Recensione King’s Bounty 2

di Simone Marcocchi

King’s Bounty aveva sicuramente un enorme bisogno di emancipazione, le ultime apparizioni già dimostravano come la serie fosse cresciuta positivamente, ed è tempo che nessuno lo consideri più come il gioco da “cestone del supermercato” e 1C Publishing ha davvero compiuto quel salto che tanti estimatori auspicavano.

ONE MAN ARMY

Come da tradizione per la saga, la prima scelta che dovrà compiere il giocatore riguarda essenzialmente l’eroe con il quale intraprendere l’avventura. Ho speso qualche ora con ciascuno di loro, impossibile non cadere in tentazione di farlo, soprattutto perché ogni cosa in questo videogame ha un peso, e la calibrazione di alcuni elementi ricadono più o meno pesantemente su tutta la partita, quindi meglio fare i compiti per bene. Nessuno di loro interviene direttamente in battaglia - salvo che si usi la magia in modo diretto -, ma ognuno è fondamentale in quanto, come ogni vero leader che si rispetti, è il collante più importante per mantenere integro il proprio esercito.

Aivar è un grande condottiero e offre naturalmente una serie di perk per potenziare l’esercito con elementi aggiuntivi in grado di offrire ad esso una forza maggiore, ma è sicuramente debole alla magia; Katharine è all’esatto opposto, maga potente, quindi con caratteristiche naturali in grado di aggiungere un “tocco personale” alla battaglia, ma con i propri uomini lasciati maggiormente alla mercè di sé stessi, quindi c’è sicuramente da fare grande attenzione; infine Elisa - il personaggio dal quale ero partito, ho provato gli altri due, e alla fine è diventata la mia scelta -, che offre un ottimo bilanciamento sia alla magia, sia a tenere alto il morale di truppe di eserciti diversi, cosa alla quale prima o poi si dovrà fare i conti nelle fasi più avanzate e per questo la mia scelta definitiva della quale non mi sono mai pentito.

MEGAMINIMONDO

Per quanto King’s Bounty 2 sia un open world, è stato studiato per essere tutto in miniatura. Non sono poche le aree esplorabili, tutt’altro, ma dove altri hanno scelto di mostrare infinite ed inutili praterie vuote, in questo caso il team di sviluppo ha scelto di creare tantissime mini-zone ben rifinite ed impreziosite da dettagli ed una cura elevatissima per dare ad ogni area il proprio valore. Che siano quest principali o secondarie, lo scopo è tendenzialmente quello di indagare, compiere scelte che andranno ad incrementare il punteggio verso una specifica propensione ed affrontare un nemico sul campo aperto con il proprio esercito. Le tipologie di eserciti si dipanano in un lungo filare di specializzazioni con classi e razze che vanno dagli umani e animali, ai non-morti, esseri magici e creature mitiche.

Il massimo che una battaglia può offrire è il momento in cui il nostro esercito è potente, cresce nel numero dei componenti - insieme al nostro alter ego, una volta che aumenta di livello -, compie l’esperienza necessaria a salire di grado, perde il numero minimo possibile di unità ed è felice di essere insieme agli componenti della squadra. Queste ultime caratteristiche non sono sempre facili ingredienti da amalgamare e, dove il nostro avatar riesce ad usare la magia per far salire l’ago della bilancia a nostro vantaggio, è altresì fondamentale sfruttare quei talenti in grado di dare sempre il top delle caratteristiche che meglio si innestano sulle nostre truppe. Il bilanciamento in tutto questo è quasi perfetto, il videogame riesce infatti a mantenere sempre la sfida a livelli abbastanza alti, ma anche rendere ogni battaglia fattibile nel suo impegno, per quanto si dovrà ricaricare spesso e studiare più volte le tattiche che meglio si confanno alla strategia che porta alla vittoria.

BOUNTY HUNTER

Il balzo grafico nettissimo, di quest’ultimo sforzo da parte di 1C Publishing, entra un po’ in contrasto con alcune scelte che avrebbero avuto bisogno di essere pensate in modo diverso o di avere necessità di un tempo maggiore per lo sviluppo. Seppure sia indubbio quanto belle siano le truppe su schermo schierate sulla scacchiera, dotate anche di elementi particellari tesi a sottolineare al meglio ogni effetto elementale o magico, non è sempre così quando si tratta di vederle muovere nei vari filmati di gioco, con movimenti non sempre naturalissimi e convincenti e ancora peggio quando si gira per la mappa con il/la protagonista a piedi o a cavallo e ci si incastra in tutto ciò che sfiora i sentieri imboccati. La quest principale segue una missione dotata di una storia gradevole (ma non eccelsa), ma le secondarie sono davvero appena sufficienti a giustificare un attacco da parte di un nemico, risolvendosi talvolta nel patetico o nel ridicolo. 

King's Bounty 2 è uno di quei (rari) giochi che non si esauriscono una volta spento il monitor, ma lascia sempre una traccia che invita a ragionare sul prossimo passo da compiere, in che modo schierare i nostri drappelli e su come investire i punti talento accumulati. Una caratteristica davvero importante, che spinge il giocatore a voler proseguire con la sua avventura, ormai assorbito completamente dal mood RPG di questo fantastico gioco.