Recensione Zombie Army Trilogy
Invasione di zombie nazisti anche sulla portatile di casa Nintendo
Seguendo la politica del passaggio di un titolo da una console ad un’altra, anche la serie di Sniper Elite dedicata agli zombie decide di fare il proverbiale “salto della cavallina”, andando a occupare alla fine del mese di marzo il mercato console di casa Nintendo.
Lo sparatutto in terza persona di Rebellion, uscito ormai quattro anni fa, cerca di adattarsi alla configurazione hardware di Nintendo Switch, portandosi dietro una mole inarrestabile di non-morti affamati e pronti a tutto, come loro solito, pur di cibarsi del nostro alter ego digitale.
Saremo in grado di fronteggiare questa minaccia armati di Joy-Con e una buona mira? Forse, ma non senza qualche compromesso.
L’ARMA SEGRETA DEL TERZO REICH
Un gioco come Zombie Army non ha certo bisogno di presentazioni: Rebellion ha infatti trovato un nuovo escamotage per catapultarci nella Germania nazista verso la fine del secondo conflitto mondiale, periodo di poco antecedente a quella che doveva essere la sconfitta di Adolf Hitler. Peccato però che quest’ultimo ha pronto nel borsello un piano B di tutto rispetto e toccherà a noi, come al solito, cercare di sventarlo interpretando uno dei cecchini disponibili per il compito.
Ce lo hanno insegnato in molte serie TV, film cult e videogiochi dedicati (non ultimo il remake di Resident Evil 3), ma apparentemente l’unico modo per fermare la sete di sangue di un non morto è quella di sparargli in testa. In casa Rebellion questa possibilità la conoscono da tempo, ed è forse grazie a questo fortunata relazione che gli sviluppatori hanno deciso di trasportare il titolo anche su Nintendo Switch, un modo come un altro per proporre un’esperienza di shooting alternativa accompagnata da una appagante X-Ray Kill Cam.
Le meccaniche di gioco le conosciamo un po’ tutti. Zombie Army prende il meglio delle impostazioni viste sulla serie principale Sniper Elite, come la cura minuziosa della balistica e le kill in slow motion, per poi fonderle con un’ambientazione esoterica dove il Terzo Reich dà il via a un misterioso “Piano Z” pensato per resuscitare tutti i soldati nazisti morti durante il secondo conflitto mondiale in versione zombie.
Lasciando perdere il setting scelto, che dopo breve perde mordente per ovvie ragioni legate a una narrazione piuttosto banale, il titolo si lascia andare nel corso dei tre capitoli del franchise scelti per quella raccolta, focalizzando a nostro avviso l’intera attenzione della riuscita del prodotto verso la possibilità di affrontare ogni missione (per un totale di quindici capitoli) in cooperativa locale e online.
È forse questa la chiave di maggior successo del titolo impacchettato per Nintendo Switch, una funzione così abbordabile che permetterà di raddoppiare il divertimento lasciando che la genuina competizione fra amichevoli occupanti di divano venga tradotta in punteggi da ottenere ogni qualvolta venga effettuata una uccisione in modo particolare. Chiaramente a rendere la formula un pelino più sfidante ci penseranno i diversi gradi di difficoltà, accompagnati da funzioni pronte a cambiare risposta della gravità, vento, postura e battito cardiaco sull’andatura del proiettile dopo lo sparo.
A completare la parte contenutistica ci pensa una modalità orda, il classico sistema messo in piedi nel quale i giocatori devono affrontare una serie di ondate e cercare di sopravvivere fino all’ultimo scontro. Ognuna di queste funzioni è pensata per rendere il prodotto finale più stimolante e in parte, se non fosse per i difetti a breve enunciati, sarebbe pure bastato così.
Tecnicamente però, purtroppo, il gioco cerca di dare il massimo sulla portatile di casa Nintendo, senza purtroppo eccellere in merito a dettagli (texture, risoluzione) e framerate. Dando una rapida occhiata alle sessioni di gioco ci si accorge che il gioco appare solido nella fruizione, il che è un bene visto che si tratta di uno sparatutto, ma si avverte un certo stallo per un blocco impostato ai 30 frame per secondo. In merito alla parte hardware abbiamo trovato un po’ di difficoltà a utilizzare i Joy-Con, complice un bilanciamento della sensibilità di mira forse settato male, il quale richiede un certo grado di pazienza per essere imparato nel modo giusto e senza troppe frustrazioni.