Recensione PGA Tour 2K21: 2K sbaglia il colpo
Il panorama videoludico golfistico, da quando EA si è chiamata fuori dai giochi, era orfano di una simulazione tripla A. L’unico titolo major degno di nota, negli ultimi anni, era l’ottimo Everybody’s Golf, che però si posiziona in un altro segmento di mercato. Senza troppo clamore, HB Studios è cresciuta nell’ombra, proponendo la serie The Golf Club. La cosa non è passata inosservata e 2k ha deciso di rilevare lo studio e di dare nuova linfa al progetto, arrivando oggi alla pubblicazione di questo PGA Tour 2k21, naturale evoluzione dei precedenti The Golf Club.
La licenza dalla PGA, timidamente apparsa nella scorsa edizione, ed il sostegno della 2K hanno portato in dote un maggior spessore al titolo, che ora conta ben quindi tracciati e dodici golfisti professionisti, anche se il taglio spiccatamente statunitense, fa sì che non vi siano nomi di vero richiamo per il pubblico europeo, tranne Sergio Garcia e Ian Poulter.
Quello che conta però è il gioco in sé e quindi scendiamo in campo e vediamo di mulinare un po’ le mazze per aria.
L’aspetto sicuramente più convincente di questo PGA Tour 2k21 è la gestione dello swing, evoluzione di quanto già visto nei precedenti The Golf Club. L’esecuzione del colpo avviene attraverso la levette analogica, la destra per i destrorsi, la sinistra per i mancini. Tirandola verso il basso si avrà il caricamento del colpo, spostandola in avanti il rilascio. La bontà del vostro tirò sarà determinato non solo da quanto sarete bravi a mantenere il movimento lungo l’asse verticale ma anche dal tempismo con cui farete i due movimenti, senza strappi. La cosa puo’ sembrare un po’ complessa, e sicuramente lo è, ma la pratica riesce a regalare grandi soddisfazioni. Si possono poi influenzare gli effetti del colpo, per ottenere traiettorie curve (oltre a quelle che darete se non farete bene il movimento..) ed effetti alla pallina.
Se l’assenza del classico e confortante sistema a tre click puo’ inizialmente disorientare, sicuramente col tempo si apprezza la completezza di questo sistema di tiro. Similare il discorso sul green, con l’esclusione degli effetti. Qui il rischio frustrazione è più alto ma, con pazienza e pratica, verrete ripagati degli sforzi.
E’ possibile poi settare tre livelli di difficoltà per i controlli, per progredire gradualmente nella complessità.
Avete quindi colpito la pallina. La vedete volare dritta davanti a voi e rotolare felice in mezzo al fairway. Tutto bene. Tutto bello. Realismo accettabile.
I veri problemi si riscontrano quando ci si sposta al di fuori del fairway: la gestione degli ostacoli è il vero punto debole del gameplay di questo titolo (soprassedendo su alcune texture non particolarmente realistiche). Quando si capita in mezzo agli alberi, non si sa mai cosa aspettarsi. Si potrebbe passare in mezzo a grovigli di rami praticamente indenni, oppure vedere rimbalzare la pallina all’impazzata. Minori i problemi nel rough e nei bunker di sabbia, dove però non è realistico quanto la pallina si infossi: che vi arrivi rotolando o che piova in verticale, la palla resta sempre in superficie e la percentuale di potenza che si perde nel colpo successivo è sempre la stessa. Non si tratta di difetti clamorosi ma che si fanno sentire in un gioco che pretende di essere una simulazione altamente realistsica.
Passando poi alle modalità di gioco, il titolo poggia su due solide e distinte colonne: la modalità carriera e quella online.
Nella prima, potrete creare il vostro giocatore tramite un editor, discreto ma non eccezionale. Fatto ciò, potrete intraprendere la vostra carriera, partendo dalla Qualifing School (i tornei di qualificazione al circuito maggiore). Progredendo accederete a tornei sempre più impegnativi e sbloccherete attrezzature nuove e più performanti. Non per forza solo più potenti: ci sono mazze più facili da controllare, altre che favoriscono gli effetti, altre ancora, queste sì, che aumentano la gittata dei vostri colpi.
L’online vi consente di fare sfide contro avversari casuali, in tre modalità diverse: matchplay 1 vs 1, care a coppie 2 vs 2 o skin game, un particolare tipo di gara dove ogni buca ha un suo montepremi. Se invece avete amici da invitare direttamente, le possibilità di gioco si allargano ulteriormente e potrete configurare partite di molti tipi diversi e con regole personalizzate. Interessante la possibilità d’iscrivervi a club o di crearlo. In questi club, il cui accesso puo’ essere libero o limitato, si possono organizzare tornei tra i soci nonchè veri e propri tour, con qualificazioni, classifiche e finali.
Una particolarità di questo titolo, che piacerà molto ai veri golfisti è il completissimo editor di percorsi, che consente di inventare i propri tracciati o riprodurne di reali, non presenti nel gioco. Bisogna dire che creare un campo non è esattamente una cosa da cinque minuti e bisogna essere davvero motivati e con del tempo da dedicarci, per arrivare al termine.
In definitiva questa prima versione matura della serie The Golf Club è un titolo con dei pregi ma ancora lontano dai picchi di qualità ai quali sicuramente 2k ambisce.