Recensione Martha Is Dead: Il nuovo walking simulator dell’italiana LKA

Dopo il successo di The Town of Light, gli italiani di LKA ritornano con nuovo gioco che vi non lascerà indifferenti.

Meno di un mese fa ci siamo trovati su queste pagine per parlare di Martha is Dead, il nuovo titolo degli sviluppatori italiani di LKA creato seguendo il filone di The Town of Light. Entrambi appartengono alla categoria dei “walking simulator”, prodotti pensati per intrattenere il giocatore semplificando la forma del gameplay, che diventa basico ma non assente, esaltando la narrazione col fine di renderla la vera e unica protagonista della storia.

Ma di quale storia si tratta? E come quest’ultima può riuscire a fare breccia nel giocatore che si trova aldilà dello schermo?

LA MORTE DELL’ANIMA

Spesso raffigurata come uno scheletro avvolto in un saio nero, la Morte è una figura appartenente all’immaginario collettivo, un essere mitizzato che si presenta alla fine del nostro percorso di vita col fine di condurci verso un altro luogo. Nella letteratura si è dibattuto sul come affrontarla, o perfino negarla, sebbene nella maggior parte dei casi si sia arrivati spesso al semplice, quanto efficace, concetto che quest’ultima sia semplicemente inevitabile.

Una parte integrante della nostra vita, la certezza di un essere che biologicamente cessa di esistere, per poi raggiungere i luoghi più disparati, legati ovviamente alle diverse fedi presenti nel mondo.

In Martha is Dead la morte è una delle protagoniste. Compare subito, cruda e inevitabile, pronta a portarsi via la povera Martha davanti agli occhi della sorella gemella Giulia. Quest’ultima rimane chiaramente scossa dall’accaduto ma, stranamente, finisce per sostituirsi a quest’ultima agli occhi dei genitori, creando in qualche modo una sovrapposizione pensata per confondere, piuttosto che per confermare una battuta d’arresto già scritta.

Martha è morta, ma al suo posto c’è Giulia. E la protagonista, di cui noi vestiamo i panni aldilà dello schermo, ci conduce in quella che sembra una corretta, quanto singolare, rappresentazione delle fasi del lutto, dove emergono negazione, rabbia, contrattazione, depressione e infine accettazione.

Ma nulla è come sembra. Ogni cosa può finire ribaltata in questo calderone che trabocca emozioni, anche con crudezza, emozioni a cui noi chiaramente non daremo voce, o testo, col fine di evitare qualsiasi possibilità di spoiler che potrebbe penalizzare la vostra esperienza al fianco di Martha e Giulia.

Le due facce della medaglia finiscono quindi per fondersi, ricreando un volto distorto difficile da identificare, soprattutto quando a parlare non si capisce mai, fino in fondo, quale delle due facce stiamo realmente ascoltando. E in questo stato di confusione cosciente il giocatore avanza, assorbe gli stati emozionali della protagonista, ne vive in prima persona le contraddizioni, reagendo anche di pancia ad alcune scene mostrate che non vogliono proprio fare sconti a nessuno.

Avrete certamente sentito parlare dell censura posta da Sony sul prodotto, che però potrebbe in qualche modo penalizzare il giocatore, magari non in grado di comprendere appieno alcune soluzioni narrative se non viste nella loro interezza. A prescindere da questa decisione, il racconto profondamente intimo di Martha e Giulia si realizza con la stessa potenza di quello di Renèe in The Town of Light.

A cambiare sono le modalità: se infatti la storia di Renèe veniva mostrata sfruttando la semplice sequenza di alcuni bozzetti disegnati a regola d’arte, nel caso di oggi ci troviamo invece di fronte a cutscene vere e proprie, sicuramente più d’effetto vista la loro messa in scena in tempo reale. Martha is Dead mostra infatti dei contenuti crudi e inquietanti, non identificabili dalla semplice nudità o linguaggio scurrile, pertanto è opportuno che il gioco venga fruito da un pubblico maturo.

L’ESSENZIALE SENZA FILTRO

C’è stata però una piccola evoluzione dal titolo precedente sviluppato da LKA, un’evoluzione in termini di gameplay che non vuole assolutamente tradire l’essenza del walking simulator, quanto piuttosto enfatizzarla con piccole attività, anche secondarie.

Giulia può esplorare la casa nella sua -quasi- interezza, interagire con oggetti e persino sviluppare delle foto, una piccola aggiunta pregevole dato che quest’ultime servono anche da elemento di corredo alla storia. Facendo delle foto in punti precisi, evidenziati da una specifica icona, la protagonista potrà fare delle foto e poi svilupparle alla vecchia maniera (un processo semplificato in forma ludica, ma comunque piacevole da guardare), così da scoprire qualche elemento in più legato alla storia. La macchina fotografica è uno strumento che può, inoltre, garantire qualche momento di smarrimento nell’ambientazione realizzata di LKA. Sarà possibile infatti fare foto ovunque, seguendo un po’ i propri sentimenti, anche usando i diversi filtri messi a disposizione dal gioco.

Potremo infine utilizzare una bicicletta per dei brevi spostamenti, oppure azionare un telegrafo per comunicare con una fazione di partigiani presenti sul posto. Insomma, le attività secondarie non sono proprio così al di sotto della storia e portarle a termine, a prescindere dall’interesse profuso, assicura un buon approfondimento sulla vicenda.

Oltre a questo, va necessariamente sottolineata la cura dei dettagli impiegata nella realizzazione degli scenari ambientali, un plauso più che meritato nei confronti di LKA, che ha compiuto qualche passo avanti dal precedente The Town of Light. Le musiche accompagnano con pathos la vicenda, subitamente seguite per qualità da un doppiaggio nostrano di ottima fattura. Arrivati in fondo alla storia, bisogna ricordarvi come Martha is Dead sia un prodotto profondamente incastonato al suo genere, un walking simulator che aggiunge il minimo indispensabile al fine di creare maggiore interazione ma che, in nessun modo, sente la necessità di allontanarsi dalla sua area di appartenenza.