Recensione Disco Elysium The Final Cut: Un nuovo capolavoro raggiunge il mondo console
Nella eterna lotta tra piattaforme, arma importantissima è sempre stata la presenza di esclusive. Spesso però ci sono giochi che, per un motivo o per l'altro, al mondo console non arrivano nemmeno, restando a donare gioie alla variegata utenza PC. Tra i tanti PC game che hanno scatenato i desideri dell'utenza console, è impossibile non citare Disco Elysium, un vero e proprio “caso” videoludico che è riuscito a portare su nuovi standard il gioco di ruolo di stampo classico. Vorrei sottolineare che il gioco creato dal team ZA/UM rappresenta nella maniera più assoluta l’idea di gioco di ruolo, in quanto a fare la differenza sarà proprio il nostro modo di gestire il ruolo affidatoci.
Ma come inizia una simile avventura, apprezzata e decantata da centinaia e centinaia di giocatori in abbinata ai voti altissimi della critica specializzata? Beh, inizia con il protagonista in stato confusionale, appena risvegliatosi da una notte che sembrerebbe essere stata ad altissimo tasso alcolico, talmente "in botta" da non ricorda nulla di se stesso, nemmeno il proprio nome. "Dove sono? Chi sono? Cosa faccio qui?" Sono le domande che il vostro protagonista si porrà, con addosso ipostumi della serata precedente, ancor prima di fare conoscenza con i tre elementi principali della nostra storia: se stesso, le sue voci interne e un intricato caso legato a un corpo trovato impiccato a un albero.
Per chi non conoscesse ancora Disco Elysium (male, molto male!) il gioco ha una visuale isometrica e permette al protagonista di muoversi per la città di Revachol potendo interagire con cose e persone, così da portare avanti la storia che, a dirla tutta, si muove verso un finale unico, ma permette una completa interpretazione del nostro ruolo grazie alle molteplici opzioni nei rapporti con i vari personaggi e le scelte da prendere a riguardo. L’impiccato non è l’unico problema da risolvere e, come se non bastasse la nostra amnesia, una concatenazione di eventi e scoperte ci porta a infiltrarci nel sottobosco politico della città che, più che altro, sembra essere una polveriera pronta a esplodere.
Come se non bastasse, ad esplodere è anche la nostra mente e l’escamotage dell’amnesia è perfetto per ricreare una situazione in cui andremo a formare la nostra personalità da un punto di partenza quasi vergine. Il processo avviene tramite le frequentissime discussioni che avremo con noi stessi o meglio con le diverse voci che ronzano nella nostra mente, tutte con caratteristiche particolari. Ognuna di queste voci è una sfaccettatura della nostra personalità e in base alle discussioni che avremo con loro, creeremo il nostro profilo e ci andremo a rapportare con il resto del mondo in modi che potrebbero essere diametralmente differenti, dal più riflessivo e logico al più violento e folle.
Il sistema funziona alla grande, così come ovviamente funzionava su PC e dà al giocatore la possibilità di immergersi non solo in una ambientazione, ma soprattutto in un personaggio da creare a piacimento, grazie anche a tante abilità da sfruttare, con una scelta iniziale per dare una impronta di partenza. Come è ovvio, in base alla nostra scelta avremo più o meno difficoltà ad affrontare le diverse situazioni, ricordando sempre che ogni cosa si basa sui tantissimi dialoghi a risposta multipla e al lancio dei dadi virtuali. Questi ultimi, come da sano GDR, rappresenteranno la dose di fortuna e casualità nelle nostre azioni, sia con lanci visibili a schermo, sia con altri non visibili ma effettuati dal sistema, che decreteranno il successo o l’insuccesso di quel che cercheremo di fare. Il risultato è incredibilmente soddisfacente e il tutto fila liscio tra argomenti profondi e varie citazioni filosofiche, scelte morali e qualche battuta di spirito, portandoci verso la fine del gioco in un incredibile percorso di crescita e creazione del proprio io. Insomma, dialoghi a tutto spiano quindi scordatevi combattimenti o altro . Tutto dipende dalla vostra parlantina, dalle vostre qualità e dalle vostre scelte. Anche le situazioni più concitate avranno svolgimento e risoluzione tramite scelte di testo.
Disco (inferno) Elysium!
Ne deriva quindi una enorme mole di parole a schermo e , purtroppo, manca la lingua italiana. Potrete giocare in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, lingue asiatiche assortite, ma niente italiano. Va detto che il team di sviluppo aveva indetto un sondaggio online chiedendo di votare la lingua in cui si sarebbe voluto vedere tradotto Disco Elysium e, malauguratamente, il nostro idioma ha ricevuto un numero risibile di voti rispetto agli altri concorrenti. Purtroppo i testi oltre ad essere tanti (d’altro canto sono la spina dorsale del gioco) risultano complicati a meno che non si sia esperti conoscitori della lingue inglese, a causa dei temi trattati. Politica, filosofia, psicologia e similari, il tutto assortito da vario slang. Insomma, non vi basterà una conoscenza scolastica per godere a pieno di Disco Elysium. A conti fatti siamo davanti ad un vero “muro” che rende il titolo poco fruibile per moltissimi giocatori, ed è un vero peccato, un po’ come accadde per Planescape: Torment, almeno sino alla gloriosa traduzione amatoriale che rese il gioco godibile da tutti.
L'altro grosso scoglio su cui ci si rischia di arenare è il sistema di controllo. Sappiamo perfettamente che il passaggio da PC a console crea il problema di adattare il controller a fare quello che mouse e tastiera fanno alla perfezione e nemmeno quei geniacci degli ZA/UM sono riusciti nel miracolo. Il grosso problema è nell’utilizzo della leva analogica destra per selezionare l’elemento con cui rapportarci, che sia un oggetto, una persona o noi stessi, per poi premere il tasto X e dare il via alla interazione. Il tutto si rivela impreciso e farraginoso tanto che, molto di frequente, eravamo sicuri di aver selezionato un punto di interesse ma in realtà non era stato impartito alcun comando. Ok, non è questo quello che si cerca in un titolo simile, ma la frustrazione si fa sentire. Gli sviluppatori hanno promesso una patch correttiva nelle prossime settimane, ma resta da capire quanto si potrà effettivamente migliorare.
Preziose, invece, le migliorie in dote a questa Final Cut rispetto all'edizione originale, a partire da alcune interessanti missioni aggiuntive legate alle fazioni politiche. Nulla di necessario per arrivare a fine gioco, ma le novità calzano a pennello nella trama dandole ancora più profondità, ma anche qui una patch sarebbe ottima per eliminare diversi bug. Nulla da dire per le novità legate al comparto audio, con il doppiaggio che si arricchisce di tantissime voci e di una recitazione professionale, che non guasta mai. Abbiamo testato il gioco sia su PlayStation 4 che su PlayStation 5 e non ci è parso di notare differenze di sorta, nemmeno nei caricamenti, quindi se non siete ancora entrati nella nuova generazione, non fatevi troppi problemi e prendete in considerazione la vostra cara, vecchia console.
Disco Elysium arriva portando con sé un carico di qualità davvero importante e merita assolutamente di essere giocato da tutti gli appassionati del genere o da chi vuole provare le potenzialità di un vero gioco di ruolo, ma bisogna tenere a mente che una buona conoscenza della lingua inglese è necessaria, così come tanta pazienza per sopportare il sistema di controllo. Al netto dei difetti, abbiamo comunque tra le mani un prodotto di valore assoluto.
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Versione Testata: PS5
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Redazione