Recensione Baldur's Gate 3 - L'amore ai tempi di Dungeons & Dragons
Per una vita hai amato il genere fantasy in quasi ogni sua forma: hai giocato le prime edizioni di Dungeons & Dragons senza mancare un manuale, hai letto la stragrande maggioranza dei romanzi presenti in commercio sull’argomento e ti sei giocato, anche qui senza mancare un appuntamento, qualsivoglia offerta videoludica che indicava in copertina anche solo la parola “fantasy”.
Gli over 30 appartenenti a questa categoria avranno allora, sicuramente, giocato una volta a Baldur’s Gate, gioco di ruolo classe 1998, periodo in cui esistevano ancora gli schermi a tubo catodico, i mouse con la pallina e le tastiere grigio color grigio topo. Black Isle Studios e Bioware avevano centrato il colpo, creando l’avventura definitiva pronta a renderti protagonista di una vicenda epica ricca di side quest, una campagna improntata a metterti contro una divinità e una serie di dialoghi interminabili pronti a farti ricevere una laura ad honorem in lettere e filosofia.
Quelli erano sicuramente bei tempi, ma anche oggi non si scherza affatto. Larian Studios sembra aver preso sul serio questa eredità molto più seriamente di un semplice discorso di franchise, e la dimostrazione la troviamo in ogni scambio di battute del nuovo Baldur’s Gate III, capitolo inedito pronto a spedirci moltissimi anni avanti agli avvenimenti del secondo capitolo.
Al posto di una divinità iraconda come Bhaal troviamo invece un gruppo di mind flyers pronti a conquistare il Faerûn partendo dalla città di Baldur’s Gate. Tutto ha inizio dalla creazione del proprio alter ego digitale, una pratica che per molti equivale già alla distribuzione di buone due ore di gioco, il tempo necessario per comprendere le diverse combinazioni virtuose che è possibile ottenere scegliendo una razza con un background convincente e delle statistiche idonee da mettere insieme a una classe.
Certo, nulla vieta di crearvi un personaggio vicino ai vostri gusti, ma fissate bene in mente che il gioco esige una certa attenzione nel corso dell’avventura, soprattutto per i tiri caratteristica, elemento che spinge notevolmente il piede sull’acceleratore soprattutto nell’ottica di voler ottenere più elementi possibili dalla storia. Torniamo per un momento alla creazione del personaggio: selezionando una razza tra le disponibili, abbiamo un buon quantitativo di elfi, nani, halfling, umani e tiefling, possiamo successivamente optare per una classe, anche qui preferendo tra guerriero, mago, ladro, ranger, chierico e warlock.
Alcune cose sono ancora bloccate, giacché siamo ancora nella fase di Accesso Anticipato, ma sappiate che la maggior parte delle classi principali può essere aggiunta al gruppo grazie all’incontro di diversi PNG, che in un modo o nell’altro arricchiranno le vostre scampagnate con aneddoti, combattimenti all’ultimo sangue e side quest dedicate di tutto rispetto.
Baldur’s Gate III condivide lo stesso sistema di gioco dei due Divinity, ne prende i modelli virtuosi adattandone lo schema di combattimento a turni, assecondando nei vari casi vantaggi e svantaggi ottenibili dalla diversa tipologia di terreno, dagli agenti esterni e dalle abilità degli stessi personaggi. Nelle varie dirette passate nel gioco si è respirata un’aria di assoluta epicità, importantissima soprattutto quando si parla di giochi che devono restituire al giocatore un certo tipo di sensazioni, alla pari -quasi- della lettura di un qualsivoglia romanzo sul generis.
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Non esiste un momento in cui guardare lo scenario da cima a fondo non ripaghi. La curiosità è sicuramente uno dei fondamenti che Larian ha utilizzato per sviluppare l’intera mappa di gioco, piena zeppa di strade secondarie, situazioni particolari e porte nascoste, che spesso richiederanno più di un caricamento qualora siate affamati di scoprire tutto, ma davvero tutto, ciò che la storia ha in serbo per noi.
Chiaramente ci portiamo dietro l’intero sistema di scelte già visto nei giochi precedenti, anche quelli di Larian, elemento che ci porterà a seguire le nostre aspirazioni anche a scapito dell’approvazione dei nostri compagni di avventura, che non sempre saranno d’accordo con le scelte fatte, anche quando si tratterà di metterci contro un circolo di druidi solo per salvare una piccola ladruncola tiefling.
L’aspetto piuttosto incredibile è come il gioco sembri, sottolineiamo sembri sempre perché abbiamo visto ancora poco, adattarsi alle nostre scelte, anche quelle dall’allineamento non proprio incline al classico eroe di altri tempi. In una run abbiamo deciso arbitrariamente di attaccare chiunque ci fosse antipatico, ottenendo come risposta la risoluzione di una quest con relativo massacro all’accampamento. Può sembrare una sciocchezza, ma il modo in cui il gioco sembra evolversi intorno alle nostre scelte, anche quelle malvage per dire, si rivela sorprendentemente appagante.
A questo bisogna aggiungere il sistema di abilità basato sullo schema di regole della quinta edizione di Dungeons & Dragons, discorso che in qualche modo semplifica le prove di caratteristica effettuabili da ogni personaggio (qualcuno si ricorda l’edizione 3.5?). Inoltre il sistema di combattimento ha acquistato un dinamismo in grado di togliere il fiato a ogni amante dei giochi di ruolo: adesso l’interfaccia di gioco offre un numero di azioni non indifferente, capaci di rendere le partite originali e divertenti, ma soprattutto quasi totalmente libere da ogni tipo di vincolo.
Un esempio? Durante un combattimento abbiamo potuto usare i nostri punti azione disponibili per tirare al nostro avversario lo scudo in nostro possesso, nemmeno fossimo un novello Capitan America alle prime armi, tutto questo mentre il nostro compagno ladro saltava alle spalle dell’avversario con l’intento di compiere un pericoloso attacco di opportunità. L’enviroment adesso si rivela molto più pericoloso che in passato, con oggetti che vanno testati a fondo prima di utilizzarli.
In questo senso Baldur’s Gate III premia il giocatore attento, nutrendo il suo animo appassionato di tutta una serie di situazioni davvero eccezionali, che vi consigliamo di provare con mano dall’inizio alla fine senza diritto di replica. Il vero neo momentaneo di questo accesso anticipato restano i diversi bug tecnici (compenetrazioni ambientali, salvataggi non possibili, bug e glitch sparsi) accompagnati da alcuni difetti da gestire in sede di cooperativa, disponibile fino a quattro giocatori.
Purtroppo alcune partite si buggano durante i dialoghi, situazione che richiede al giocatore di uscire e rientrare dalla partita oppure di effettuare un caricamento rapido. Queste situazioni non accadono sempre, o in particolari casi, pertanto il consiglio è quello di salvare spesso proprio per evitare di perdere grosse porzioni di gioco, magari con relativi successi ottenuti alle prove di caratteristica.
Graficamente il titolo si dimostra davvero su un altro livello, lo si nota dall’ambientazione che rivela dettagli veramente fuori di testa, enfatizzati sicuramente dal buon PC di prova in nostra dotazione (dettagli al massimo a risoluzione 1080p). La stessa cura maniacale la si nota in ogni dialogo doppiato del gioco, in cui forse l’unica pecca è il nostro personaggio “muto”, che spiccicherà qualche parola solo in determinate situazioni.
Versione Testata: PC