PAC-MAN WORLD Re-PAC: Bandai Namco riporta in vita un classico
Ms. PAC-MAN ci ha insegnato che queste tonde creature possono avere gambe e braccia, oltre ad una gran fame, ma nel 1999 Namco ci ha mostrato che queste rotolanti figure potevano imitare Nintendo con un platform di qualità che alla fine ha raggiunto 1.5 milioni di appassionati in tutto il mondo e ora è tempo di tornare?
Questo non è una remaster, per essere chiari, ma un remake totale, mantenendo però inalterato lo spirito originale, quindi i livelli sono stati riscritti, così come le animazioni e tutto il comparto grafico (ovviamente), così che questa edizione, simpaticamente chiamata “Re-PAC” possa essere servita a tutti, pur mantenendo un prezzo accessibile.
Purtroppo il tempo non è stato generoso con questo gioco, fiacco nelle logiche generali e nelle motivazioni che spingono la nostra sfera gialla a saltare da un punto all’altro. Il genere platform si è ormai evoluto parecchio e sotto l’egida Nintendo si è saputo come prendere una direzione o come fare scuola in modo netto, seppure – salvo casi rari – pur di quest’ultima i capitoli più deboli (fatta eccezione per casi rari) siano proprio di quel periodo in cui si è passati così repentinamente dal 2D al 3D. Non è assolutamente brutto, intendiamoci, ancora di più se aggiungete una buona dose di malinconia e passione per questo brand al momento dell’uscita e lo volete rivivere sulle attuali piattaforme di gioco.
Detto ciò l’offerta non è ricchissima, non tanto dal punto di vista quantitativo e neppure del tutto qualitativo, ma dal fatto che non ci siano troppi stimoli nel passare da una parta all’altra delle piattaforme – per altro mantenendo una certa imprecisione a causa della telecamera – o riproponendo alcune logiche di “nemici sleali” che colpiscono a tradimento o interruttori che si mostrano un po’ all’ultimo, che di conseguenza non hanno molto legittimazione che non sia quella di essere scorretti (e poco divertenti, ma solo allungare un po’ il brodo).
Il lavoro di restyling però funziona – a livelli minimi accettabili – e correre, saltare e diventare di metallo, tra foreste e lo spazio profondo, tutta l’esperienza originale torna per essere giocata e apprezzata da chi ha voglia di fare una partita, considerando che il prezzo del biglietto è comunque da titolo budget.
Curiosamente le parti meglio riuscite sono quelle (rare purtroppo) in cui sono riproposti mini-puzzle-game in cui i livelli sono ricostruzioni di quelle originali di PAC-MAN con visuale dall’alto e la solita fame di “palline”, con un’esperienza quasi identica, ma sempre funzionale e, volendo, anche più attinente al nome che porta, considerando che ogni zona ha qualche dettagli di originalità e diversità che stimola sempre il giocatore a completare al meglio l’area.
Viviamo in un’epoca in cui ci si ripropone qualsiasi medium videoludico, ma non è sempre detto che questa regola debba essere rispettata, alcune glorie del passato lasciamole riposare in pace.