Tales of Arise: gli anniversari importanti si festeggiano con classe!
Se una saga riesce a mantenersi sulla cresta dell’onda per 25 anni, sfornando svariati titoli di qualità indiscutibile, un motivo ci sarà. “Tales of” è uno di quei brand che riesce sempre a far accendere l’interesse degli amanti dei giochi di ruolo giapponesi, grazie a un inconfondibile mix tra ottima giocabilità e sapiente sviluppo di ogni suo elemento. Eccoci qui nel 2021 ad avere finalmente tra le nostre mani Tales of Arise, il nuovo progetto dei Bandai Namco Tales Studios. I più attenti di voi avranno già capito che qualche conto non torna, visto che il primo episodio, Tales of Phantasia, è datato 1995, ma lo sviluppo di arise ha subito gli inevitabili intoppi della pandemia Covid 19, arrivando sulle nostre console e pc adesso, mandando l’uscita nel 2020, nonostante sia sempre stato segnalato come evento per il venticinquesimo anniversario della saga. Poco male, abbiamo vinto gli europei 2020 di calcio e di pallavolo nel 2021, non ci faremo problemi a festeggiare i 25+1 di questo brand con un titolo che, sin dai primi annunci, ha saputo attirare l’attenzione dei gamers.
Come già visto spesso in passato, ci sono degli elementi ricorrenti nel mondo di Tales of e sin dalla trama, Arise mostra che alcuni temi non sono cambiati. Ancora una volta tutto verte su un macro dualismo, ora basato su due pianeti, Rena e Dahna. Grazie a uno strapotere tecnologico e magico, il popolo di Rena, sebbene in inferiorità numerica, è riuscito a sottomettere quasi del tutto i dahnani che, dopo 300 anni di soprusi e sfruttamenti, hanno praticamente dimenticato il significato della libertà. Non mancano alcune sacche di rivoltosi, ma il governo renano non lascia scampo a qualsiasi forma di opposizione, grazie alle proprie truppe, e a una attenta gestione politica basata sulla divisione del pianeta in cinque domini, ognuno gestito da un lord. Ognuno di questi è in perenne lotta con gli altri per raggiungere il potere supremo e per farlo ha bisogno di sfruttare sempre più i dahnani in modo da assorbire l'energia del pianeta stesso. Insomma, per come la si voglia vedere, non c'è nulla di buono all'orizzonte.
La nostra storia inizia dalle miniere di Calaglia, governata dal crudele e possente Balseph, dove facciamo immediatamente conoscenza dei modi sadici e violenti dei soldati di Rena nei confronti dei dahnani, ormai ridotti in schiavitù. Unico a cercare di opporsi ai soprusi è un ragazzo senza nome e senza memoria, il cui volto è celato da una maschera di ferro di cui nemmeno lui conosce la provenienza. Il nostro protagonista è affetto da una rara condizione che non gli fa sentire alcun tipo di sensazione fisica, dolore compreso, proprio per questo tende a mettersi contro gli aguzzini del suo popolo senza pensare troppo alle conseguenze, scordando a volte che non sentire il dolore non significa essere immuni ai danni subiti. Il suo desiderio di rivalsa lo porterà a incrociare la propria strada con i Corvi Scarlatti, gruppo ribelle che combatte Rena, e Shionne, una reniana misteriosa affetta da una condizione che provoca dolori indicibili a chiunque tenti di toccarla. Da qui gli eventi prendono una piega inaspettata: solo Maschera di Ferro può toccare Shionne e il loro contatto permette lo sfruttamento di un'energia potentissima, capace di tenere testa ai renani. Di Shionne sappiamo poco: vuole sconfiggere i lord a costo di allearsi con i Corvi, del protagonista sappiamo ancora meno sebbene nelle prime battute finali del prologo scopriremo il suo nome, Alphen, più qualche annebbiato ricordo.
