Recensione Necrobarista: Tra la vita e la morte, un ultimo drink
La vita è un bicchiere mezzo pieno? Pazienza. L'importante è poter bere.
Cosa c'è dopo la morte? Nessuno può saperlo, ma se morendo scoprissimo che ad attenderci ci fosse un aldilà, sarebbe già un discreto punto di partenza… o un punto di arrivo, fate voi. Ma cosa ci direste se vi svelassimo che tra la vita e oltretomba c'è un ulteriore passaggio? Un purgatorio? Una sala d'attesa? Nulla di tutto questo. Infatti ad aspettarvi, una volta esalato l'ultimo respiro, c'è… un bar. Per la precisione, un bar chiamato Capolinea e che si trova a Melbourne, in un particolare luogo dove vita e morte si intrecciano e convivono per qualche ora. Le anime che si ritrovano al Capolinea, evidentemente hanno qualche cosa da risolvere riguardo la morte e la vita appena passata e un bar è il posto migliore per fare pace con se stessi grazie a qualche drink, una buona compagnia, quattro chiacchiere e un tuffo tra i propri ricordi.Questo è l'incipit di Necrobarista, visual novel del team australiano Route 59 che dopo essere uscito lo scorso anno su personal computer, arriva su Nintendo Switch nell'edizione Final Pour, dotata di qualche piccolo extra rispetto all’originale e proposta a un prezzo davvero interessante: 17,99 euro.
Insomma, il costo di due o tre “giri” di bevute nel vostro pub preferito che, in questo caso, vi chiediamo di tradire per scolarvi una pinta al bancone di Maddy, la proprietaria del Capolinea, un po’ barista, un po’ negromante, capace di creare mix alcolici che stimoleranno i vostri ricordi di tutta una vita… a dire la verità, nulla che la mia barista di fiducia nel mondo reale, non sia in grado di fare: d'altronde cosa è un cocktail se non una pozione magica per trasformare una serata qualsiasi in un momento per rilassarsi, riflettere o rivivere il proprio passato? Insieme a lei ci sono Khay, che le ha passato la proprietà del locale, e Ashley, una ragazzina con la passione per la meccanica, che mescola con il meno sano hobby dell’omicidio (capirete, oh se capirete). Ad ogni modo, la nostra storia ha inizio con l’arrivo al Capolinea di Kishan, un giovane morto da poco che ha ancora tante cose da chiedere al proprio passato, prima di poter accettare la fine che il destino ha avuto in serbo per lui. Ma quanto tempo ha Kishan per mettere chiarezza con la sua ex-vita e passare oltre? Solo 24 ore e, badate bene, sgarrare è praticamente impossibile. Si, in passato grazie alla gentilezza di Maddy diverse persone sono riuscite a guadagnare qualche ora in più prima di “trapassare”, ma ormai il Consiglio del Tempo non ha più intenzione di passare sopra ai debiti temporali accumulati da Maddy, tanto che un esattore è pronto a ricordarle i suoi obblighi. Basta concessioni: il mancato rispetto delle regole potrebbe avere conseguenze irreversibili.
24 ore lunghe una vita
Ecco dipanarsi la linea della nostra visual novel che, appunto, entra alla perfezione nel concetto dei videogame che fanno del loro fulcro la narrazione. Anzi, più che in altre occasioni, la narrazione è tutto o quasi. Il gameplay infatti si basa sulla lettura di testi e segue un percorso fisso, in cui si dipanano le storie dei nostri protagoni. Perché parlare di un singolo protagonista, per quanto inizialmente possa sembrare appropriato, col tempo si rivelerà un errore, data l’attenzione che gli sviluppatori hanno inserito nella realizzazione di ogni personaggio e delle sue vicende. Portareavanti Necrobarista significa mettere da parte la frenesia e iniziare una esperienza di lettura e immersione in una ambientazione ricreata con maestria dove si legge, si partecipa a qualche sparuta fase esplorativa in prima persona, ma tutta l’esperienza si limita a cercare oggetti capaci di donarci nuove informazioni sulla trama, in bilico tra presente e passato. Tutto qui. D’altro canto siamo davanti a una visual novel, ma va detto che anche rispetto agli altri titoli di questo genere, Necrobarista ha un gameplay davvero risicato e principalmente ci si ritrova a fare da spettatori alle avventure dei personaggi, limitandosi a sfruttare un sistema legato al riconoscere alcuni termini di particolare importanza, ben segnalati durante il gioco, e il conseguente utilizzo di essi per accedere a ulteriori ricordi.
Poco? Non ci sentiamo di dare un simile giudizio, ma va detto chiaramente che se non siete alla ricerca di una visual novel, Necrobarista non fa assolutamente per voi. Se invece sapete perfettamente a cosa state andando incontro e non vedete l’ora di rilassarvi sul vostro divano vivendo da lettori una storia estremamente interessante e ai confini della realtà, il lavoro dei Route 59 vi farà assolutamente felici, perché si lascia leggere e vivere con estremo piacere, sia per le scelte narrative, sia per il fatto che il gioco contiene tutti i testi in italiano, una vera manna per l’utente del bel paese, visto che i temi trattati e la sintassi delle frasi non è assolutamente semplice. Quante volte abbiamo accantonato una visual novel perché completamente in inglese e il nostro livello di conoscenza della lingua non era tale da farci cogliere ogni sfumatura? Tante. Ma Necrobarista, nonostante qualche errorino, finalmente rende ci giustizia.
Dal punto di vista tecnico segnaliamo caricamenti un po’ troppo lunghi, ma una grafica (con qualche rallentamento di troppo) estremamente gradevole e palesemente ispirata, per stessa ammissione degli sviluppatori, ad anime come Cowboy Bebop, incorniciata da musiche di buona qualità. Un gioco per tutti? Assolutamente no, visto che qualcuno potrebbe fare persino fatica a definirlo gioco data la minima interazione, ma comunque un prodotto di qualità che sa rapire con pregi che non si possono ignorare. Se siete alla ricerca di una visual novel, forse avete trovato il titolo che potrebbe donarvi quelle sei/sette ore di puro intrattenimento, passando sopra a qualche difetto tecnico.
Versione Testata: PS5
Voto
Redazione