Recensione Monster Hunter Rise: a caccia di Mostri su Nintendo Switch
Dopo l'ottimo Monster Hunter World, Capcom torna a deliziare anche i cacciatori Nintendo con Monster Hunter Rise, episodio sviluppato per Switch
Dopo l'ottimo Monster Hunter World, Capcom torna a deliziare anche i cacciatori targati Nintendo con Monster Hunter Rise, episodio sviluppato espressamente per Switch che promette di portare sui nostri schermi casalinghi e portatili l'anima classica di Monster Hunter e una serie di interessanti novità in grado di migliorare il gameplay con una ventata d'aria fresca. Promessa mantenuta? Andiamolo a scoprire!
Sappiamo bene che la trama non è propriamente il punto cardine della saga, ma dare un piccolo sguardo alla base della storia, aiuta anche a carpire informazioni sulle novità di gameplay. Il gioco inizia con la classica creazione del proprio alter ego e in men che non si dica ci si ritrova ad essere appena stati promossi a cacciatori del villaggio Kamura. D'altro canto la comunità ha un gran bisogno di nuove leve pronte a combattere e a spiegarci il motivo è l'anziano (ma estremamente in forma, in barba all'età) Fugen. Kamura, per quanto possa sembrare un posto molto tranquillo, deve fare i conti con la Furia, un evento a dir poco catastrofico capace di mettere in pericolo tutto il villaggio. Praticamente si tratta di un attacco da parte di un branco di mostri inferociti pronti a lasciare il proprio habitat per scagliarsi contro il centro abitato. Insomma, Fugen ha più che mai la necessità di aumentare il numero di cacciatori del villaggio e la nostra presenza è quanto mai gradita… sempre che si sia in grado di fare abbastanza esperienza per essere realmente utili contro la Furia.
Esperienza, si. Perché per quanto mi riguarda è impossibile parlare di Monster Hunter senza citare l'esperienza di gioco. Non parlo di gameplay in sé stesso, ma della necessaria esperienza che il giocatore deve fare per riuscire a diventare un vero cacciatore e non un semplice mestierante buono solo per raccogliere qualche materiale. Il nostro personaggio, creabile tramite apposito editor, ha davanti a sé non solo Kamura e i suoi abitanti, ma tutte le selvagge terre esterne piene di mostri pronti a mandarlo al tappeto.
Dal punto di vista meramente stilistico, il gioco ci mette alla guida del nostro protagonista in una ambientazione action 3d con visuale in terza persona e ci lascia completa libertà di azione nelle più o meno vaste "arene" a disposizione. Per quel che mi riguarda, ho sempre inquadrato gli episodi principali della saga di Monster Hunter nella ipotetica categoria dei simulatori di caccia fantasy, proprio per il fatto che il giocatore ha la necessità di fare esperienza e prendere confidenza con tre elementi fondamentali: se stesso e le tante armi che può utilizzare, la fauna aggressiva o neutrale che sia, mostri compresi, e la miriade di oggetti utilizzabili e reperibili, con relative enormi possibilità di mescolarli per dare vita a nuove combinazioni. Col tempo e con tanta pazienza, si impara a cacciare. Si impara come ci si deve girare per colpire il nemico, si impara quando è il caso di sferrare un nuovo colpo e quando si deve schivare, si impara se è il momento giusto per osare la cattura o puntare sulla semplice uccisione, si impara se è meglio stare lontani e osservare una lotta tra due mostri che si sono incrociati per caso, si impara, si impara e si impara ancora.
Si impara, l’ho già detto? Bene, perché per il mio personale parere, al netto delle novità che andremo poi a vedere, questa è la filosofia della saga e anche Monster Hunter Rise non abbandona il dogma. Siete giocatori in grado di sposare questo stile? Bene, perché pagando un prezzo fatto di impegno e pazienza, avrete tra le mani un prodotto estremamente interessante, variegatissimo e assolutamente soddisfacente. Pensate che passare ben più di dieci ore (ho scritto proprio "ben più") per apprendere ogni meccanica di un gioco sia troppo per voi? Allora difficilmente riuscirete a digerire Rise perché, diciamolo senza mezza termini, il suo principale difetto deriva dalla lentezza della curva di apprendimento e dai comandi non proprio comodi (anche a causa delle tante cose che si possono fare e che avrebbero richiesto un pad come l'Elite di Microsoft). Insomma, a voi la scelta, ben consci del fatto che il gioco non è certo punitivo come un souls like, ma richiede tanto impegno e dedizione. Per avere un assaggio di quello che potrete incontrare in Rise, sia che siate novizi, sia che da cacciatori esperti vogliate saggiare i nuovi campi di battaglia, potete sfruttare la demo gratuita disponibile sul Nintendo Shop, arrivata alla sua seconda versione dove, tra l’altro, potrete anche testare la potenza di uno dei mostri/wyvern più interessanti (e feroci) del gioco, il devastante Magnamalo.
Cani, gatti gufi e altri feroci cacciatori
Ad ogni modo, in base alla vostra idea di caccia, potrete decidere se dedicarvi alle missioni per giocatore singolo o in gruppo (massimo quattro cacciatori) ed è chiaro quanto capcom abbia cercato di bilanciare le due cose rispetto al passato recente. Insomma, anche se siete giocatori solitari, sebbene valga sempre il detto che “l'unione fa la forza”, avrete le vostre armi per non risentire troppo della mancanza di compagnia. Se come me avete iniziato a giocare a Monster Hunter su PlayStation 2, dove andare online non era così scontato (con i server occidentali Capcom che sono durati per un paio di annetti scarsi), vi rallegrerete di poter andare da una delle due “missionatrici” di Kamura, le gemelle Hinoa e Minoto e accettare una delle tante missioni disponibili senza dover aspettare nessuno. Una delle grosse novità di Rise è, infatti, un nuovo gradito aiuto per le nostre cacce, i Canyne.
