Recensione One Piece Pirate Warriors 4: Pirati e Musou
L'accoppiata vincente
One Piece è uno dei manga entrati nella “hall of fame” delle pubblicazioni più famose provenienti dal Sol Levante. Sebbene siano passati diversi anni dalla sua prima pubblicazione, classe 1997, il capolavoro di Eiichiro Oda a continuato ad appassionare i lettori di tutto il mondo, regalandoci uno spaccato immaginario convincente della vita piratesca di una simpatica ciurma comandata da Monkey D. Rufy. Come spesso avviene per questo genere di prodotti, il manga si è presto adattato a tutti gli altri medium di intrattenimento, ritagliandosi un ulteriore fetta di appassionati che ancora oggi chiede a gran voce un finale per questa storia infinita.
Sul fronte videoludico il franchise è stato rielaborato seguendo diverse formule di gameplay che negli ultimi anni, tolta qualche spiacevole parentesi sul fronte action open world (qualcuno si ricorda di World Seeker?), si sono rivelate vincenti come musou. A cinque anni da Pirate Warriors 3, Omega Force torna a parlare della ciurma di Cappello di Paglia grazie a un quarto capitolo che ha tutte le carte in regola per dimostrarci che è possibile ricevere sorprese anche da parte di un musou.
FUOCO ALLE POLVERI
Ebbene, forse le nostre precedenti parole potrebbero risultarvi un pelino provocatorie, ma vogliamo informarvi che alle spalle di esse non c’è alcun tipo di trucco o inganno. Pirate Warriors 4 si presenta come l’ennesima parte di un viaggio lunghissimo iniziato ormai molti anni orsono, un viaggio che ha subito diverse maturazioni nel corso del tempo, molte delle quali servivano necessariamente a svecchiare una tipologia di gameplay che alla lunga, purtroppo, finisce per rivelarsi dannatamente ripetitiva.
Nel caso odierno Omega Force ha deciso innanzitutto di non seguire una distribuzione canonica degli eventi narrati in One Piece ma, al contrario, ha preferito inserire nella campagna quelli che sono stati gli eventi narrativi più simbolici della saga. Cominceremo il nostro viaggio durante il colpo di stato inscenato da Crocodile in quel di Alabasta, continuando poi la nostra avventura inseguendo gli eventi di Water Seven ed Enies Lobby, Sabaody, Marineford e Dressrosa, arrivando infine alla parte più importante di Whole Cake Island e Wa, dove i protagonisti incontrano Big Mama e Kaido.
Il primo vero cambiamento sul fronte del gameplay lo si capisce già da questo tipo di approccio, giacché gli sviluppatori hanno deciso di approfondire meglio alcuni aspetti della campagna, sviscerando la trama in tante piccole missioni (o capitoli) necessari a comporre una storia lunga trenta atti, i quali affrontati con la dovuta cautela si tradurranno in almeno una ventina di ore di gioco dove sarà possibile conoscere una versione della storia più fedele al manga di quanto fosse stato possibile vedere in passato.
A questa si aggiunge la modalità Diario del Tesoro, un compendio di incarichi secondari dove i giocatori affrontano delle sfide via via sempre più difficili, che saranno utili non solo a sbloccare degli oggetti collezionabili, ma anche a farmare berry (moneta in gioco) e spille necessarie per effettuare il level up nell’apposita schermata.
GEAR 4 (IN TUTTI I SENSI)
La sfida a livello di gameplay era quella di prendere un gioco concettualmente ripetitivo come il musou, sezionarlo e modificarlo con lo scopo di rendere Pirate Warriors 4 migliore del proprio predecessore. Nelle fasi di combattimento interne allo scenario i personaggi possono accedere a un numero limitato di mosse, indicate dalla presenza di una croce nell’interfaccia di gioco dove sarà possibile richiamarle sfruttando una combinazione di tasti apposita, come limitato è anche il numero di volte che sarà possibile utilizzarle poiché saranno a tempo e soggette a una barra di caricamento dedicata.
Non è più possibile abusare dello scatto potenziato, ma tutti i personaggi presenti nel roster potranno saltare ed effettuare tantissime combo terrestri e aeree, dando vita a un button mashing più “controllato” che può far affidamento a una discreta serie di combo bilanciate e facili da memorizzare. Per enfatizzare questo sistema rivisitato, Omega Force ha inoltre deciso di suddividere i personaggi per tipologia, concedendo pertanto ai giocatori la possibilità di cambiare lievemente approccio a seconda della situazione. Ci sono personaggio Potenti, Veloci, Tecnici e addirittura Volanti e ognuno di loro può contare su un buon numero di mosse che potranno essere sbloccate e potenziate nel relativo albero delle abilità.
Lo abbiamo chiamato albero per abitudine, ma nel caso di Pirate Warriors 4 si tratta più di un arcipelago di isole dove noi, grazie alle spille e ai berry precedentemente citati, potremo sbloccare ogni isola corrispondente a un parametro o un’abilità precisi assegnati al personaggio. Ci teniamo a sottolineare che gli sviluppatori hanno messo a disposizione anche un arcipelago di abilità condivise, fatto ad hoc per fare in modo che tutti i personaggi (anche quelli meno utilizzati) ricevano un minimo di bonus tale che non diventi troppo frustrante utilizzarli nelle fasi avanzate del gioco.
Abbiamo notato anche qualche lieve modifica sul fronte del combattimento coi boss, che adesso presentano degli indicatori scudo che dovranno essere infranti al fine di infliggere dei danni ai nostri avversari del momento.