Recensione Hard West 2: nessuno è al sicuro, soprattutto nel far west immaginato da Ice Code Games
È passato un po’ di tempo da quando abbiamo vestito i panni di Gin Carter, uno dei pistoleri più veloci del west, nonché fuorilegge alla ricerca di un grosso bottino da conquistare, meglio identificato dall’oro posseduto da un leggendario “treno fantasma”. Ci si ripete spesso che dietro alle leggende si cela un fondo di verità, ma chi avrebbe mai creduto che un treno fantasma fosse letteralmente uno strumento di ferro e carbone uscito direttamente dall’inferno.
Alla sua guida un diavolo che compare anche quando non sussurriamo il suo nome davanti allo specchio tre volte alle tre di notte, il perfetto spauracchio generato per mettere in scena una narrazione di tutto rispetto. Ma dove andremo a finire senza la nostra anima?
IL PESO DELL’ANIMA
Come accennato qualche riga sopra, Gin Carter aveva quasi organizzato la rapina perfetta. A mettersi tra lui e il tanto agognato tesoro ci ha pensato Mammon, un demone di quelli tosti, pronto a tutto pur di accaparrarsi il maggior numero di anime da asservire al suo esercito. L’avventura del nostro alter ego in Hard West 2 comincia così, senza troppi preamboli a effetto, e continua alternando una serie di missioni che ci permetteranno meglio di comprendere cosa accade in questa incarnazione del selvaggio west secondo Ice Code Games.
La distribuzione delle missioni è piacevolmente suddivisa in due tipologie di approccio: da un lato troviamo i combattimenti, meglio identificati da uno stile di gioco in pieno stile strategico a turni, con tanto di scacchiera e abilità da utilizzare a seconda del personaggio prescelto, mentre dall’altro sarà possibile suddividere l’esperienza compiendo delle scelte morali all’interno di linee di dialogo ben precise, scritte in linguaggio digitale come se dovessero corrispondere a un bel libro game.
Esiste anche una terza fase, quella dell’esplorazione, che accompagnerà la parte attiva delle scelte con un semplice punta & clicca in visuale isometrica, semplice quanto efficace, soprattutto quando si tratta di ricercare ogni possibile elemento della mappa al fine di completare il maggior numero di missioni secondarie.
Non esiste alcuna suddivisione di punti esperienza pensati per far crescere il nostro personaggio, perciò lo svolgimento di queste missioni sarà utile solo a racimolare un buon quantitativo di oro da spendere negli empori, magari con l’intenzione di comprare qualche oggetto utile o curativo.
ATTACCA E NON PENSARCI (O QUASI)
Sul fronte del gameplay, Hard West 2 suddivide l’esperienza tra strategico a turni e libro game con scelte di dialogo. La parte strategica emerge nel corso di ogni missione e segue, pedissequamente, ogni caratteristica del genere, così da non farci mancare praticamente nulla: i personaggi interpretati dal giocatore possono muoversi sulla mappa grazie ai classici punti azione, potranno attaccare con le loro armi (mischia e distanza) e potranno utilizzare alcune delle loro abilità, a patto che le avranno sbloccate nell’apposito menù dedicato.
Gli scenari vengono presentati con un discreto level design, elemento che garantisce un buon numero di mappe piacevoli da giocare, e mai sempre uguali fortunatamente. Sia noi che gli avversari saremo costretti a scegliere il punto migliore dove appostarci e compiere la nostra azione, facendo chiaramente attenzione non tanto alla fase attiva, quanto più a quella passiva dove dovremo attendere lo sviluppo compiuto dai nemici prima di rimettere in moto la nostra azione.
Non esistendo alcun tipo di risposta, uno status molto comodo in XCOM 2 per esempio quando si voleva attendere l’avanzamento dei nemici, qua è davvero importante scegliere come posizionare il nostro alter ego al fine di evitargli una dipartita prematura. Imperativo conoscere il proprio avversario e capirne soprattutto le mosse, questo perché anche a difficoltà facile capiterà più di qualche occasione in grado di metterci in difficoltà, facendoci necessariamente ricominciare dal checkpoint più vicino.
Per fortuna il gioco salva davvero di frequente, perciò non sarà difficile trovare un punto comodo per ricominciare davanti a un’azione sbagliata o fin troppo azzardata! Per quanto riguarda invece la parte da libro game, l’unica tipologia di attenzione che vogliamo indicarvi è quella dedicata alle missioni secondarie e alle linee di dialogo presenti nel gioco, soprattutto quelle in cui ci verrà data la possibilità di aumentare il livello di amicizia con il nostro compagno di avventure. È importante sapere che il titolo potrebbe offrirvi più volte di scegliere lo stesso personaggio, mossa che potrebbe impedirvi di ottenere il livello massimo da ognuno dei vostri accompagnatori in gioco.
L’amicizia, insieme al sistema di carte scelto per migliorare il personaggio con abilità passive o attive, offre un certo livello di versatilità davvero unico nel suo genere, soprattutto perché le carte da gioco potranno essere disposte più volte senza essere bindate al personaggio. Ma di cosa stiamo parlando nello specifico? Se non avete letto la nostra anteprima, si tratta di una serie di carte da gioco ottenibili alla fine delle missioni come ricompensa, le quali spese seguendo il punteggio del poker garantiranno poteri specifici ai personaggi a cui decideremo di affibbiarle.
Da menzionare in ultima istanza il Bravado, praticamente un bonus che il personaggio ottiene una volta ucciso un nemico sul campo: combinare le mosse dei compagni e la loro posizione garantisce, attivato appunto il Bravado, di poter concatenare molte azioni e risultare davvero temibili contro ogni tipologia di nemico.
PAROLE E PIOMBO
La parte dei dialoghi è particolarmente divertente da seguire, sebbene sia ancora completamente scritta in lingua inglese, e riesce a tenere il giocatore incollato allo schermo, soprattutto quando si vengono a scoprire dettagli relativi al background di ogni personaggio. A livello di scrittura non ci troviamo davanti a un capolavoro di sceneggiatura, ma ogni elemento del puzzle sembra posizionato per fare in modo di piacere, fattore che alleggerisce sicuramente l’esperienza anche di fronte al fatto che il gioco alla difficoltà più facile non risulta per nulla semplice.
Alcune boss fight sono risultate difficoltose per via degli obiettivi stringenti, tipo il non dover far morire nessuno dei membri del gruppo, ma oltre a questo ogni missione richiede che il giocatore debba spremere un po’ le meningi per venirne fuori (insomma non esiste una modalità storia del tipo – clicca, uccidi, vai avanti).
Alcune missioni si sono rivelate toste proprio per via degli obiettivi, ma anche delle stesse unità schierate sul campo: alcune rigeneravamo completamente la loro vita quando non attaccate in gruppo, altre invece contrattaccavano direttamente quando attaccate in mischia. Insomma, Hard West 2 non è un titolo per nulla facile, e questo ne garantisce un buon livello di longevità, accompagnato da una buona dose di frustrazione ogni tanto.
Versione Testata: PC
Voto
Redazione
Hard West 2
Hard West 2 è un ottimo titolo che fa bene il proprio lavoro: si tratta infatti di uno strategico a turni avvincente, dotato di un’ottima storia, ben intervallato da attività principali e secondarie ma, soprattutto, capace di tenerti incollato allo schermo per scoprire come vada a finire. In questa estate da 40 gradi all’ombra, un titolo che non ci fa rimpiangere di muoverci nel deserto, in tutto e per tutto! Consigliato agli appassionati, senza pensarci due volte.