Alphen e Shionne, una coppia unita dal destino
La trama di Tales of Arise ci mette immediatamente davanti ad un universo estremamente "crudo" e realistico, proponendo una situazione dualistica sia sui personaggi principali (ne incontreremo svariati che si uniranno a noi) sia sui popoli di Rena e Dahna. Ecco dunque svariate domande: da cosa nasce realmente questa guerra? A cosa porta l'odio tra le razze? L'appartenenza a una specifica nazione rende automaticamente un individuo un mio nemico? Quanto siamo realmente in grado di mediare nei confronti del "diverso"? Una etnia sottomessa è capace di imparare dal proprio dolore e non vessare le proprie minoranze? Il gioco offre tanti spunti di riflessione e una trama mai banale, nonostante alcuni cliché, grazie a una ottima caratterizzazione dell'ambientazione e dei personaggi, le cui personalità sono arricchite da decine e decine di dialoghi anche opzionali dove non mancano sia discussioni serie che scambi di battute più leggere.
Insomma, una grande storia dove gli sviluppatori sono stati attenti a ogni particolare, creando uno stupendo affresco fantasy a striature sci-fi. Il comparto tecnico rende giustizia alle console di nuova generazione, sfruttando una grafica cel shading basata sull'Unreal Engine che riesce a dare un reale miglioramento rispetto al passato e risulta persino più gradevole dei classici filmati in stile anime, comunque ottimi, che da sempre accompagnano i Tales of. Dal menù delle impostazioni potrete scegliere se privilegiare la qualità visiva o il frame rate e noi vi consigliamo quest'ultima impostazione: troppo traballante la fluidità nella prima, mentre la seconda offre comunque una grafica di tutto rispetto. Per quanto riguarda l'audio, c'è davvero da lustrarsi le orecchie: colonna sonora ottima con un tema principale di altissimo livello, più un doppiaggio degno dei migliori anime. Il nostro consiglio è quasi ovvio: doppiaggio in giapponese e sottotitoli in italiano. Qui però dobbiamo muovere una critica: le scritte a schermo sono davvero minuscole e nonostante una TV 55 abbiamo fatto davvero tanta fatica a leggere i dialoghi e a notare quando il gioco ci suggeriva, con una piccola "info", la possibilità di dare il via a una discussione opzionale. Chiediamo a gran voce a Bandai Namco una patch che aggiunga la possibilità di aumentare la grandezza dei caratteri o quantomeno di inviarci una convenzione oculistica.
Un combat system praticamente perfetto
Cosa manca per dipingere un bellissimo affresco videoludico? La giocabilità, ovviamente, e come ben sanno gli appassionati della saga, i Tales of si basano da sempre sulla esplorazione, sui combattimenti in tempo reale e su tantissime cose da fare tra un'avventura e l'altra. Partiamo da un presupposto: in Tales of Arise c'è davvero tanto, ma tanto da fare. A voi decidere se tirare dritto verso la fine della trama o dedicarvi alle missioni secondarie e alle tante attività collaterali disponibili tra cui ancora una volta troviamo la cucina e la ricerca degli ingredienti migliori. In specifiche zone potremo accamparci e decidere se preparare qualcosa da mettere sotto i denti e, in base alla ricetta, agli ingredienti e alla bravura nel cucinare del personaggio scelto, il nostro team guadagnerà svariati bonus temporanei. Il fulcro però, sono le battaglie, dove potremo dare il nostro meglio contro avversari di umani o con gli zeugle, il nome con cui sono chiamati in Tales of Arise quelli che normalmente definiamo “mostri”. Di svariate forme e misure, gli zeugle sono sparsi praticamente ovunque e possono essere al seguito dei soldati reniani o liberi, in forma di randagi. Di svariate forme e razze, non mancano anche gli zeugle fuori misura, grandi come case e pronti a devastare chiunque osi mettersi davanti a loro. Praticamente svariati boss opzionali sparsi per i quattro angoli del mondo di gioco, ognuno con i suoi punti di forza e i suoi punti deboli.
