Ride: abbiamo giocato con la versione PS5 del titolo Milestone
Dopo esserci divertiti con la versione di Ride 4 dedicata alla scorsa generazione di console e PC (che potete leggere a questo ), celebriamo oggi il tanto agognato arrivo dell’edizione sviluppata per la neonata PS5. Vediamo le peculiarità che questa versione saprà offrirci, e soprattutto se finalmente gli sviluppatori di Milestone saranno riusciti a fare quel balzo in avanti che da tanto tempo ci si aspetta dalle loro produzioni.
Cominciamo con una lieta novella, ovvero che fino al 30 aprile la versione PS5 di Ride 4 sarà scaricabile gratuitamente per tutti coloro che già possiedono la versione PS4.
Va innanzi tutto detto che non ci si deve aspettare uno stravolgimento in termini di contenuti e struttura della carriera, che anzi sono esattamente gli stessi della versione recensita ad ottobre, e che quindi non ripeteremo affidando la vostra curiosità a questo . Concentrandoci quindi sulle novità varate sfruttando le potenzialità offerte dal nuovo hardware, non possiamo non menzionare la rinnovata grafica, il frame rate granitico a 60 fps e soprattutto lo sfruttamento delle funzionalità del DualSense, che come vedremo rappresenterà il vero punto di svolta.
Giochi di ombre
Il gioco si presenta con un caricamento dei menu, ma soprattutto delle sessioni di gara notevolmente ridotti, talmente veloci da spiazzare il giocatore per rapidità cogliendolo talvolta impreparato, in attesa di un segnale “premi il tasto X per cominciare” che lampeggia già sullo schermo.
Il primo plauso se lo merita il comparto tecnico, finalmente all’altezza delle aspettative, facendo fare quel balzo in avanti che Milestone aveva sempre faticato ad effettuare. Convince appieno la grafica che, nonostante il riutilizzo delle medesime textures, riesce a brillare grazie alla risoluzione che ora si assesta attorno a un 4k dinamico, enfatizzato da un 60 fps quanto mai stabile.
A giovare della nuova potenza di fuoco è la conta di poligoni riguardanti i modelli di moto e pilota, il numero di veicoli che compaiono sullo schermo (si passa da dodici ai venti di questa versione) così come gli elementi di contorno e la vegetazione, dove effettivamente il gap rispetto ai primi della serie era più evidente.
Un altro ambito in cui gli sviluppatori hanno concentrato gli sforzi è quello dell’effetto dell’illuminazione, capace di convincere nelle giornate soleggiate con splendidi riflessi, ma è peraltro capace di meravigliare al tramonto in condizioni meteo avverse, ovvero quando la luce artificiale e i riflessi faranno la differenza.
Se il buongiorno si vede dal mattino…
Ma la vera novità della versione PS5 si colloca proprio nelle vostre mani: la potenzialità del DualSense comincia a manifestarsi e nonostante siamo certi che i margini di miglioramento siano ancora notevoli (immaginiamo che da qua in poi si apre un mondo in cui gli sviluppatori coinvolgeranno piloti e professionisti per ottenere le indicazioni con cui ricreare i feedback del controller), le percezioni che Ride 4 ci trasmette sono davvero splendide, tanto da darci l’impressione che (consentitemi il giro di parole) il DualShock si sia evoluto nel DualSense aggiungendo una dimensione alla sensazione tattile, con una evoluzione di quelle che donano emozioni, al pari di provare per la prima volta una macchina con cambio a doppia frizione.
Cominciando con l’effetto viscoso dei grilletto del freno che si oppone al vostro dito al pari della leva del freno, senza dimenticare la reazione dell’acceleratore, capace di trasmettere la sensazione dell’erogazione del motore.
A tutto ciò dobbiamo aggiungere un vero e proprio concerto di vibrazioni, capaci far percepire la progressione della rotazione del motore verso i sedicimila giri al minuto, ma anche ogni sobbalzo delle ruote nel passare sui cordoli, senza dimenticare l’equilibrio instabile degli pneumatici la cui gomma stenta ad ancorarsi alla porosità dell’asfalto. Di conseguenza diventa più intuitivo percepire la distanza dal limite, sensazione che nelle passate versioni di racing era relegata all’intensità dello stridere delle gomme.
Peccato solo per la mancata implementazione dello sterzo tramite i sensori inerziali, anche se va detto che i giochi di moto sembrano essere quelli meno adatti perché si dovrebbe simulare l’inerzia di 200 kg di moto e l’effetto giroscopico delle ruote.
In ogni caso impugnando un DualSense vi accorgerete come diventerà difficile tornare indietro.
Versione Testata: PS5
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Redazione