia del DLC non sono altro che un revival in pieno stile delle fasi finali di Kingdom Hearts III: certo, potranno anche essere farcite da contenuti narrativi inediti, ma capite bene che riproporre le stesse cose già viste sa quasi di presa per in giro.
Probabilmente l’unica vera chicca si nasconde nelle boss-fight opzionali, insieme alla presenza di un boss segreto che, una volta sconfitto, ci regala ulteriori finali al gioco. Le scene post-credit aumenteranno gli interrogativi però, una pratica che sembra piacere al buon Nomura ma che in qualche modo ci fa “ben” sperare sull’uscita di un possibile quarto capitolo. Tra l’altro la Limit Cut fornisce un passaggio in cui avremo modo di scoprire cosa sarà successo ai personaggi principali del franchise dopo la dipartita del nostro caro Sora.
Versione Testata: Xbox One
Voto
Redazione