Recensione Diablo II resurrected: andata e ritorno per gli inferi fiammeggianti (ma ristrutturati)
Nostalgia dei dungeoni, splatterosi di Diablo? Blizzard tira fuori dal cilindro una remaster quasi perfetta. Quasi.
Laspetto piacevole delle remastered sta nel trovarsi, in un modo o nellaltro, in quella posizione dove si ha avuto la fortuna di vivere sulla propria pelle sia il prima che il dopo. Questi remake sembrano fatte apposta per risultare il perfetto connubio tra unoperazione di nostalgia e un invito di giocare a un titolo del passato, per nulla velato, rivolto alle nuove generazioni.
Mettere mano su Diablo II Resurrected, a distanza di ventuno anni dalla sua pubblicazione originale, fa sicuramente un certo effetto, ed giusto ricordare che in questo caso non stiamo parlando solo di un aggiornamento del comparto tecnico, ma anche di qualche piccola rivisitazione del gameplay, che cerca di adattarsi ai vari sistemi di gioco (anche le console, dunque) restando comunque fedele al suo concept originale.
PECCATO ORIGINALE
La storia di Sanctuary piuttosto articolata da spiegare in quattro righe, ma per fortuna gli eventi che riguardano nello specifico Diablo II sono concentrati in un lasso di tempo piuttosto ristretto: i Primi Maligni stanno cercando un modo di tornare sulla terra e Diablo, impossessatosi del corpo di Aidan dopo gli eventi del primo capitolo, fa da apripista nel liberare i fratelli dalle loro prigioni, cos da condurre larmata infernale nel mondo.
A differenza del primo Diablo, circoscritto come narrazione e geografia in un unico luogo, ovvero Tristram, Diablo II permette ai giocatori di viaggiare attraverso diverse ambientazioni, aventi ognuna un bioma e dei mostri differenti, pronti insomma a garantire un certo livello di epicit al racconto, ben costruita soprattutto se andiamo a considerare le cutscene presenti allinizio e alla fine di ogni capitolo.
Nei panni di uno dei personaggi interpretabili nel gioco, seguiremo pertanto Marius nel suo viaggio in compagnia del viandante (il sopracitato Aidan), che ci porter a visitare le giungle pericolose di Kurast o i deserti sconfinati di Lut Gholein, senza lasciarci scappare un piccolo trip nel cuore degli Inferi Fiammeggianti. Insomma, sul fronte contenutistico, complice anche la presenza nel pacchetto dellespansione Lord of Destruction, che aggiunge un intero capitolo compreso di nuova regione e due classi giocabili, siamo davanti a unoperazione nostalgia in grado di tenere testa alla concorrenza senza troppa fatica.
Anche il sistema di gioco, per scelta degli sviluppatori, rimasto essenzialmente lo stesso. Trattandosi di hacknslash vecchia scuola, Diablo II affonda i suoi artigli in un gameplay completo e avvincente, da comprendere soprattutto qualora si scelga di portare avanti un personaggio fino al raggiungimento del livello massimo di difficolt offerto dal titolo. Non sono cambiati gli oggetti, la loro colorazione e i loro effetti, non ci sono nemmeno state contaminazioni dal terzo capitolo, con set pronti a garantire un potere assoluto una volta completati i pezzi che li compongono, e non sono nemmeno cambiate le combinazioni delle rune da inserire negli incavi, cos da creare pezzi di armamentario competitivi ottimi per PvE e PvP.
Esiste un elemento scomodo nella formula ed caratterizzato, purtroppo, dalla volont di Vicarious Visions di non inserire la funzione di loot personale: di cosa stiamo parlando? Su Diablo III ogni giocatore trova degli oggetti che in grado di vedere solo lui, cos da non creare inutili litigi davanti al drop di un nemico o boss di fine livello. Questo ci riporta ai tempi dei LAN party e delle urla convulse seguite da contrattazioni pronte a mettere sul piatto della bilancia tutta la paghetta per ottenere loggetto desiderato, sebbene oggi tale funzione potrebbe far storcere il naso ai giocatori di nuova generazione.
Gli unici cambiamenti, se cos vogliamo intenderli, si notano giusto giusto in qualche inezia, tipo la raccolta automatica delloro una volta che ci si cammina sopra, oppure la possibilit di vedere ampliato lo spazio del proprio nascondiglio (adesso esistono anche le schede condivise, addio muletti!). Sembra inoltre che gli sviluppatori stiano pensando di aggiungere delle ladder, essenzialmente un modello competitivo gi visto nel capitolo originale ma che ad oggi, stando a quanto segnalato, potrebbe trasformarsi in una rotazione frequente dove ogni giocatore creer il proprio personaggio per fargli scalare la vetta a livello di punteggio, cos da ottenere ghiotti premi tra oggetti e rune.
COME UNA GEMMA DELLANIMA
Guardando Diablo II Resurrected ci si accorge di quanto Vicarious Visions abbia fatto attenzione ad ogni particolare, cercando il migliore dei modi necessario per rinnovare graficamente un prodotto che ventuno anni fa, in ogni caso, faceva parlare di s in senso estremamente positivo. Limpianto visivo stato completamente rivisto da zero, con animazioni rivisitate, framerate sbloccato, risoluzione compatibile fino a 4K (in grado di supportare schermi 21:9) e persino texture ed effetti particellari del tutto nuovi, capaci insomma di donare nuova linfa vitale a un prodotto che risulta davvero bello da giocare e guardare.
Fa impressione che alla semplice pressione di un tasto sia possibile ritornare alla grafica di un tempo, guardando in tempo reale ci che di buono stato fatto in funzione di quello che osservavamo in passato. Anche le cutscene sono state rifatte da zero ed difficile trovare il modo di descrivere le sensazioni prodotte in poche righe. Possiamo solo dirvi che il lavoro si rivelato davvero certosino, ma soprattutto in grado di far avvicinare vecchi e nuovi giocatori a un prodotto che vive tutto il peso dei propri anni, videoludicamente parlando.