Ad ogni modo, tutti i nemici sono ben visibili a schermo e a parte i passaggi obbligati, sapremo perfettamente quando staremo per ingaggiare una battaglia, avendo la possibilità di andare incontro al nemico o cercare di evitarlo, per quanto combattere ci permetterà di salire di livello e di guadagnare oggetti utili per migliorare il nostro equipaggiamento, grazie ad un ottimo sistema di crafting. Una volta ingaggiata la battaglia verremo trasportati in una ipotetica arena dove il nostro team si scontrerà in tempo reale con quello avversario. Potremo utilizzare un personaggio alla volta, con possibilità di cambiare protagonista attivo, mentre gli altri saranno guidati dall’intelligenza artificiale gestita in base alle nostre indicazioni, variabili tramite menù. In combattimento potremo compiere davvero tante azioni a partire dagli attacchi base e dalle schivate, entrambi attivabili con i tasti dorsali. Gli attacchi potranno essere eseguiti a terra o in salto, mentre la schivata acquisisce un valore più ampio rispetto al passato, andando a sostituire anche la parata, adesso scomparsa. Insomma, non potremo bloccare nessun colpo avversario ma potremo evitarlo e con il giusto tempismo potremo dare il via ad un contrattacco. Il tutto è abbastanza difficile da mettere in atto, soprattutto all'inizio, anche perchè non è semplicissimo riuscire a “prendere il tempo” alle tante tipologie di avversari che incontreremo.
Oltre agli attacchi semplici potremo, customizzando appositamente i tasti del controller, utilizzare le arti a disposizione dei nostri personaggi, che variano in tante tipologie e più le utilizzeremo, più si evolveranno. Oltre a queste avremo accesso a colpi speciali specifici per ogni personaggio, utilizzabili al riempimento di una apposita barra che ne illuminerà l’avatar, tutti concatenabili per aumentare i danni. Inoltre il gioco ci darà l’opportunità, in casi specifici, di premere la croce direzionale del controller per attivare attacchi combinati tra i vari personaggi, andando a creare combo devastanti. A tutto questo dovete aggiungere il fatto che i protagonisti del nostro party hanno specifiche differenti visto che ognuno avrà le proprie specialità come armi bianche, armi da fuoco o magia. Proprio le arti magiche guadagnano una nuova gestione, tanto che i punti che serviranno per utilizzarle saranno condivisi da tutto il team, ulteriore elemento da tenere a mente nelle nostre strategie. Le righe che avete appena letto non lasciano dubbi: la carne al fuoco è davvero tanta e il combat system offre una invidiabile profondità a cui va aggiunto un interessante sistema di crescita ad “albero” dove ogni personaggio potrà spendere l’esperienza guadagnata in battaglia per avere accesso a nuove abilità o bonus. Insomma, c’è davvero tanto da fare e per riuscire a padroneggiare tutto a dovere è necessario tanto impegno, cosa che dona al gioco una profondità fuori dal comune. Si, abbassando il livello di difficoltà potrete giocare senza pensieri, ma scegliendo una sfida più impegnativa potrete godere di tutte le sfaccettature di un combat system studiato nei minimi dettagli.
Tutto perfetto? No, qualche sbavatura è presente e principalmente si lega alla gestione della telecamera in combattimento. Tales of Arise non soffre di rotazioni incontrollate o inquadrature impossibili, ma il “lock” sugli avversari è migliorabile, tanto che talvolta vi troverete a attaccare il nulla, soprattutto se utilizzerete i personaggi senza colpi corpo a corpo. Con l’uso dei pulsanti dorsali potrete ricalibrare la visuale, ma la cosa risulta un po’ scomoda, mentre un mirino fisso sull’avversario scelto avrebbe probabilmente migliorato i combattimenti, visto che l’attuale sistema di “lock on” non ci ha lasciati del tutto soddisfatti.
Peccati veniali? Si, perché Tales of Arise ha qualche difetto, ma il gioco nel suo complesso è uno di quei titoli che quando te li trovi davanti, meritano tutta la tua attenzione. D’altro canto, 25 anni più 1 andavano festeggiati come si deve e Bandai Namco sa bene che certi anniversari meritano tutto l’impegno possibile. Ora non vi resta che scendere in campo e partecipare ai festeggiamenti. Vi assicuriamo che non ve ne pentirete.
Versione Testata: PS5
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Redazione