Windbound: se Zelda diventa survival

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Una battuta di pesca, un’onda anomala e la tua vita deve ricominciare daccapo. Letteralmente. E’ questo quello che accade a Kara, la giovane protagonista di Windbound, il gioco edito da DeepSilver che miscela le meccaniche dei giochi survival alle atmosfere avventurose, ma “morbide” di Zelda.

Dopo aver ripreso conoscenza su un’isola sconosciuta, lontana dalla sua tribù, Kara dovrà reimparare tutto quello che le servirà per tenere se stessa in vita e per tornare finalmente casa. Tutto quello che prima aveva dato forse per scontato, adesso diventa una questione di vita o di morte e la giovane protagonista dovrà imparare in fretta a prendersi cura di sé a partire dalle cose più semplici. Mangiare, difendersi dagli animali che troverà in un vastissimo open world, cacciare e procacciarsi tutti gli elementi utili per poter fare qualsiasi cosa: dall’accensione di un semplice fuoco, fino alla realizzazione degli strumenti utili per migliorare le proprie condizioni di vita.

Non solo, Kara dovrà anche cercare di solcare i mari che la circondano nel migliore dei modi, garantendosi imbarcazioni via via più solide ed efficaci per spostarsi tra le numerose isole che compongono il nostro scenario di gioco. Non fatevi ingannare da un aspetto grafico quasi infantile, Windbound è un survival che poco concede al giocatore in termini di libertà di interpretazione e ben presto imparerete a rispettare le ferree regole del gioco. Gli indicatori a schermo scandiranno i tempi per tenere Kara sempre “carica” di energie, in modo che i morsi della fame non intacchino la barra della vita e ci costringano ad una morte poco onorevole.

Windbound: se Zelda diventa survival

Anche trovando le fonti di approvvigionamento dovrete però tenere in considerazione che il cibo tende a deteriorarsi dopo poco, e quindi sarà meglio cacciare o raccogliere frutta o altre cibarie solo nel momento in cui ne avrete effettivamente bisogno, senza però dimenticarsi di portarsi qualcosa con voi negli spostamenti tra un’isola e l’altra. All’interno di questi ambienti Kara dovrà anche andare alla ricerca di quegli elementi “magici” che le consentiranno un po' alla volta di riguadagnare la strada di casa. Windbound acquista così tutti gli elementi del “viaggio di formazione”, passando dall’iniziale smarrimento della protagonista, fino ad una perfetta presa di coscienza (e con essa anche chi si trova dall’altra parte dello schermo) delle proprie possibilità e capacità. 

Come avete potuto vedere dalle immagini a corredo, o meglio ancora dal trailer inserito in apertura, Windbound si presenta con una veste grafica che richiama a più riprese alcuni episodi dell’avventura per eccellenza: Zelda. E in effetti all’interno del gioco ci saranno anche altri elementi e situazioni che richiameranno molto spesso alcune cose già viste nel masterpiece Nintendo. La semplicità di fondo, comunque, riesce comunque a regalarci episodi e scorci davvero degni di nota, dalla trasparenza della superficie del mare per dare un’occhiata ai fondali e alla sua flora, fino a tramonti vermigli e molto ispirati. Abbiamo parlato di un aspetto molto semplice nella sua costruzione poligonale, compensata da una sezione artistica davvero molto ispirata, che regala al giocatore una cosmesi generale davvero appagante e degna di nota.

Qualche grattacapo ci ha invece dato il sistema di controllo e di gestione delle risorse, che probabilmente si sarebbe potuto gestire in modo più snello e preciso. Anche il controllo del personaggio diventa spesso frustante, soprattutto perché vi capiterà che delle volte Kara compia azioni non richieste. Per esempio, avvicinandovi alla vostra imbarcazione apparirà il comando da premere per permettere a Kara di salire a bordo, ma basterà solo un movimento sbagliato di un pixel perché parta l’animazione che la porterà ad arrampicarsi da sola sulla barca. Fastidioso, ma niente che non si possa risolvere con la pratica.

Particolare attenzione dovrà essere rivolta alle fasi di combattimento. Come detto anche in precedenza, Windbound non è sicuramente un action game, e quindi dovrete sempre fare molta attenzione alle risorse fisiche a cui Kara potrà attingere. Evitare l’assalto di uno degli animali da cacciare richiederà al nostro personaggio un notevole dispendio di energie, che probabilmente non riuscirà a recuperare per un secondo assalto. Bisogna quindi pianificare con cura anche i momenti di caccia. Sorprendere gli animali durante il sonno potrebbe essere la strategia migliore per avere almeno un minimo vantaggio. Il ciclo giorno/notte è sicuramente ben realizzato e scandito e quindi programmare le varie fasi della vostra giornata diventerà via via automatico.

Così come diventerà automatica la navigazione sfruttando al meglio i venti. Se all’inizio della sua avventura Kara potrà contare solo sulle sue braccia per remare verso la destinazione successiva, con l’incedere del gioco e la successiva scoperta di nuovi materiali, potrete anche costruire nuovi upgrade che possano sfruttare a vostro vantaggio le forze della natura, con un notevole risparmio di energie fisiche. Ma occhio, una maggiore velocità significherà anche dover controllare meglio la navigazione, perché ogni urto a rocce o scogli potrebbe essere fatale per la vostra barca.

Windbound: se Zelda diventa survival

Versione Testata: Xbox One

7.5

Voto

Redazione

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Windbound: se Zelda diventa survival

Windbound è un gioco che, al contrario del suo aspetto molto “easy”, richiede dedizione e concentrazione costante. La curva di apprendimento è sicuramente ben studiata e al costo di qualche imprecazione iniziale, vi saprà regalare ampie dosi di soddisfazione e un’avventura davvero piacevole ben calibrata. Resta però l’imperativo che, al contrario di Matrix, le regole di Windbound non posso essere aggirate e ogni vostra morte vi costringerà a recuperare intere porzioni di mappa. Se però la sfida è una delle caratteristiche che vi affascinano anche nei videogames, allora affiancatevi a Kara nella sua avventura e riportatela a casa. Ne varrà davvero la pena.

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