Come il nome suggerisce, si tratta di animali simili ai cani ma con grandi capacità fisiche che li rendono ottimi compagni di caccia, sia dal punto di vista del combattimento, sia come cavalcature per spostarsi in fretta per la mappa senza andare a perdere vigore (il vostro personaggio ha una barra di vita e una di vigore che ci dice quanto ancora può forzare la mano con determinate azioni). Una interessante novità che si unisce al classico Felyne, l’ormai iconico gatto antropomorfo che ci fa compagnia nelle missioni dando supporto di vario tipo in base alle sue capacità. A questi si unisce la figura del Gufufo, una mascotte che in effetti sembra proprio un gufo (ma è un Gufufo, attenzione!) e che se richiamato ci darà una mano a tenere sotto controllo la situazione in battaglia. Tutti e tre gli “animali” di supporto possono essere customizzati, con tanto di svariate possibilità di assoldare altri Canyne e Felyne (con vario aspetto e varie qualità) per poterli sfruttare in battaglia e in varie missioni di ricerca indipendente.
Pare abbastanza chiaro che le ripercussioni sul gameplay non siano poche, con il Canyne a snellire di molto gli spostamenti sul campo. Sempre sulla stessa ideologia si inserisce l’utilizzo degli insetti-filo, dei particolari animaletti dotati di una specie di ragnatela estremamente resistente utilizzabile in stile “uomo ragno” per spostarsi rapidamente per brevissimi tratti, sia in orizzontale che in verticale, opzione utilissima per raggiungere zone elevate e, con un po’ di esperienza, potrete sfruttare il tutto anche per attaccare al meglio le vostre prede. Inoltre l’uso combinato alle armi può dare vita a una vera e propria trappola filo in grado di imprigionare i wyvern. Entra qui in scena l'ennesima novità, cioè le cavalcature wyvern. In alcune situazioni (non solo con l’attacco-filo) potremo soggiogare i mostri per cavalcarli e guidarli contro altri wyvern, così da sfruttarne la forza o, persino, lanciarli in corsa verso un muro per stordirli ulteriormente. Tutto questo apre l’ennesimo ventaglio di opzioni e, come avrete ben capito, le possibilità di gestione delle proprie battute di caccia sono davvero molteplici e soddisfacenti.
Non ci si deve dimenticare, poi, la già citata Furia che porta in dote un vero e proprio sistema in cui dovremo guidare le difese della fortezza della città contro l’assedio dei mostri, anche grazie all’aiuto di alcuni abitanti del villaggio. Oltre al classico combattimento avremo accesso a strumenti come cannoni, baliste e via dicendo, alcuni che funzioneranno in automatico con l’avvicinarsi dei wyvern, altri che dovremo utilizzare in prima persona. A questo si aggiungono speciali attacchi sfruttabili un numero limitato di volte e il gong che una volta suonato darà un boost alle nostre qualità e ci permetterà di sferrare un pesante contrattacco ai danni degli assalitori. Occhio alle icone sulla testa dei mostri: ci diranno se saranno interessati a uccidere noi, attaccare da lontano o a devastare la fortezza. Col tempo potremo migliorare le nostre difese, così da sostenere Furie sempre più potenti.
La pazienza del cacciatore
A tutto questo aggiungete le classiche meccaniche fatte di oggetti vari, power up da attivare andando alla mensa del villaggio, materiali da raccogliere per migliorare il nostro equipaggiamento e quello dei nostri compagni/animali e vi renderete conto di quanta carne abbia messo Capcom sul fuoco, compreso un rinnovato sistema di matchmaking per il multiplayer comodo e con tanto di possibilità da dare le proprie preferenze sugli utenti incrociati. Una vera abbuffata di contenuti che, come detto prima, necessità tanta applicazione e una fase di apprendimento estremamente lunga, cosa che sicuramente non è adatta a tutti i giocatori (la presenza di tutti i testi in italiano, però aiuta).
Tecnicamente il gioco sfrutta a pieno l’hardware Nintendo mettendo in campo un ottimo comparto sonoro e una grafica di certo non alla pari del capitolo di Monster Hunter World, ma comunque piacevole e in grado di rendere al meglio la caccia, con un frame rate puntuale e una ottima realizzazione dei mostri/wyvern, dove i nuovi arrivati mostrano un design particolarmente ispirato. Va detto che abbiamo preferito di gran lunga giocare sul televisore di casa, con la modalità portatile che ci è sembrata un po’ troppo sacrificata, in primis per la grandezza dei caratteri. Inoltre, vista la marea di comandi da utilizzare in gioco, sfruttare un controller pro (o similari) al posto dei joycon è altamente consigliato.
Ad essere onesti potremmo stare a parlare di Monster Hunter Rise per tante altre pagine, ma il punto focale resta che Capcom ha lavorato ancora alla grande per uno dei suoi marchi più pregiati, portando sul mercato un titolo fedele a se stesso, ma colmo di innovazioni. La strada per diventare un perfetto cacciatore è lunga e irta di pericoli, ma in grado di dare tantissime soddisfazioni a chi davvero vuole intraprendere questa “carriera”. E voi avrete il coraggio di imbracciare le tante armi a disposizione, impararne ogni stile e gettarvi nella caccia?